“Gioia ed emozione per il ritorno del Carlevè ‘d Mondvì” (PROGRAMMA E DICHIARAZIONI)

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IL PROGRAMMA

SABATO 11 FEBBRAIO
Ore 11- Sala del Consiglio comunale, corso Statuto 15, Mondovì
Conferenza stampa di presentazione dell’evento e della Béla Monregaleisa 2023;
consegna delle chiavi della città dal sindaco a sua maestà il Moro

A seguire, nel primo pomeriggio
Visita delle maschere ospiti ai Musei cittadini della Stampa e della Ceramica
Sfilata colorata delle maschere della tradizione nei centri storici della città

Ore 20,30 – Ca’ del Moro, piazza Jemina, Mondovicino
Cena di gala

DOMENICA 12 FEBBRAIO
Dalle ore 14,30 – Piazza Ellero-corso Statuto, Mondovì
Sfilata di carri allegorici e gruppi mascherati

MERCOLEDI’ 15 FEBBRAIO
Ore 14,30 – Ca’ del Moro, piazza Jemina, Mondovicino
Festa dell’ANFASS e dell’AMAC

GIOVEDI’ 16 FEBBRAIO
Ore 20,30 – Ca’ del Moro, piazza Jemina, Mondovicino
Tradizionale cena dei Lombardi

VENERDI’ 17 FEBBRAIO
Ore 14,30 – Ca’ del Moro, piazza Jemina, Mondovicino
Festa dei Centri anziani

SABATO 18 FEBBRAIO
Ore 20,30 – Ca’ del Moro, piazza Jemina, Mondovicino
Cena di chiusura

LUNEDI’ 20 FEBBRAIO
Ore 22,30 – Dancing Christ, Mondovì
Veglione dei commercianti

SABATO 25 FEBBRAIO
Ore 20,00 – Hotel La Ruota, Pianfei
Cena del Carlevé e serata danzante

Attenzione! Il programma potrebbe subire variazioni: consultate sempre i nostri canali social e il nostro sito.
In caso di maltempo la sfilata di domenica 19 febbraio verrà rinviata a domenica 26 febbraio.
Per ulteriori info: [email protected] ;334 3448647.

Planimetria_Sfilata_12-02

L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

«Accogliamo con grande emozione e gioia il ritorno del Carlevè ‘d Mondvì –
afferma il sindaco della Città di Mondovì, Luca Robaldo – in questa edizione in
cui l’evento riparte dopo lo stop legato alla pandemia. Viviamo ancora in tempi
complicati, dove le difficoltà sono molte, così come le incertezze: in questo contesto
spesso avaro di momenti di spensieratezza, ben venga il carnevale, un’occasione preziosa
di divertimento e di svago soprattutto per le famiglie, ma anche per le persone di ogni
età».
«Il Comune di Mondovì – prosegue il sindaco Robaldo – è accanto alla Famija
Monregaleisa , organizzatrice dell’evento, che come da tradizione in occasione del
nostro storico carnevale riesce a fare rete con le realtà del territorio, promuovendo una
fattiva collaborazione tra Enti, Associazioni ed aziende che operano a Mondovì e nel
Monregalese. Abbiamo tutti a che fare con le ristrettezze economiche che incidono in
ogni settore del nostro vivere e del nostro operare, ma nonostante tutto siamo certi che
il Carlevé – con la sua sfilata tradizionale e con i nuovi eventi con lo sguardo al futuro
che la Famija Monregaleisa ha pensato ed organizzato – rappresenterà nuovamente un
momento di pregio e prestigio per la Città, nell’ambito delle manifestazioni e della
promozione turistica».
«L’attesa sta terminando, siamo agli sgoccioli di questa nuova e rinnovata
edizione del Carlevé – aggiunge l’assessore alle Manifestazioni della Città di
Mondovì, Alessandro Terreno –. Siamo grati alla Famija Monregaleisa per il
continuo impegno e per i nuovi impulsi che sta dando ad uno degli eventi “storici” del
Monregalese. Un plauso particolare per il “Visual Carlevé ” organizzato la domenica 19
febbraio, evento dedicato ai bambini, che sono i protagonisti del presente, ma
soprattutto del futuro, di questa manifestazione».

