«Fiera: vetrina eccezionale obiettivo? crescere ancora»

Mancano pochi giorni all’apertura di uno degli eventi autunnali più attesi. In prima linea, nell’organizzazione, c’è il Comune di Cuneo. Ne abbiamo parlato con l’assessore alle Manifestazioni Sara Tomatis

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Cresce la Fiera Na­zionale del Mar­rone di Cu­neo. Non solo nel nu­mero di espositori, standisti e iniziative, ma anche in termini di ambizione e obiettivi. Lo ha fatto chiaramente intendere il neo assessore a Manifesta­zio­ni, Turismo e Metro Mon­tagna del Comune di Cu­neo, Sara Tomatis, la quale, nel­l’intervista che ci ha rilasciato, ha evidenziato come la kermesse autunnale del capoluogo rappresenti un’opportunità strategica per la promozione del territorio, per ampliare la rete sinergica attiva con le aree circostanti e anche per sensibilizzare il pubblico circa alcune tematiche di assoluta attualità e non più rinviabili, come la ne­cessità di tornare a percorrere strade esclusivamente eco­sostenibili.

Assessore Tomatis, cosa rappresenta la Fiera Na­zio­nale del Marrone per la vostra Amministrazione?
«La Fiera Nazionale del Mar­rone di Cuneo deve es­sere sempre più una vetrina capace di valorizzare i tanti prodotti di qualità del nostro territorio».

Quale strategia attuare?
«La valorizzazione delle nostre eccellenze deve ne­cessariamente passare an­che attraverso la creazione di sinergie con i territori vicini. Penso, in particolare, alle Langhe e alle montagne delle Valli Cuneesi. La nostra area è davvero meravigliosa e dispone di risorse straordinarie: il fatto di fare ancora più squadra con i territori che citavo prima può rappresentare un traino economico non secondario. Ma non è tutto. L’altro asse portante della kermesse dedicata al marrone è costituita dalle varie categorie produttive attive sul territorio. Se la Fiera esiste ed è sempre più un punto di riferimento il merito va sicuramente ascritto a questo comparto che, tra gli altri, comprende gli artigiani e gli agricoltori delle nostre zone. A tutti loro va il no­stro grande grazie: han­no aderito al­l’evento con en­tusiasmo, facendosi tro­­vare prontissimi do­po due anni particolarmente difficili a causa delle re­stri­zioni imposte dall’e­mer­genza sanitaria».

I punti forti dell’edizione numero 23?
«Sono tantissimi, a partire dagli espositori e dai caldarrostai, dagli eventi culturali e da quelli di intrattenimento. Vorrei focalizzarmi soprattutto su un appuntamento: la proiezione, in anteprima nazionale, del film-documentario “Innesti” di Sandro Boz­zolo (ne parliamo a pag. 42, ndr). Patrocinata da Slow Food e fortemente sostenuta da Carlin Petrini, la pellicola racconta la storia di Ettore Bozzolo, padre del regista e guardiano di castagneti. Ho visto l’opera in occasione di una proiezione privata proposta ai castanicoltori durante Ter­ra Madre, a Torino, ed è bellissima. Si va ben oltre il recupero del castagneto effettuato da Bozzolo e si approfondiscono temi estre­mamente prioritari e attuali, come la sostenibilità am­bientale, la cura del pianeta e il rispetto dei suoi ritmi. Peraltro tutti argomenti affrontati dalla nostra Fiera che ha nel marrone un prodotto eccezionale per veicolare questi tipi di messaggi. Va in questa direzione pure il Palaclima che, in occasione della manifestazione, fungerà da infopoint per il Parco Alpi Marittime e il Parco Fluviale».

La sostenibilità sarà protagonista di altri appuntamenti?
«Sì, verrà proposto un momento scientifico specifico (pag. 44, ndr), nel quale crediamo molto, co-organizzato con l’Univer­sità di Torino-Cen­tro Re­gio­­nale di Casta­nicol­tura: protagonisti saranno alcuni giovani ricercatori i quali parleranno di innovazione relativamente al Centro Nazionale di Chiusa di Pesio che da infrastruttura di ricerca per i giovani diventa anche centro nazionale per la conservazione della biodiversità, con il prestigioso riconoscimento del Ministero della Transizione Ecologica».

Ci saranno ulteriori focus?

«Nell’edizione di quest’anno, con un impegno ancora maggiore da parte del Co­mune, cercheremo di ri­marcare il ruolo centrale del­­la nostra città che è la realtà di riferimento per tutte le vallate circostanti. A questo scopo si parlerà diffusamente di agricoltura e di montagna. Cito, in particolare, il convegno “Mon­tagna, un futuro di opportunità” (dettagli a pag. 45, ndr) che ci vede impegnati al fianco della Cia e a cui parteciperà an­che l’Uncem. Alla luce di queste premesse auspico un’adesione nu­merosa da parte degli amministratori locali del territorio».

La Fiera nel futuro?

«L’evento deve continuare a crescere procedendo sul­la strada imboccata, am­pliando le sinergie con i territori e gli enti locali, puntando sempre più sulla qualità e facendosi portavoce delle questioni più sentite. L’Am­mi­ni­stra­­zione crede nelle potenzialità dell’evento e, in generale, c’è fiducia perché il nostro è un territorio con realtà particolarmente ricettive».

Lei come vivrà l’evento?

«Amo molto la Fiera, a partire dai caldarrostai. Per la prima volta sarò “dietro le quinte” dopo tanti anni vis­suti nei panni di visitatrice. Ciò mi rende ancora più orgogliosa di questa straordinaria vetrina delle nostre eccellenze».