Mondovì, al via la sessione autunnale del Convegno AICC dedicato a “I mondi della follia”

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vasco beccaria govone

L’accogliente Aula Magna della Scuola Comunale di Musica di Mondovì lo scorso 3
novembre ha ospitato la prima delle tre giornate della Sessione Autunnale del Convegno
AICC dedicato a “I mondi della follia”, in collaborazione con A.P.I.C.E., Liceo Statale
Vasco-Beccaria-Govone, Centro Studi Monregalesi e l’Associazione Culturale “Gli
Spigolatori” e col patrocinio della Città di Mondovì.

Il pomeriggio è stato aperto dal Dirigente Scolastico del Liceo, Prof. Bruno Gabetti, che ha voluto sottolineare come – accanto alla follia che solitamente caratterizza il male, le
guerre, le idee instillate per godere della sofferenza altrui, quando pone la mente in una
sorta di gabbia, quando conduce all’odio – esista anche una follia buona, “egregia”, fatta di
emozioni che permettono di avere consapevolezza di non volersi omologare e conservare
con coraggio, la forza e la sicurezza di esprimere le proprie idee.

Il Prof. Stefano Casarino, dopo aver rivolto i ringraziamenti alle autorità presenti, ha
illustrato come gli incontri che si terranno nel mese di novembre si focalizzeranno sul
mondo della filosofia, delle letterature sia italiana che tedesca, e della storia. Ed è proprio
la storia, la storia contemporanea, il palcoscenico nel quale si è mosso il primo incontro
che ha visto affrontare le tremende follie del nazismo e delle guerre bosniache attraverso
una attenta analisi realizzata dal Prof. Ennio Desderi, docente di Lettere Classiche al Liceo Pellico-Peano di Cuneo, dal Dr. Franco Chittolina, Presidente di A.P.I.C.E., e dalla Dr.sa Kanita Foçak, preziosa testimone di quegli orrori compiuti da uomini su uomini negli anni ’90 in Bosnia.

Il primo relatore ha introdotto Etty Hillesum e ci ha parlato di come questa ragazza di soli
27 anni, che desiderava essere un cuore pensante e fermamente credeva nel Bene,
seppe squarciare il buio delle angosce e della disperazione reagendo alla persecuzione
nazista con la rinuncia all’odio, consapevole però che per tale suo modo di sentire e
pensare poteva essere considerata folle.

Nei suoi quaderni e nelle sue lettere Etty racconta di cultura, di letteratura, di autori come Rilke, Sant’Agostino, Dostoevskij, di Dio, di come seppe intraprendere un percorso con Lui, anche grazie a Julius Spier, potendo così far emergere la donna che era già, anche se inconsapevolmente: seppe far diventare “la sua vita un’unica lunga passeggiata”. E scrive di Amore in ogni sua accezione: da quello fisico e sentimentale per Spier a quello per Dio, che pervaderà le ultime pagine del suo diario, abbracciando l’Amore per l’umanità, evidenziando così la sua capacità di amare in modo assoluto il suo prossimo.

Rifiutò l’aiuto degli amici e seguì il suo destino: salì con la famiglia su quel maledetto vagone per ritrovarsi ad Auschwitz dove morì il 30  novembre 1943, come affermato dalla Croce Rossa. Il buio che Etty cercò di illuminare, però, tornò e sta tornando sul territorio europeo.

Ci si era illusi che, dopo la seconda guerra mondiale, mai più un conflitto sarebbe scoppiato sul suolo europeo e invece…Invece la storia assurdamente si ripete. Si credeva di poter vivere nella pace e nel rispetto, ma eccoci a fare nuovamente i conti con un nuovo conflitto, questa volta tra Russia e Ucraina.

Sarajevo, Pristina e le altre città balcaniche sostituite da Kiev, Mariupol, il Dniepr al posto
della Drina, già confine nel 395 d.C. (anno della morte dell’imperatore Teodosio) tra
Impero Impero Romano d’Occidente e d’Oriente… sembra un dejà-vu, sembra che le
lancette dell’orologio della storia corrano indietro…

La Dr.sa Kanita Foçak, accompagnata dal Dr. Franco Chittolina, ha svelato – attraverso
parole che hanno dato vita ad un racconto tremendo che ha intensamente commosso il
vasto pubblico – i segreti, gli orrori, le difficoltà di ciò che lei, la sua famiglia e tutti i suoi
compatrioti, hanno vissuto in quei dolorosi quattro anni, quando le bombe hanno ucciso
più di quattordicimila persone, tra cui tanti bambini innocenti, e di quando un colpo di
mitragliatrice di contraerea non solo distrusse la sua casa, ma uccise suo marito.

Inizialmente sembravano esercitazioni, ma poi è stata la follia umana, quella cattiva, quella
dell’odio a dirigere gli eventi: perché le “guerre sono sporche”, come l’animo di una certa
classe dirigente. Furono quattro anni senza luce, senza gas, senz’acqua, senza posta: in
condizioni di vita ai limiti della sopravvivenza. L’assedio di Sarajevo durò più di quello di
Stalingrado, è una pagina atroce della storia europea di soli trent’anni fa: tutti dovrebbero
conoscerla e meditarvi sopra. E invece…

La nostra Europa, nata dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale, dovrebbe fare
tesoro del suo passato e lavorare ogni giorno per il miglioramento di quelle soluzioni che
legittimano le istituzioni democratiche, al fine di impedire una ricaduta nel virus della follia
delle guerre.

Come affermava Friedrick Hegel: “Tutto ciò che l’uomo ha imparato dalla storia, è che
dalla storia l’uomo non ha imparato niente”. La storia è una grande maestra di vita, sono
gli uomini ad essere “folli” alunni che non vogliono imparare.”