FAMIJA MONREGALEISA – ENRICO NATTA presidente

«Stiamo vivendo tutti un periodo di grande cambiamento, ed è
innegabile che anche un grande evento come il Carlevé debba allinearsi con le
novità per rimanere vivace e al passo coi tempi». Così Enrico Natta, presidente
della Famija Monregaleisa , l’Associazione che organizza il carnevale di Mondovì.
«Ho iniziato il mio percorso dieci anni fa – prosegue Natta – ed in questo
periodo si sono verificati veri e propri stravolgimenti che non solo hanno modificato il
modo di intendere gli eventi e le manifestazioni, ma anche il nostro modo di essere.
Veniamo da due anni di pandemia, il carnevale del 2020 chiuse di fatto la nostra
“normalità” ed oggi a mio avviso patiamo le ripercussioni di questi anni difficili. C’è
ancora voglia di “uscire”, di aggregarsi: ma in questo contesto è difficile trovare
persone che abbiano voglia di mettersi in gioco e di assumersi responsabilità
tutte nuove e complicate. Questo – unito al fatto che al momento manca un vero e
proprio ricambio generazionale tra gli ideatori e costruttori di carri – si ripercuoterà
inevitabilmente sul numero di carri in sfilata. C’è ancora “voglia” di fare carnevale?
Probabilmente sì, ma soprattutto per questa edizione del Carlevé il compito della
Famija Monregaleisa è ancora più difficile rispetto al passato: dobbiamo riaccendere
l’entusiasmo, che sta alla base della manifestazione».
Come riuscirci? «Abbiamo rinforzato la nostra squadra – prosegue Natta –
con nuovi elementi, giovani, che come noi della vecchia guardia hanno la passione per
il carnevale ed hanno a cuore il futuro della manifestazione».
Ma non solo: «I tanti cambiamenti a cui accennavo prima – aggiunge il
presidente della Famija Monregaleisa – hanno fatto sì che tutti assieme ci trovassimo un
po’ a ripensare il Carlevé . Attenzione: questo non vuol dire snaturarlo,
trasformarlo in qualcosa di diverso. L’ossatura rimane quella della tradizione, con la
sfilata per i carri ed i gruppi, in programma il 12 febbraio; le grandi cene della
tradizione, quella di gala l’11 febbraio, quella del Lombardi il 16 e quella di chiusura il
18, che saranno tutte organizzate alla Ca’ del Moro , a Mondovicino; le visite del Moro
e della sua corte alle scuole e alle case di riposo. Ma aggiungiamo qualcosa di nuovo,
qualcosa che sappia stare al passo con i tempi, con la tecnologia, e con i nuovi gusti del
pubblico. Nasce così il “Visual Carlevé ”».

