Per la stagione 2023 si colgono segnali di miglioramento

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Giacomo Damonte, 37 anni, enologo nell’azienda di famiglia Malvirà di Canale, è presidente Cia della zona di Alba. Un territorio dove a farla da padrone è certamente la produzione vitivinicola, ma nel quale sono comunque insediate un buon numero di attività legate ad altri settori agricoli. Come è andata la stagione 2022? Dice: “In generale è stata un’annata complessa, ma positiva. I mercati sono tornati a rispondere bene. Abbiamo dovuto fare i conti con gli aumenti dell’energia e delle materie prime e la presenza della siccità che ha creato parecchi problemi. A cui si è aggiunto il rialzo dei tassi di interesse applicati ai mutui dalle banche. Il comparto vitivinicolo, nel complesso, ha patito di meno le difficoltà, ma il percorso è stato comunque difficile per tutti”.

Partendo da queste basi quali sono le prospettive per l’annata 2023? “Le criticità da affrontare sono ancora tante, però, nel complesso, rispetto al 2022, si possono cogliere nuovi segnali di miglioramento. In particolare, nel settore vitivinicolo i mercati e il turismo stanno continuando a crescere. Ma anche altri comparti importanti di Langhe e Roero – come la frutticoltura o le aziende che si occupano di nocciole – possono avviarsi verso la ripresa accogliendo i visitatori e vendendo i loro prodotti di qualità”.

L’acqua? “Ha piovuto. In questo momento le coltivazioni stanno meglio di “salute” e, se supportate da altre precipitazioni, dovrebbero riuscire ad avere uno sviluppo adeguato. Tuttavia, siamo all’inizio dell’annata agraria e il forte stress idrico del 2022 non è ancora stato recuperato. Quindi, sotto questo aspetto un bilancio lo si potrà fare solo nei mesi a venire. Diventano sempre più necessari gli invasi da costruire con un duplice obiettivo: raccogliere l’acqua che cade per usarla nei periodi di siccità ed evitare, di conseguenza, i disastri ambientali come è avvenuto, purtroppo, le scorse settimane in Emilia Romagna. Se, poi, i bacini sono tanti di piccole dimensioni è ancora meglio perché di più facile gestione”.

Altre questioni in ballo? “Preoccupano sempre i fenomeni climatici estremi, come le gelate tardive e le grandinate. I costi dell’energia continuano a essere alti e credo che, purtroppo, raggiunto l’assestamento non scenderanno più. La combinazione pioggia ed elevate temperature porta allo sviluppo di malattie causate da agenti patogeni. Ma questo è un problema con il quale dobbiamo fare i conti da molti anni, per cui lavorando con buon senso sappiamo come affrontare il problema. Il Pnrr può essere una straordinaria opportunità, però mi pare di aver capito che l’Europa ci stia tirando le orecchie in quanto siamo in ritardo. Invece, bisogna fare presto”.

Il suo giudizio sul nuovo Sviluppo Rurale del Piemonte promosso dalla Regione? “Lo diciamo da sempre: occorre snellire l’iter burocratico dei bandi. Speriamo sia la volta buona”.