Padre, Mai padrone

Addio commosso a Leonardo Del Vecchio, imprenditore venuto dal nulla legatissimo ai dipendenti: li considerava tutti suoi figli, lui che il papà non l’aveva mai conosciuto

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In tempi di diritti del lavoro calpestati, di dignità offese e giovani sfruttati, commuove ancor di più il dolore profondo, sincero, dei dipendenti di ieri e oggi di Leonardo Del Vecchio: modello di intelligenza imprenditoriale, ma prima di tutto esempio di grande umanità, padre e mai padrone nonostante la sua creatura, la Luxottica, sia la più grande produttrice al mondo di montature per occhiali, con sedi in quindici Paesi sparsi in tutti i continenti. I suoi operai hanno sfilato composti davanti al feretro nella camera ardente, hanno vegliato la salma nella notte, si sono assiepati fin dall’alba per la messa, hanno ricordato parole e gesti, coinvolgimenti e attenzioni. Carattere, generosità, ma anche memoria: se conosci la fatica di chi sta alla base della piramide, il rispetto è spontaneo; se hai sperimentato la sofferenza vuoi rendere partecipe della fortuna raggiunta chi ti aiuta, giorno dopo giorno, a costruirla.

Nato a Milano nel ’35 da una famiglia di origine pugliese, ultimo di quattro fratelli, Leonardo perde il papà, che porta il suo nome, ancor prima di venire al mondo e viene affidato da mamma Grazia al collegio dei Martinitt, istituzione assistenziale per bambini orfani o abbandonati. Vi rimane fino alle medie e a quindici anni entra come garzone in una fabbrica di medaglie e coppe, frequentando, su consiglio dei proprietari che lo prendono a cuore, corsi serali di designer e incisione all’Accademia di Brera. A ventidue anni si trasferisce in Trentino, lavora un po’ come incisore, poi apre una piccola bottega ad Agordo, in provincia di Belluno, perché il Comune incentiva le iniziative industriali: è la prima pietra della holding, che comincia fornendo semilavorati ad altri produttori che provvedono poi ad assemblarli: quattordici dipendenti, serietà e competenza, voglia di crescere che nel ’67 conduce alla prima linea di occhiali con il marchio Luxottica e nel ’95 fa del gruppo il maggior produttore e distributore sul mercato ottico mondiale, da vista e da sole, riferimento di marchi di culto come i Ray Ban, con un fatturato che fa di Del Vecchio, secondo Forbes, il secondo uomo più ricco d’Italia con un patrimonio di 27,3 miliardi.

Per festeggiare gli 80 anni, l’imprenditore ha donato 40 mila azioni, del valore complessivo di circa 9 milioni, agli 8mila dipendenti italiani del gruppo e già nel 2011, per i 50 anni di Luxottica, ai dipendenti aveva assegnato azioni gratuite per circa 7 milioni. Erano suoi figli anche loro, oltre a Claudio, Marisa, Paola, Leonardo Maria, Luca e Clemente e a loro è andato l’ultimo pensiero: racconta il primogenito che lasciando la stanza d’ospedale, poche ore prima della morte, il padre, nervoso, gli aveva chiesto dove andasse e quando lui aveva risposto «ad Agordo, in fabbrica» s’era illuminato in viso e aveva sorriso.

«La fabbrica è così bella adesso», sono state le sue ultime parole. E forse, riepilogando la vita fuggente, pensava a quella prima bottega, ai sogni d’un ragazzo venuto su dal nulla, padre di migliaia di dipendenti lui che il papà non l’aveva mai conosciuto.