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Lo strappo di Liz

Elizabeth Truss, leader laburista, terza donna Premier nella storia della Gran Bretagna, è cresciuta in una famiglia di sinistra: oggi affronta un momento durissimo del Paese richiamando, nella linea e perfino nell’outfit, la Thatcher che mamma contestava

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È la terza donna premier della Gran Bretagna, la più giovane di sempre: Margaret Thatcher aveva 54 anni e Theresa May 60, lei, Liz Truss, ha spento 47 candeline il 26 luglio. La politica è una passione innata, un’ideologia così sentita da sancire uno strappo: papà John, professore di matematica all’università di Leeds, e mamma Priscilla, infermiera e insegnante, erano, parole sue, «a sinistra del partito laburista». La primogenita non ha seguito le orme, ha abbracciato posizioni e lotte opposte, aderendo nel 1996 al Partito Conservatore che ha scalato fino alla leadership.
A Balmoral, per ricevere l’incarico dalla Regina deceduta pochi giorni dopo, s’è presentata in blue e con look identico è entrata a Downing street: sobrietà apprezzata e – studiata o no – simbologia, visto che colore identico indossò a suo tempo la Thatcher, alla quale è stata accostata per le camicie con il fiocco e le linee dei tailleur. Un’ispirazione politica che si riflette nell’outfit, che Liz nega con decisione – «È piuttosto frustrante che le donne in politica vengano sempre paragonate a Margaret Thatcher mentre i colleghi maschi non vengano paragonati a Ted Heath» – ma che i testimoni del suo impegno sottoscrivono. E dire che vecchie foto la ritraggono piccina tra le braccia della madre in manifestazioni contro il thatcherismo e favorevoli al disarmo nucleare. Vabbè, lì era almeno inconsapevole. Esistono anche tracce d’una militanza politica scolastica in cui si parlava d’abolire la monarchia, non capriole ma normali evoluzioni giovanili che suscitano curiosità, ma pochi e in malafede rinfacciano. La realtà è una risolutezza che suggerisce e autorizza il paragone, perché “la” lady di ferro è irraggiungibile ma solo “una” lady di ferro può tirare fuori il Paese da una tempesta senza precedenti. Imprescindibili l’inflessibilità, l’allergia ai compromessi. E lei, di sicuro, non ha timore di esporsi, a cominciare dal rapporto con la guerra: da Premier, come già da segretaria di Stato per gli Affari Esteri, ha sposato una linea di appoggio pieno all’Ucraina e ostilità verso la Russia.
Un parallelo diretto può essere coniato dall’intervento sull’economia, laddove i tagli alle tasse proposti dalla Truss rievocano perfettamente le politiche economiche della storica prima ministra. Della quale, al di là dell’escludere un’ispirazione diretta, Liz non nasconde l’ammirazione: in un comizio ha ricordato «Le grandi cose fatte negli anni Ottanta» e in altra occasione ha decantato «i giusti principi in cui credeva: impresa, responsabilità individuale, dare alle persone il controllo dei propri soldi, rimetterli nelle tasche dei cittadini». Forse ha ragione anche lo storico Anthony Seldon, sostenendo che la tendenza a richiamarsi alla Thatcher, da sempre appartenente ai conservatori, è accentuata ora dal fatto che in partito che «non sa più cos’è e cosa vuole» diventa garanzia di credibilità. Soprattutto srotolando un programma “audace” che prevede, oltre al taglio delle tasse, la riforma del sistema sanitario e la riduzione dei prezzi del carburante: «Trasformeremo il Regno Unito in un Paese con posti di lavoro ben pagati, in un Paese sicuro, dove tutti hanno le opportunità che meritano. Agirò in questo senso giorno dopo giorno. Saremo uniti ai nostri alleati, difenderemo libertà e democrazia nel mondo; perché non possiamo essere sicuri in casa se non c’è sicurezza fuori».

BaNNER
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