Controlli della Polizia Stradale per il contrasto al riciclaggio di autoveicoli e pezzi di ricambio e alle attività connesse allo stoccaggio e allo smaltimento illeciti dei rifiuti

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Nell’ambito dell’attività di controllo degli esercizi pubblici connessi alla circolazione stradale, la Polizia di Stato ha effettuato sul territorio del Piemonte una serie di accertamenti finalizzati al contrasto del riciclaggio di autoveicoli e dei pezzi di ricambio di provenienza illecita nonché di molteplici forme di irregolarità nel delicato settore della tutela ambientale.
L’attività di queste ultime settimane, effettuata dalle Squadre di Polizia Giudiziaria della Polizia Stradale di Torino, Alessandria, Cuneo e Verbania, coordinate dal Servizio Polizia Stradale, è stata effettuata in particolare nelle rispettive province della regione.
Nel corso delle operazioni sono state sottoposte a controllo attività di rivendita auto e carrozzerie, nonché aree sospettate di essere adibite allo stoccaggio illecito e alla conservazione dei rifiuti. Le persone identificate sono state 36, tre delle quali denunciate in stato di libertà sia per reati connessi all’illecita gestione dei rifiuti che per reati di natura strettamente penale. Sono state inoltre contestate violazioni amministrative per un importo superiore ai 10.000 €.

In provincia di Cuneo, è stato controllato in collaborazione con ARPA Piemonte (sede di Cuneo) un centro di recupero di metalli ferrosi attivo anche come autodemolizione; a seguito del controllo sono state contestate violazioni alle prescrizioni autorizzative connesse all’utilizzo improprio di aree destinate al deposito rifiuti e alla gestione dei processi di gestione degli stessi. Sono inoltre emerse violazione di carattere amministrativo e penale delle norme ambientali relative in particolare allo sversamento di liquidi inquinanti da idrocarburi sul terreno non impermeabilizzato.

L’attività rientra nell’azione di prevenzione e monitoraggio condotta dalla Polizia di Stato in un settore che da decenni rappresenta una fonte di profitto illecito anche per le organizzazioni criminali. L’espansione dei “crimini ambientali”, infatti, oltre che procurare facili guadagni ai criminali, danneggia il territorio e mette costantemente a rischio la salute dei cittadini.

cs