Lavori sulla SP 662 Saluzzo-Savigliano: “Intervento decisivo per rilanciare le Terre del Monviso”

Fino al 14 ottobre, sull’intera tratta, per consentire i lavori saranno istituiti dei sensi unici alternati regolati da semafori provvisori di cantiere o da personale delle ditte incaricate

0
1

L’Anas ha annunciato il via al cantiere per la sistemazione dei 12 km del rettilineo che unisce Saluzzo a Savigliano. Nel 2021 la strada catalogata come «Sp 662» è passata sotto la competenza Anas, insieme ad un totale di 112 km di strade di tutto il Cuneese, in seguito all’interessamento degli allora vice presidente e della Provincia di Cuneo Flavio Manavella e assessore regionale Francesco Balocco.

Fino al 14 ottobre, sull’intera tratta della «662» per consentire i lavori saranno istituiti dei sensi unici alternati regolati da semafori provvisori di cantiere o da personale delle ditte incaricate. E’ importante prestare la massima attenzione agli operai a piedi nei siti oggetto dell’intervento. La riqualificazione della «Sp 662» è da sempre una priorità per le amministrazioni locali di Saluzzo
e delle Terre del Monviso.

Nel 2019 la Provincia si attivò per ripristinare i tratti più malandati della «Sp 589» tra Pinerolo e Saluzzo. Un cantiere da 211 mila euro in un contesto finanziariamente difficile per l’ente cuneese, in attesa proprio del trasferimento ad Anas che intervenne nel 2020 sulla «Sp 589» e nel 2021 sulla tangenziale di Saluzzo. Sempre nel 2021 due altri importanti interventi per il territorio: la riapertura del casello d’ingresso in A6 a Marene e la rotatoria al posto del bivio, in accesso a Savigliano.

Un quadro di miglioramento complessivo della viabilità della nostra zona ed una conferma in più che la leale e fattiva collaborazione tra enti, in un’ottica strategica, produce risultati positivi per tutte le comunità dell’area vasta.

«Auspichiamo che queste modalità di lavoro trovino sempre più spazio – dice il sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni -: la politica deve sempre più sforzarsi di cambiare approccio, perché servono una nuova scala progettuale ed una visione complessiva per rilanciare le aree interne come quella in cui abitiamo, dove lavoriamo, dove cresciamo i nostri figli».