Un omaggio ad Albert Giuliano

Giovanni Bianco, ricercatore bovesano, dedica un momento al grande fisarmonicista prematuramente scomparso

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Il ricercatore bovesano Giovanni Bianco dedica nuova serata rivoirese, dopo il successo di quella del 9 dicembre (video sulla siccità dell’estate scorsa in Valle Colla e Valle Maria) al ricordo di Albert Giuliano. Si tratta di uno dei più talentuosi e sensibili fisarmonicisti che il panorama locale abbia prodotto negli ultimi decenni.

L’appuntamento è per venerdì 27 gennaio, alle 21, nel Salone della Scuola Materna, in Piazza Giovanni Paolo II (ingresso libero, mascherina consigliata).

Giuliano, classe 1959, è scomparso prematuramente l’anno scorso, nel 2022. Era nato a Tet Isabela di San Giacomo di Boves, e, vissuto in Francia con i genitori emigrati, era tornato in Valle, lui solo, a diciotto anni. «Conosciuto e assai apprezzato anche in Valle Vermenagna, era bella persona, dal grande talento, sempre cordiale, generoso e disponibile», Spiega Bianco. «Racconta la sua storia nel mo video “In ricordo di Albert”, registrata di fronte alla lapide di guerra a Tet Isabela, pubblicata su gibi449 – youtube l’anno scorso a seguito della scomparsa».

In collaborazione con Rivoira Terra di vita viene presentata in edizione rivista questa ricerca, inedita, «Nosta valada», «Immagini, voci e note in Valle Colla». Le immagini sono state registrate tra il dicembre 2013  ed marzo 2014, per una durata di ottanta minuti (quella grossomodo solita delle opere di Bianco, ndr).

È raccolta di venti testimonianze.

Sentiamolo raccontare nella «introduzione» dello stesso Bianco.

«Tre fisarmoniche accompagnano il percorso: quelle di Albert Giuliano, ovviamente, Luca Pellegrino (polistrumentista attualmente apprezzatissimo) di Rivoira e Stefano Bertaina di Vernante. Apre Albert, accompagnato da piccola allieva, davanti al presepe di San Giacomo, illustrato da nonno Michelino e da Mauro Pellegrino, storico “esecutore tecnico”. Giorgio Galfré, classe 1999, e Mattia Giuliano, classe 1997, nipoti di Severino e Alda, giovanissimi pastori, guidano il piccolo gregge alla capanna della Natività di San Giacomo. Ezio e Angela Cavallo, ex titolari dello storico negozio locale, mostrano il passaggio dalle mucche in stalla agli apprezzati “tumin del Meniot”. I fratelli Simone e Piero Martini, a Tet Dinas, lavorano il ferro e il legno, Simone si arrampica anche sugli alberi per la potatura. Severino ed Ala Giuliano sono con un bel gregge di pecore sambucane. Aldo Dalmasso, classe 1947, “Maretta” (di Rosbella) lavora il legno, costruisce bastoni e “canaule”, per le pecore del nipote. Maria Dalmasso, classe 1925, storica produttrice di ottimi “tumin” in Vallone Francia, con il figlio Fiore, racconta presente e passato. Domenico Pellegrino, classe 1947, a Tet Gros, Tetto Grosso, presenta le ultime tre mucche Piemontesi della sua stalla. La famiglia di Stefano Pellegrino, classe 1961, Mauro e mamma Graziana, son nella stalla e durante lavori invernali (costruzione di una madia). Giuseppe Martini, calsse 1944, fratello dello storico pastore “Murisiu”, Maurizio, scomparso, è a Tet Baudetta, insieme al nipote Alex con neve e “castule” ai piedi, trasporta il fieno alla stalla con “brasera”, sulla pista scavata nei due metri di neve appena caduta (scene assolutamente tipiche della Valle Colla, con protagonisti personaggi a cui Bianco si interessa da anni, ndr). Mario Pellegrino spazza la neve davanti al “ciabot”… Celestino Pellegrino, classe 1931, storico mugnaio, mette in funzione e illustra il vecchio mulino del Meniot. A Rivoira (e molto sarà gradito, ndr) Enzo Maccario, presidente della scuola materna presenta la struttura e i bambini. Tonino Dutto, classe 1940, artigiano, con figlio, ricorda i lavori dei muratori di una volta, iniziò apprendista del papà di Claudio Prato… Aldo Pellegrino, col figlio, scultori in legno, presenta un nuovo progetto: la costruzione di un originale strumento a corde, il “dulcimel”, “collaudato” in diretta di Luca Pellegrino (e molto apprezzato in seguito). Elio Dutto, agricoltore e allevatore di tori, “come una volta”, mostra con orgoglio il prima premio alla esposizione mercato del MIAC dell’anno precedente. Il “Circolo Unione Agricola” è presentato da Presidente e titolari. I fratelli titolari della storica “Osteria degli amici”, raccontano la storia del locale, dal nonno, alla mamma, con particolari relativi al periodo di guerra. Stavolta non trascuro “Le mie radici”. Presento la storia della mia famiglia materna, Bisotto/Ramero, tra San Mauro e Rivoira. Lucia Pittavino, classe 1915, riflette: “l’anno prossimo avrò cento anni”. Cugina di mia madre Celestina Bisotto, racconta la famiglia e la vita in campagna: “se si fa volentieri il lavoro non è pesante”, in pace e in guerra, “vedere la casa tutta bruciata dai tedeschi, è stato terribile”… Beatrice, vedova del cugino Mario Bisotto, racconta la parentela e la vita di un tempo. Cugini secondi, Ettore e Giovanna Ramero raccontano la vita del papà muratore e della mamma orticultrice…».