Servizio straordinario di controllo su nuove forme di sfruttamento lavorativo nel settore della Gig Economy

Contrasto al Caporalato Digitake: scoperte dai Carabinieri 92 cessioni illecite di account

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Nel fine settimana i militari del Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro (101 Nuclei Ispettorato del Lavoro e 5 Nuclei Operativi) unitamente a tutti i Comandi Provinciali Carabinieri dell’Arma territoriale e con il concorso di diverse polizie locali, hanno effettuato un controllo straordinario in tutti i capoluoghi di provincia e nei principali centri abitati della penisola finalizzato ad individuare forme di sfruttamento lavorativo realizzate attraverso la cessione delle credenziali di accesso alle piattaforme di food delivery per l’esercizio dell’attività di ciclo fattorino (più comunemente conosciuti come “rider”).

L’attività rappresenta l’evoluzione delle verifiche avviate a cura del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Milano unitamente alla Polizia Locale del capoluogo nel settembre del 2019, a seguito del coinvolgimento di alcuni ciclofattorini in incidenti stradali nella città di Milano anche mortali, e svolte in coordinamento con la Procura della Repubblica di Milano – VI dipartimento Salute, Ambiente e Lavoro, finalizzate all’esecuzione di controlli a campione su strada dei c.d. rider al fine di acquisire informazioni sull’orario di lavoro, modalità di retribuzione, mezzi utilizzati, condizioni d’igiene e sicurezza ed altro, stante la mancanza di qualsivoglia tutela applicata agli stessi e alla non riconosciuta riconducibilità dell’incidente ad “infortunio sul lavoro”.

All’esito di complesse attività di valutazione e di riscontro con le stesse piattaforme sui coefficienti di rischio in ambito urbano in relazione alle attività prestate dai ciclofattorini venivano impartite idonee prescrizioni1 al fine di poter estendere le garanzie da lavoro dipendente alla categoria di lavoratori riconosciuta di fatto eterodiretta di tipo parasubordinato. Tale attività permetteva di applicare la vigilanza sanitaria secondo i dettami del T.U. 81/08 ad oltre 60.000 Rider oggetto di accertamento. L’adempimento totale delle prescrizioni da parte delle citate piattaforme comportava l’archiviazione del procedimento penale nel marzo 2022.

Nel corso dei controlli eseguiti a Milano tra il luglio e l’ottobre 2022 finalizzati a verificare l’effettivo e perdurante rispetto da parte delle piattaforme degli obblighi a loro imposti dal d.lgs. n. 81/2008 è emersa l’esistenza di nuove forme di “caporalato digitale” attraverso l’illecita cessione di account. Fino alla metà del 2019 la cessione di account era un fenomeno “fisiologico” dovuto alla volontaria e provvisoria messa a disposizione di terzi delle credenziali di login da parte del rider che, non volendo essere sloggato o penalizzato nel ranking2, non potendo svolgere personalmente la prestazione per periodi più o meno lunghi (a causa di infortuni, malattia, rientro in patria per gli stranieri ecc..) “prestava” volontariamente il proprio account senza pretendere alcun beneficio economico ma per il solo fine di mantenere in essere il rapporto con la/le piattaforma/e.

Con l’avvento del periodo pandemico, la prolungata chiusura degli esercizi commerciali e le restrizioni adottate per limitare la capacità di movimento delle persone al fine di contenere la diffusione del Covid- 19, si è registrata una crescita esponenziale da parte della popolazione dell’utilizzo dei servizi di delivery tramite applicazioni telematiche dedicate, trasformando di fatto i rider in lavoratori essenziali in circuito lavorativo 24/7. Le piattaforme di App Delivery hanno quindi proceduto a reclutare telematicamente un numero considerevole di nuovi rider.

Nel corso dei controlli, i Carabinieri hanno proceduto a:

  •  Individuare su “strada” e in particolare in ben 225 Hot Spot preventivamente censiti in tutto il paese (luoghi ove i rider si ritrovano in attesa di ricevere gli ordini) N. 1609 ciclofattorini;
  • verificare la presenza del fenomeno della cessione di account trasversalmente sull’intero territorio nazionale, concentrato soprattutto nel centro-nord Italia con le dinamiche già evidenziatesi a Milano, in quanto su 823 lavoratori stranieri controllati, 92 di questi sono risultati in cessione di account per una percentuale pari all’11,2%;
  •  accertare n. 23 prestazioni lavorative fornite da persone irregolari rispetto alle norme di soggiorno sul territorio nazionale;
  • avviare le verifiche su oltre 1500 rider circa l’effettivo assoggettamento dei lavoratori a tutti gli obblighi in materia di sicurezza ed igiene ai sensi delle norme prevenzionistiche in materia;
  •  controllare anche un minore che lavorava in cessione di account che è stato riaffidato al proprio genitore. Anche sulla base della proficua esperienza di collaborazione con la Polizia Locale di Milano maturata nel particolare settore, con il concorso di diverse Polizie Locali di grandi città tra le quali Torino, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Palermo e Catania, si è inoltre proceduto al sequestro/fermo amministrativo di N. 22 mezzi non idonei alla circolazione stradale in quanto non conformi alla normativa di settore e pericolosi per la salute e l’integrità fisica del Rider o di utenti della strada (in molti casi i velocipedi sono stati modificati in maniera artigianale con applicazione di batterie elettriche posticce al fine di aumentarne sensibilmente le prestazioni).

    In relazione alle riscontrate 92 cessioni di account, all’esito delle verifiche, saranno interessate le 36 Procure della Repubblica competenti per l’ipotesi di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (Caporalato). Al termine delle attività, con la fattiva collaborazione delle maggiori società di food delivery interessate, gli account in cessione o a qualsiasi titolo utilizzati fraudolentemente sono stati di fatto eliminati al fine di impedire la prosecuzione delle condotte illecite. Inoltre, le stesse società hanno recentemente implementato i controlli interrompendo il rapporto lavorativo nel caso emergano situazioni di irregolarità.

    Nell’operazione sono stati impiegati complessivamente N. 845 Carabinieri di cui N. 465 del Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro, N. 380 militari dell’Arma territoriale e N. 137 agenti delle Polizie Locali.

    Gli elementi raccolti, particolarmente significativi, potranno essere utili allo sviluppo di attività investigative di contrasto sull’intero territorio nazionale allo sfruttamento lavorativo dei rider e a garantirne le migliori condizioni operative e di sicurezza sul lavoro.