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«In questo territorio legalità diffusa e valori radicati»

Il commiato del comandante provinciale della Guardia di Finanza, Luca Albertario: «Voi, anzi noi cuneesi sapremo rialzarci subito»

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Un appuntamento speciale, non solo a livello istituzionale, ma an­che personale: le Fiamme Gialle della Granda hanno festeggiato il 248° Anni­versario della Fon­dazione della Guardia di Finanza e, con loro, anche il comandante provinciale Luca Albertario che, dopo tre anni in provincia, è pronto a passare il testimone. Con la gioia, però, di aver celebrato questo compleanno con una cerimonia finalmente e pienamente in presenza, insieme non solo alle massime cariche istituzionali, politiche, civili e militari locali, ma anche “vis a vis” con i cittadini, portandosi dietro la consapevolezza di aver conosciuto ed apprezzato le qualità di questo territorio e della sua gente. Nel futuro, dal mese di agosto, l’incarico prestigioso al Co­mando Generale di Roma: la sua eredità sarà raccolta dal colonnello Mario Palumbo, attuale comandante provinciale a Trento.

Comandante Albertario, le ce­lebrazioni della Fondazio­ne del Corpo della Guardia di Fi­nanza rappresentano sempre un appuntamento significativo…
«Un momento bello, rilevante a livello istituzionale, e quest’anno, particolare. Festeg­­gia­mo infatti un Corpo sempre più vicino al cittadino, dalla parte delle imprese, dei commercianti, di coloro che mandano avanti l’economia della Granda, ancora molto sana e forte ma che deve evitare scorciatoie. I dodici mesi che ci lasciamo alle spalle sono stati ancora molto difficili per gli effetti e le ricadute del Covid. Alcuni settori si sono ripresi, ma vi sono delle sacche di illegalità che dobbiamo tenere sotto controllo evitandone la diffusione. Noi, comunque, saremo sempre dalla parte dei cittadini onesti».

È possibile tracciare un bilancio di questo triennio, fortemente contrassegnato dalle emergenze, pandemia in primis?

«Abbiamo dovuto confrontarci con gli effetti di una crisi economica e finanziaria tuttora in atto, che non ha risparmiato la città e la provincia, seppur per fortuna in maniera meno di­rompente che in altre realtà del Paese. L’inos­servanza delle regole fondamentali della costituzione economica da parte di alcuni e la difficile congiuntura pandemica hanno forse oggi reso la Granda un po’ più vulnerabile alle varie forme di illegalità. Questa non può e non deve attecchire, danneggiando un contesto sociale ed economico ancora ai vertici delle classifiche nazionali, quanto a sicurezza complessiva e tenore di vita dei cittadini. Dovremo quindi, tutti, leggere la situazione del territorio con occhi più attenti e sensibili, facendo sistema con i principali attori istituzionali, individuando le possibili soluzioni per rispondere adeguatamente alle forti aspettative provenienti dalle categorie produttive e dai cittadini onesti».

La sua esperienza in provincia di Cuneo sta per volgere al termine. Che Granda ha conosciuto in prima persona?
«Ho scoperto un territorio di grandi valori e bellissimo sotto tutti i punti di vista, paesaggistico, sociale, storico, culturale, economico. E, devo dire la verità, anche istituzionale: ho trovato una sensibilità davvero di alto livello, non riscontrabile facilmente in altre aree del paese. Un territorio che ha tutte le possibilità di riprendersi, ove ve ne fosse necessità, e di andare avanti con maggior forza».

Nel corso di questo triennio ha avuto modo di instaurare e maturare il rapporto con i cittadini…

«Il rapporto è sempre stato buono, sia con la popolazione, sia con le istituzioni, che con gli enti e le comunità, in una provincia dove la legalità, lo ribadisco, la fa da padrona. Pur­troppo quasi due anni di pandemia ci hanno impedito di costruire il confronto come speravamo, ma negli ultimi tempi è stato rafforzato: i cittadini non devono avere solo “paura” della Guardia di Finanza, che deve essere sì temuta come prerogativa, ma anche rispettata nella consapevolezza che è al fianco del cittadino».

L’anniversario della Fonda­zione della Guardia di Finanza omaggia il passato, celebra il presente, ma guarda anche al futuro. Cosa attende la provincia di Cuneo?
«Il futuro della Granda non può che essere roseo, improntato all’ottimismo, anche se bisognerà farsi trovare pronti in caso di altre eventuali crisi, di qualsiasi natura. Capisco che molti si siano trovati e si trovino ancora in difficoltà, ma non bisogna perdere la speranza e la voglia di andare avanti: questo è l’appello che rivolgo alle istituzioni, alle imprese ed ai commercianti. Per la conoscenza che ho maturato della Granda in questi tre anni, posso affermare che qui, voi, noi cuneesi, dobbiamo e possiamo riprenderci e lavorare al meglio”.

BaNNER
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