Monsignor Giuseppe Trucco ha iniziato il suo percorso da rettore del Santuario della Madonna dei Fiori di Bra il 1° gennaio 2020 (con la Messa d’ingresso celebrata domenica 12 gennaio). Ha preso il testimone da don Giancarlo Avataneo, dimessosi nell’ottobre del 2020.
Trucco, nato a Savigliano nel 1943, è entrato a far parte del Seminario Minore di Giaveno nel 1954. Ordinato sacerdote il 25 giugno 1967, è stato viceparroco a Nichelino e Beinasco, poi prete-operaio a Lione, Parigi e Friburgo.
Dopo essere stato titolare e responsabile di alcune parrocchie in Val di Lanzo, a Torino è stato parroco presso San Donato e Immacolata Concezione, poi vicario episcopale del Distretto di Torino città. Inoltre, è stato parroco fondatore del Santo Volto. Nel settembre 2011 l’allora arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia lo ha nominato vicario episcopale per l’amministrazione e lo ha messo a capo dei relativi uffici, fino al 2015.
«Nel mio percorso avevo svolto molti incarichi, ma mai quello di rettore di un santuario. Da fine dicembre 2019, ho approfondito molto la conoscenza di quello di Bra. Il rettore è chiamato a cercare di compiere tutte le realizzazioni spirituali che un santuario implica», ha spiegato lo stesso monsignor Trucco nel corso dell’intervista che ci ha concesso. Un’occasione per scoprire una realtà unica, anche dal punto di vista storico-architettonico. Il Santuario Antico, ad esempio, è in stile barocco ed è stato costruito nel 1626. C’è poi il Santuario Nuovo che porta la firma dell’ingegner Bartolomeo Gallo ed è stato affrescato da Piero Dalle Ceste. A ciò si aggiunge un’opera recente, ovvero il mosaico di padre Marko Ivan Rupnik realizzato in prossimità del portone principale. Il complesso comprende il giardino (pruneto), la casa canonica, le strutture oratoriali e l’annessa casa di riposo “Beato Valfrè” per sacerdoti anziani. La cripta posta sotto il Santuario Nuovo viene utilizzata per celebrazioni e momenti di preghiera.
Monsignor Trucco, il bilancio dal suo arrivo a Bra?
«Un bilancio decisamente particolare. Ho iniziato l’incarico da rettore, a Bra, poco prima dello scoppio della pandemia e dell’inizio del lockdown. Sono stati due anni condizionati dall’emergenza sanitaria, che ha snaturato l’ordinaria frequentazione del santuario. Però, ho notato una forte ripresa, man mano che passavano i mesi, e si è ristabilita l’ordinarietà per tutte le celebrazioni. Una situazione che mi soddisfa per quanto concerne il culto e la devozione alla Madonna dei Fiori».
Prima non era mai stato rettore di un santuario…
«È un compito notevolmente diverso rispetto a quello del parroco, e così via. Il santuario coltiva la preghiera e la devozione. Ho un bel gruppo di collaboratori qui a Bra, molto validi, che mi hanno agevolato e agevolano tutti i compiti e le iniziative».
Un culto, quello per il santuario braidese, che parte nel 1336…
«Un’apparizione avvenuta molto tempo fa, ma che ha sprigionato e ravvivato il culto per la Madonna. Una componente sempre molto profonda nei cristiani. Attorno al fatto straordinario, si sono sviluppate una particolare attenzione e una speciale devozione. Questo anche per via di una lunga serie di episodi miracolosi. Le gallerie delle grazie ricevute ne contano oltre mille. Un aspetto significativo e importante, per il territorio braidese e anche per quello piemontese. Negli anni, si è consolidata una schiera di fedeli stabili, quasi si trattasse di una parrocchia».
Cosa rappresenta questa realtà per la città di Bra?
«La Vergine dei Fiori è anche la patrona di Bra e questo assume un rilievo non indifferente. Non solo per la novena di preparazione che precede l’8 settembre. Apro una parentesi: sono rimasto particolarmente colpito dalla partecipazione e dalla vicinanza in occasione della novena e della festa patronale, con otto messe sempre gremite ogni giorno. Tutta Bra si muove attorno a questo evento e ne riconosce l’importanza. Una patrona a cui affidarsi e a cui ricorrere. Una frequentazione sentita con il cuore. A proposito dell’8 settembre, purtroppo, a causa della pandemia, abbiamo dovuto annullare due edizioni (2020 e 2021, ndr) della processione. come da accordi con la Diocesi. Credo che la potremo organizzare nel settembre del 2022».
Gli altri momenti chiave?
«Le celebrazioni eucaristiche, sia feriali che festive. Dalle 8 di mattina alle 5 di pomeriggio. La devozione privata si manifesta nel passaggio a tutte le ore del giorno. E lo noto con l’accensione delle tantissime candele votive. La Festa dell’Apparizione del 29 dicembre è un altro momento molto atteso».
Come vede il futuro del santuario braidese?
«Papa Francesco ha definito i santuari come una sorgente di fede. Al santuario ci si reca per una scelta assolutamente spontanea, che nasce dalla necessità di avere un dialogo, un colloquio diretto, con la Santissima Vergine e ottenere protezione e garanzia».