A Pollenzo la nuova installazione di Otobong Nkanga

Ultimo appuntamento di “A Cielo Aperto”, progetto di arte pubblica promosso dalla Fondazione Crc per celebrare i suoi 30 anni di vita

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È stata inaugurata a Pollenzo, l’installazione ambientale site-specific dell’artista nigeriana Otobong Nkanga intitolata “Of Grounds, Guts and Stones / Sulle terre, le trippe e le pietre”, un’opera scultorea formata da una serie di sedute in marmo, tubi in metallo e fioriere che ospitano piante aromatiche locali e stagionali posizionata nel prato antistante l’Università di Scienze Ga­stronomiche.

Si tratta del quarto e ultimo appuntamento di “A Cielo Aperto”, il progetto di arte pubblica promosso dalla Fon­dazione Crc per celebrare il suo 30° compleanno e realizzato in collaborazione con il Castello di Rivoli Museo di Arte Con­temporanea.
Come ha ben sottolineato il presidente della Fondazione Crc, Ezio Raviola: «Con questo appuntamento si conclude un’i-niziativa culturale unica, che ha lasciato un segno tangibile e di grande valore sul territorio provinciale, grazie al posizionamento delle opere di quattro artisti particolarmente significativi della scena internazionale. Conclude questo ciclo Otobong Nkanga che ha ideato l’opera scultorea “Of Grounds, Guts and Stones” per Pollenzo.

Siamo lieti che quest’ultima tappa sia occasione per consolidare i rapporti di collaborazione con Slow Food e con l’Università di Scienze Gastro­nomiche e impreziosire con questa opera una zona caratterizzata da una forte identità comunitaria. Un ringraziamento speciale va al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, per la curatela scientifica e la collaborazione garantita per questo importante progetto».

Alla presentazione dell’opera, sono intervenuti il sindaco di Bra, Gianni Fogliato che ha portato i suoi saluti, ringraziando la Fondazione Crc per il dono; l’amministratore unico dell’A­genzia di Pollenzo, Vladimiro Rambaldi e Fran­ce­sca Lavazza, presidente del Castello di Rivoli con il direttore Carolyn Chri­stov-Bakargiev, che ha sottolineato: «dopo due anni e mezzo di pandemia, è ora di uscire all’aria aperta. Un progetto come questo, fortemente voluto dalla Fondazione Crc, ci ricorda come l’arte abbia effetti curativi e benefici sul pubblico e ci chiama anche alla nostra re­sponsabilità verso l’ambiente, così ricco di stimoli estetici e così aperto ad accogliere le opere d’arte». Commosso e sentito il ringraziamento alla Fondazione Crc «capace di credere in un progetto e correre con il progetto per raggiungere l’obiettivo. L’idea di questo percorso nasce, in anni lontani, con il dinamico Gian­do­menico Genta che co­nobbi quando ero direttore oltre che del Castello di Rivoli anche della Gam: mi disse che avrebbe voluto promuovere alcune mostre affinchè le nostre collezioni potessero essere fruite dai cittadini di tutto il Piemonte. È nata così una sinergia che si è concretizzata, sotto la presidenza di Ezio Raviola e con il coinvolgimento del consigliere Capello, con il progetto “A Cielo Aperto”, un viaggio open air nell’arte contemporanea che ha proprio il compito, dopo questi anni pesanti della pandemia, di aiutare a respirare».

«Un grazie speciale alla sensibilità del presidente della Fon­dazione Crc, Ezio Raviola», ha rimarcato Francesca Lavazza, presidente del Castello di Rivoli, «che ci ha permesso con questo viaggio nell’arte contemporanea di raccontare una storia non solo di territorio, ma lungimirante anche nei confronti di progetti che hanno una valenza sociale, di arte pubblica come quella che siamo qui oggi a tratteggiare. Un dialogo, quello intrapreso tra il Museo del Castello di Rivoli e Fondazione Crc, mai scontato, di visioni comuni legate ad un principio importante: l’arte per tutti, inclusiva».

«Le enormi sfide che caratterizzano l’epoca che stiamo vivendo», ha affermato Edward Mu­kiibi, presidente di Slow Food, «toccano ogni singola entità vivente sul Pianeta, umani e non umani ugualmente, e chiamano a un’azione di collaborazione. Anche l’arte contemporanea è chiamata a fare la sua parte, mettendo a disposizione la straordinaria capacità degli artisti come Otobong Nkanga di leggere i tempi che viviamo, immaginare il futuro e trasformare pensieri e visioni in forme espressive di forte impatto. La rigenerazione di cui parla Slow Food trova una grande spinta nell’opera degli artisti contemporanei e gli artisti camminano a fianco delle comunità di Terra Madre».

E proprio la natura è al centro dell’opera di Otobong Nkanga: «questa mia ricerca artistica esalta il valore dell’orticoltura come pratica di rigenerazione in cui la mescolanza tra piante autoctone diventa metafora di felice coabitazione tra i viventi, sia umani, sia vegetali; all’insegna di un mondo più equo e solidale»

Il viaggio nell’arte contemporanea promosso dalla Fondazione Crc con 4 artisti di fama internazionale

A SONG A PART – Susan Philipsz
Museo Civico della Stampa, Mondovì
L’opera, che si basa su due canti di Maddalena Casulana (1544-1590), tocca i temi della separazione e del desiderio di ricongiungimento. L’installazione sonora si riferisce inoltre alla nascita della stampa tipografica, rivoluzione tecnologica risalente al 1455, ed in particolare alla figura di Antonio Mathias, stampatore fiammingo, originario di Anversa, che si trasferì da Genova a Mondovì dove fondò, in collaborazione con Baldassarre Cordero, una delle prime tipografie d’Italia.

THE PRESENCE OF ABSENCE PAVILION – Olafur Eliasson
Castello di Grinzane Cavour
La scultura è formata da un parallelepipedo in bronzo scavato all’interno a rappresentare il vuoto prodotto dallo scioglimento di un ghiacciaio, in riferimento alla crisi ecologica e al riscaldamento del pianeta. L’opera è stata realizzata dalla fusione di un blocco di ghiaccio proveniente dal fiordo di Nuup Kangerlua, al largo della costa della Groenlandia, area dove la calotta glaciale formatasi nel corso di milioni di anni oggi perde decine di migliaia di blocchi simili ogni minuto. L’opera è collocata sul prato del castello di Grinzane, non lontano dalla Vigna Gustava appartenente alla Fondazione Crc.

IL TERZO PARADISO DEI TALENTI – Michelangelo Pistoletto
Rondò dei Talenti, Cuneo
L’opera è stata appositamente sviluppata dall’artista per l’area esterna del Rondò dei Talenti di Cuneo, in relazione alla curvatura dell’edificio e alla struttura della piazza. Il Terzo Paradiso dei Talenti nasce come scultura partecipativa che promuove l’idea di collaborazione, valorizzado il contributo di molteplici comunità del territorio. L’opera è stata realizzata a partire da oltre 200 disegni prodotti da bambini e studenti, i quali hanno interpretato il tema dei talenti, esprimendo le loro abilità e aspirazioni.