342 tesori del gusto piemontesi messi a rischio dalla siccità

Coldiretti Cuneo: "Dalle lumache di Cherasco alla bagna cauda, dal brus alla cognà, si difenda dall’omologazione il nostro patrimonio enogastronomico"

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Sono 342 i tesori piemontesi a tavola messi a rischio dalla siccità che sta colpendo le produzioni agroalimentari in tutto il Paese prosciugando un bacino strategico di ricchezza enogastronomica che è anche fra i principali motori del turismo nazionale ed estero sul nostro territorio. È quanto emerge dal censimento 2022 sulle specialità tradizionali del gusto presentato dalla Coldiretti in occasione dell’Assemblea nazionale, a cui ha preso parte anche il Presidente di Coldiretti Cuneo Enrico Nada.

L’emergenza idrica non risparmia le tipicità più rare – ben 5450 in tutta Italia individuate nel censimento – e, trattandosi di piccole produzioni con quantità ridotte, il rischio è che vengano letteralmente cancellate. Una mappa dei sapori, della tradizione e della cultura della tavola Made in Italy che vede nei primi tre posti del podio la squadra di pane, paste e dolci (1616), quella di frutta, verdura e ortaggi (1577) e il gruppo delle specialità a base di carne (822), seguiti dai formaggi (524) e dai prodotti della gastronomia (320), ma non mancano bevande analcoliche, distillati, liquori e birre, i mieli, i prodotti della pesca e i condimenti dagli olii al burro, in un viaggio del gusto che tocca anche gli angoli più nascosti del Paese.

Il Piemonte – spiega Coldiretti Cuneo – conta 342 prodotti tipici nella mappa del gusto, molti dei quali originari della Granda, e in occasione dell’Assemblea nazionale di Coldiretti ne sono stati esposti diversi: dalle lumache di Cherasco alla bagna cauda, dal brus alla cognà.

Il nostro è il solo Paese al mondo che può contare primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della propria produzione agroalimentare. Dietro ogni prodotto c’è una storia, una cultura ed una tradizione che è rimasta viva nel tempo ed esprime al meglio la realtà di ogni territorio. Per questo è necessario difendere questo patrimonio dalla banalizzazione e dalle spinte all’omologazione perché il buon cibo insieme al turismo e alla cultura rappresentano le leve strategiche determinanti per un modello produttivo unico che ha vinto puntando sui valori dell’identità e della biodiversità” dichiara Enrico Nada, Presidente di Coldiretti Cuneo.

Non è un caso – rimarca Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – che nei piccoli borghi nasca il 92% delle produzioni tipiche nazionali, secondo l’indagine Coldiretti/Symbola, e la Granda conta ben 223 piccoli Comuni con meno di 5.000 abitanti, pari al 90% del totale (247), un vero concentrato di borghi fra montagne, colline e pianura che sono il luogo principe in cui assaggiare le produzioni locali della tradizione e sperimentare la più autentica ospitalità rurale”.

cs