Prodotti tipici e convegni «Una formula vincente»

Nata negli anni ’30, la Fiera del Marrone venne sospesa con la Seconda Guerra Mondiale e tornò solo nel 1999, su impulso di Edue Magnano. Oggi è vetrina delle migliori produzioni locali e occasione di confronto

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La Fiera del Mar­ro­ne a Cuneo rappresenta oggi uno degli appuntamenti di maggior spicco per le produzioni tipiche del territorio piemontese.
Le prime edizioni della manifestazione risalgono al­la fine degli anni ’30, quando veniva organizzata in piazza Galimberti. Cuneo era infatti uno dei più forniti centri mercatali di prodotti castanicoli del Nord Italia, grazie alla grande ricchezza di frutti che arrivavano dai castagneti situati nelle frazioni dell’altipiano e dalle valli circostanti.

L’idea della Fiera nacque quindi per creare un grande evento, da affiancare all’annuale mercato delle castagne che già si svolgeva in quella che oggi è via XX Settembre.
Con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale la Fiera venne sospesa e soltanto nel 1999 se ne recuperò l’eredità, quando Edue Magnano, da poco nominato nella neonata Azien­da Turistica Locale del Cuneese, ebbe l’intuizione di promuovere la città attraverso una fiera caratterizzata da un prodotto tipico: dopo un lungo e approfondito studio, Ma­gnano individuò la castagna, riscoprendo quanto era stato fatto a Cuneo negli anni ’30.

Nel 1999 venne così organizzata la prima edizione della “rinata” Fiera del Marrone, che riscosse su­bito un grande successo: via Roma fu invasa da espositori, da castagnari e dal profumo di caldarroste. L’idea di Magnano non si limitò però al solo mercato: la Fiera volle da subito caratterizzarsi come un punto di riferimento per gli operatori del settore. Grazie agli stretti rapporti con l’ambiente universitario, fin dalla prima edizione trovò così grande spazio la parte scientifica, con convegni e tavoli di lavoro sulle principali problematiche del settore.

Nelle edizioni successive la Fiera continuò a crescere, ma mostrò la necessità di avere a disposizione pro­fessionalità sempre mag­giori: per questo, nel 2004, venne ceduta la ti­tolarità dell’organizzazione al Comune di Cuneo.
Tre anni più tardi arrivò il momento di un’ulteriore svolta positiva. Con la nona edizione si crearono infatti i presupposti perché la Fiera potesse diventare quella sognata dal suo ideatore (Edue Ma­gnano purtroppo non po­trà vederla, perché era mancato due anni prima).
In quell’anno nascono così i saloni tematici, che ridisegnano la Fiera e i suoi spazi, e viene redatto, grazie anche al contributo di conoscenze di Slow Food, un nuovo disciplinare per gli espositori, maggiormente stringente.
Nel 2008 si completa il percorso iniziato l’anno precedente, per merito anche di Domenico Giraudo, da poco nominato assessore al Commercio con il compito specifico di seguire la Fiera.

Nel 2009 si colgono i frutti del rinato entusiasmo: il Marrone diventa Fiera Nazionale, nasce il Pa­diglione del Mobile per il legno di castagno e trovano spazio i birrifici artigianali e la carne piemontese, oltre agli spettacoli ripetuti durante tutta la giornata. Aumentano an­co­ra gli espositori, che ormai coprono tutte le regioni italiane e molti paesi stranieri, e la Fiera si trova ad aver bisogno di nuovi spazi: si allarga così a piazzetta Audiffredi, piazza Torino e, per la prima volta dopo gli anni ’30, ritorna su piazza Galimberti. Nascono iniziative collaterali alla Fie­ra, come le proposte turistiche di Conitours e di Terre di Granda, e ritrova spazio la parte scientifica, con Castanea, il 1° Con­gresso Europeo sul Ca­stagno, che riunisce a Cu­neo studiosi, professionisti e tecnici provenienti da tutto il mondo.
Il salto di qualità è certificato l’anno successivo dai patrocini del Ministero dell’Agricoltura e del Turismo e dalle importanti partnership con Terra Madre e Eataly, che nei giorni della Fiera diventa vetrina della castagna Igp e delle eccellenze cuneesi. Gli espositori crescono ancora (saranno 240) e la Fiera si allarga ulteriormente, fino a coprire metà di piazza Galimberti.

Nel 2015, dopo un trasloco di qualche anno per permettere il completamento dei lavori di riqualificazione del centro storico, la Fiera ritorna in via Roma, dando la possibilità di ammirare le facciate dei principali palazzi restaurati e riportati al loro antico splendore.
Il sogno di Magnano finalmente si è avverato: attorno alla castagna, la Fiera è diventata una vetrina delle eccellenze del territorio e un punto di riferimento per la castanicoltura italiana.