Di cosa si tratta? «Qualcuno ha erroneamente pensato che si trattasse di una sorta
di carnevale “virtuale”. Non è così. Il termine “visual” scaturisce dall’inevitabile
investimento che oggi è necessario far in ambito social, con una
comunicazione dell’evento molto più “visiva”, a volte interattiva. Il mondo è
cambiato, tantissimo, anche in questo, e il Carlevé deve stare al passo. L’esperienza
“visual” per il pubblico si svilupperà poi grazie al grande schermo che domenica 19
verrà sistemato in piazza Ellero, il principale teatro dell’evento, dove potremmo
assistere alle esibizioni di veejay di fama. Perché la protagonista sarà la musica, ma ancor
più protagonisti saranno i bambini, che invitiamo sin d’ora a venire, mascherati, per
divertirsi tutti insieme nella nostra piazza dedicata al gioco e al divertimento».
Come è possibile, con le difficoltà di oggi, mettere in piedi una macchina
vincente come quella del Carlevé ‘d Mondvì ? «Con tanta passione e voglia di fare,
che ci aiutano a superare i momenti di scoramento – conclude Natta –. Ma soprattutto
grazie all’apporto dei nostri numerosi sponsor privati, che non fanno mai mancare il
loro appoggio; alla Banca Alpi Marittime, che crede nei nostri progetti e ci supporta
con grande generosità, oltre ad averci ospitato nella sua bellissima sede del castello di
Carrù per uno speciale servizio fotografico che sveleremo al pubblico durante la
conferenza stampa di presentazione; alla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e al
Comune di Mondovì, e tutti quanti si adoperano per mantenere viva una delle nostre
più belle e vivaci tradizioni, che è in grado di fare ancor più bella la nostra già splendida
città».

GUIDO BESSONE, IL MORO

Aveva raccolto il testimone nel 2018, ed ora si appresta per vestire i panni del
Moro per il quinto anno consecutivo. Per Guido Bessone, monregalese da sempre, 60
anni, la maschera del principe saraceno che governa la città di Mondovì nei giorni di
carnevale è praticamente una tradizione di famiglia: papà Fino vestì i panni del Moro
nel 1977 e successivamente dal 1979 al 1985.
Oggi tocca ancora a Guido ricoprire il ruolo, che come ci svela è molto di più
che semplici scarpe a punta, un turbante, un mantello e il caratteristico
martello con il quale tradizionalmente suona l’adunata per la grande baldoria del
Carlevé .

«Quello del Moro non è un ruolo semplice come potrebbe in realtà apparire –
dice Guido Bessone –. Dietro quella maschera, dietro il gesto di dipingersi il volto, di
indossare quegli abiti così caratteristici, c’è una tradizione ultra cinquantennale,
che Mondovì porta avanti con passione dagli Anni Cinquanta, e che ha portato la città
ad essere tra le principali interpreti del carnevale in Piemonte. Il Moro rappresenta
quello che è un vero e proprio “movimento culturale” che ha salde radici nel
passato, quando gli artigiani che realizzavano e costruivano i carri di carnevale si
incontravano, spesso di sera, dopo il lavoro; quando le realtà associative si
confrontavano sulle idee per un gruppo mascherato. Un passato di cui ho ben presente
la figura di mio padre che si truccava “da Moro”, provava i vestiti, si faceva trovare
pronto per quell’appuntamento in cui davanti a lui, alla sua corte e tutta Mondovì
sfilavano quei carri, e quei gruppi, impegnati in una “gara” a chi sarebbe stato il più
colorato, il più bello, il vincente».

Cosa rimane oggi di tutto questo? «Nei giovani c’è comunque ancora voglia di
mettersi in gioco. La pandemia ha un po’ fiaccato, in tutti, la voglia di aggregarsi, di
“muoversi”, di creare e inventarsi cose nuove. Il carnevale, come movimento, forse ne
ha risentito. Ma penso che il nostro Carlevé sia al riparo, perché il suo punto di forza
tradizionale non verrà mai meno».
Qual è? «È lo spirito stesso del Carlevé , quello che consente di portare un
sorriso, una ventata di spensieratezza, di felicità e di ricordi in chi è più fragile,
meno fortunato, più solo. Penso sempre all’allegria scatenata dei bambini quando viene organizzato il “giro del Moro” nelle scuole, un appuntamento tradizionale che
quest’anno riusciamo finalmente a ripristinare; penso alla gioia che vediamo negli occhi
degli anziani delle case di riposo, una gioia autentica, che noi maschere – anche grazie
all’entusiasmo e alla grande partecipazione dei componenti della corte del Moro –, con i
nostri colori e accompagnati dalla nostra musica, riusciamo a regalare sentendoci
davvero orgogliosi di quello che stiamo facendo».