«Il nostro impegno per la sicurezza sulle strade cuneesi»

IDEA a tu per tu con il vicequestore aggiunto Andrea Concas, dirigente della Sezione Polizia Stradale di Cuneo

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Chi utilizza frequentemente l’auto per spostarsi in provincia di Cuneo avrà sicuramente notato come la Polizia Stradale, attraverso le sue pattuglie, abbia intensificato e reso più capillare la propria presenza. Questo perché gli agenti agli ordini del dirigente della Sezione Polizia Stradale di Cuneo, il vicequestore aggiunto Andrea Concas, intendono accrescere ulteriormente il livello di sicurezza sulle strade della Granda, a partire da quelle su cui hanno una competenza esclusiva, ovvero le autostrade. Ma non solo ovviamente, visto che a registrare picchi di traffico elevato sono anche, e soprattutto, le strade provinciali e statali. In generale, una delle questioni prioritarie è quella degli incidenti, che sono ancora troppi e che, ancora troppo spesso, hanno conseguenze gravi o, addirittura, gravissime ai danni di chi ne rimane coinvolto. La conformazione del territorio cuneese chiaramente non è di aiuto, ma ci sono in realtà tanti altri fattori che condizionano (in negativo) il tasso di incidentalità, a partire da atteggiamenti alla guida pericolosi. Ed è proprio nei confronti di questi e altri comportamenti rischiosi per l’incolumità propria e degli altri che si concentra l’attività della Polizia Stradale.

Vicequestore Concas, guardiamo un momento indietro: com’è stato il 2023 della Polizia Stradale di Cuneo?

«Quello che si è appena concluso è stato un anno particolarmente intenso per la Polizia Stradale di Cuneo che, tra le tante cose, svolge attività di vigilanza sulle autostrade A6 e A33 – peraltro, in via esclusiva – e lungo le principali arterie della viabilità cuneese».

Qualche dato?

«In tutto abbiamo organizzato oltre 5.500 pattuglie e sottoposto a controlli circa 30mi­la persone e oltre 22mila veicoli. Un’attività considerevole, che ci ha permesso di realizzare un articolato servizio di prevenzione e repressione, soprattutto per quanto riguarda i comportamenti di guida pericolosa. Segnalo, inoltre, che abbiamo contestato più di 16mila infrazioni, dato in aumento rispetto all’anno precedente. In crescita nel corso del 2023 pure i casi riscontrati di guida in stato di ebbrezza, saliti del 37%. Va però detto che abbiamo svolto un numero maggiore di controlli mirati. Que­sto perché la guida in stato di ebbrezza è una delle cause di incidenti e, quindi, la repressione di tale fenomeno è decisamente importante».

Secondo lei, come viene percepita la vostra attività dalla popolazione?

«L’attività della Polizia Stradale, anche quando è di carattere repressivo, è sempre finalizzata alla prevenzione degli incidenti stradali e, come dicevo prima, delle condotte di guida pericolose: dalla guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di stupefacenti alla guida distratta e all’eccesso di velocità. È questa l’immagine della Polizia Stradale che intendiamo fare recepire».

E qual è la risposta della cittadinanza?

«Il ritorno da parte della popolazione è molto positivo. Anche perché, nel corso dell’anno, svolgiamo un’intensa attività di informazione e di educazione stradale».

Vuole farci qualche esempio?

«Sono tantissime le iniziative che abbiamo promosso nel 2023. Tra queste ci sono, ad esempio, quelle legate a progetti ministeriali, come “Icaro” e “BiciScuola”, con cui abbiamo raggiunto ben 2.700 alunni in provincia. E poi abbiamo partecipato in modo attivo a campagne di informazione ed eventi pubblici. Penso, ad esempio, alla Fiera della Meccanizzazione Agricola, all’Oktoberfest di Cuneo, al Pullman Azzurro, a Bambinopoli: sono tutte iniziative che ci vedono impegnati in mezzo alla gente e che ci permettono di dialogare direttamente con le persone, fornendo informazioni e risposte puntuali ai loro quesiti. È proprio in occasioni del genere che otteniamo i riscontri maggiori da parte della collettività».

Un impegno significativo, insomma.

«Non vogliamo essere percepiti come “quelli che fanno le multe”, azione che chiaramente, in determinati contesti, è assolutamente necessaria, bensì mettere in evidenza il nostro obiettivo di prevenzione. Non a caso ci dedichiamo costantemente a questa attività. Lo faremo anche nel 2024».

Quali caratteristiche occorrono per svolgere al meglio tali attività?
«Realizziamo le iniziative di informazione ed educazione stradale attraverso operatori appositamente formati, specializzati e, ci tengo a sottolinearlo, appassionati; sono appassionati del loro lavoro e delle missioni da svolgere. In generale, comunque, tutti i poliziotti della Stradale devono possedere nel loro bagaglio personale questa sensibilità e questa attenzione rispetto alla necessità di puntare su educazione e prevenzione».

Lei come si pone?

«Nello svolgere le mie mansioni cerco sempre di avere un atteggiamento empatico nei confronti di tutte le persone. L’obiettivo è fare comprendere che il nostro compito non è reprimere e sanzionare in modo “asettico”, bensì prevenire condotte di guida pericolose».

A proposito di rapporto con la cittadinanza, lei come si trova in provincia di Cuneo?

«In questi tre anni trascorsi in provincia di Cuneo, ho avuto modo di apprezzare lo spirito di collaborazione che c’è nei nostri confronti e, in generale, tra tutte le istituzioni del territorio. Si tratta di un aspetto fondamentale per poter assicurare il miglior servizio possibile alla cittadinanza».

Nella vostra attività quotidiana quanto contano queste collaborazioni?

«Noi come Polizia Stradale siamo in collegamento continuo soprattutto con le istituzioni che si occupano delle strade, come la Provincia, l’Anas, le società concessionarie autostradali e i Comuni. Le nostre segnalazioni, frutto delle osservazioni e delle verifiche effettuate “sul campo” durante i nostri interventi e i nostri pattugliamenti, sono finalizzate al miglioramento delle condizioni generali delle strade e della segnaletica».

Qual è invece il vostro rapporto con le tecnologie?

«Impieghiamo tecnologie all’avanguardia. Le nostre pattuglie, ad esempio, hanno a disposizione dei dispositivi computerizzati che consentono di analizzare i tempi di guida e di riposo dei conducenti professionali. E poi abbiamo strumenti digitali per la verifica delle coperture assicurative e della regolare revisione dei veicoli, oltre a innovative strumentazioni per il rilevamento della velocità a distanza. Anche nel prossimo futuro agiremo così, impiegando le migliori tecnologie a disposizione».

A proposito di futuro, qual è il suo augurio per l’anno appena cominciato?
«Numericamente, nel complesso, gli incidenti stradali con esito mortale sono in calo, ma il dato, purtroppo, è ancora eccessivamente alto; mi auguro, quindi, che nel 2024 possa decrescere ancora. In generale, desidero che cresca la consapevolezza collettiva circa la necessità di rispettare le regole, non in quanto delle imposizioni calate dall’alto bensì come degli strumenti che consentono di garantire la sicurezza. Condotte di guida sbagliate possono determinare gravissime conseguenze per sé stessi e per gli altri».

È fiducioso?

«Devo dire che le nuove generazioni iniziano a percepire questo messaggio. Ed è una cosa assolutamente positiva. Noi continueremo a procedere in questa direzione, cercando sempre di fare del nostro meglio».