“Alcotra Terres Monviso – Ris[K]: mettere in sicurezza la mobilità transfrontaliera”

L’analisi dei risultati ottenuti e il confronto sulle prospettive future

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L’analisi dei risultati ottenuti e il confronto sulle prospettive future è il lavoro portato avanti ieri e oggi, il 29 e 30 settembre, nel seminario organizzato nell’ambito del progetto europeo «Alcotra Terres Monviso – Ris[K]: mettere in sicurezza la mobilità transfrontaliera», uno degli “assi” del Piter Terres Monviso (2018-2023).

Un evento organizzato nella valle del Queyras a Abriès-Ristolas / Aiguilles / Molines-en-Queyras dal presidente della communauté de communes del Guillestrois Queyras, Dominique Moulin nella sua veste di capofila. Tra i partner italiani presenti c’erano Silvano Dovetta, sindaco di Venasca e consigliere della Provincia di Cuneo, Mauro Calderoni sindaco di Saluzzo e capifila di «Terres Monviso», Loris Emmanuel, sindaco di Moiola e presidente dell’Unione Valle Stura.

Due i momenti-chiave che hanno permesso di approfondire la tematica:

giovedì 29 settembre, grazie agli interventi di specialisti come Anne Chanal, a capo del gruppo rischi e territori del Dipartimento rischi naturali del Centro studi specialistico sui rischi, l’ambiente, la mobilità e la gestione (Cerema) e Sandra Giordan, ispettrice dei lavori dipartimentali delle Alpi Marittime per la ricostruzione della valle Roya;

venerdì 30 settembre i rappresentanti politici delle comunità maggiormente coinvolte da queste tematiche si sono ritrovati in occasione di due tavole rotonde tematiche che hanno trattato della sperimentazione e degli sviluppi futuri rispetto alla messa in sicurezza della mobilità tra Francia e Italia, i due versanti delle Terres Monviso. Altri appuntamenti simili sono previsti sino alla primavera del 2023, data di chiusura del progetto.

«Si tratta di territori soggetti a numerosi rischi naturali e antropici – dicono i tecnici di Ris[K], le cui strade rappresentano le arterie principali permettono lo spostamento di uomini e merci. Questo progetto si è concentrato sulla messa in opera di partenariati del tutto inediti fra soggetti pubblici come Regione Piemonte e Dipartimento delle Hautes-Alpes e gli enti locali e territoriali Communauté de communes del Guillestrois Queyras, l’Unione Montana Valle Stura e la Provincia di Cuneo, con lo scopo di mantenere alta l’attrattività del territorio cioè la qualità di vita e attrattività turistica». «Concentrandosi su tre diversi tipi di rischi – proseguono – come valanghe e sicurezza stradale per il versante italiano, slittamento geologico straordinario per il versante francese, il dossier di progettazione si è concentrato sulla co-direzione dei lavori, associando le pratiche di manutenzione delle strade, la gestione dei rischi e l’attenzione per un approccio rispettoso dell’ambiente, oltre all’attivazione di sistemi interconnessi di allerta e monitoraggio comune dei rischi».

Mauro Calderoni: «Ancora una volta l’Europa e i fondi del bilancio continentale ci hanno permesso di migliorare le infrastrutture che ci connettono con l’altro versante della Alpi, con gli amici francesi con cui collaboriamo da anni. Dobbiamo proseguire sulla messa in sicurezza dei colli e noi abbiamo intenzione di continuare nel lavoro congiunto con le communitè di comuni transalpine e attirare risorse che, altrimenti, non potremmo avere a disposizione».

Silvano Dovetta: «Con questi progetti transfrontalieri finanziati dall’Europa riusciamo a proseguire le politiche lungimiranti avviate dai nostri padri che hanno portato, per quanto riguarda il mio territorio, all’apertura del colle dell’Agnello. Ora a noi spetta il compito di proseguire e rinsaldare i rapporti di amicizia e cooperazione e da parte della valle Varaita e della Provincia di Cuneo la disponibilità è totale».

Con gli amministratori locali francesi si è discusso dell’ipotesi di garantire l’apertura del colle dell’Agnello per almeno un mese in più. Il valico, il terzo stradale più alto d’Europa, è tradizionalmente aperto da fine maggio-inizio giugno al terzo fine settimana di ottobre.

Loris Emmanuel: «Il mio auspicio è che anche con il prossimo programma europeo Piter si possa proseguire nel lavoro per la messa in sicurezza dei colli alpini del nostro territorio come il Maddalena, oltre che all’Agnello».

cs