La “Birra del Piemonte” ha il marchio della Regione di Prodotto Agroalimentare Tradizionale

L’importante riconoscimento, ottenuto su proposta del Consorzio “Birra Origine Piemonte”, costituito nel 2019 e fortemente voluto da Cia Cuneo, ora apre le porte all’ambizioso traguardo dell’ Indicazione Geografica Protetta

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Da alcuni giorni è stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione (link http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2022/31/attach/dda1700000599_10400.pdf) la determinazione dirigenziale con cui è stata approvata la scheda tecnica relativa alla “Birra del Piemonte” che, dopo il provvedimento, verrà inserita nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (Pat) piemontesi.

La proposta era partita nel giugno 2021 dal Consorzio di tutela e promozione della “Birra Origine Piemonte”, costituito nel 2019 dopo un lungo lavoro di confronto e su forte impulso della Cia Cuneo, con il presidente e il direttore provinciale, Claudio Conterno e Igor Varrone. Ne fanno parte 14 aziende, di cui otto operano in provincia di Cuneo.

Dice per il Consorzio, uno dei fondatori, Diego Botta, contitolare, con Ivan Lodini e Luigi Cagioni, del birrificio Kauss di Piasco: “La nostra proposta di Pat  partiva da una ricerca storica sulla produzione di birra in Piemonte, le cui origini risalgono a fine Ottocento. I funzionari e i dirigenti della Regione, avvalendosi della consulenza dell’Università e di altri Enti, l’hanno valutata e integrata confermando le radici storico-culturali-produttive della bevanda. E riconoscendone il marchio”.

Quali caratteristiche deve avere il prodotto secondo la scheda tecnica?  “Le materie prime devono essere coltivate in Piemonte. Inoltre, nella realizzazione della bevanda bisogna utilizzare tecniche produttive che seguano quelle storicamente impiegate sul territorio regionale. Come, ad esempio, la sua maturazione a freddo e l’utilizzo di acqua “non trattata”.

Cosa significa per il Consorzio il marchio Pat? “Si tratta di un grande traguardo raggiunto che mette una prima pietra ferma sul progetto portato avanti fino a ora. E, tra l’altro, un riconoscimento certificato dall’Ente deputato a farlo – la Regione Piemonte – che ha valutato positivamente i requisiti della nostra proposta. Aggiungiamo un altro tassello concreto a quanto già ottenuto lo scorso anno, con l’inserimento del settore birrifici agricoli nelle misure previste dai bandi del Programma di Sviluppo Rurale”.

I prossimi passi? “Per dare ancora maggiore lustro al prodotto adesso lavoreremo con l’obiettivo ambizioso di raggiungere il marchio di Indicazione Geografica Protetta (Igp). Anche se il cammino è più complesso perché il riconoscimento deve arrivare dall’Unione Europea, passando per la stessa Regione e il Ministero delle Politiche Agricole”.

Ma non solo. “Comunicheremo a tutti gli associati la possibilità, da ora in avanti, di poter fabbricare la bevanda con la denominazione “Birra del Piemonte”. Naturalmente, rispettando le regole previste dalla scheda tecnica. E poi partirà il lavoro per promuovere e far conoscere un prodotto che, prima, aveva tante piccole identità e, ora, ne ha una unica per tutti. Quindi, un’importante identità di insieme. Inoltre, stiamo collaborando con le realtà di altre regioni italiane le quali ci hanno chiesto di condividere il nostro percorso di filiera”.

In Italia quattro Pat per la birra

In Italia esistono altre tre denominazioni Pat per la birra, mentre non ci sono Igp. Per cui la “Birra del Piemonte”, qualora si raggiungesse il prossimo ambizioso obiettivo, sarebbe la prima a Indicazione Geografica Protetta del nostro Paese.

c.s.