Al Liceo Bodoni di Saluzzo i Carabinieri parlano di bullismo

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Il 9 febbraio, al Liceo Bodoni di Saluzzo, in una classe seconda scientifico, è intervenuto Il capitano Davide Basso, il nuovo comandante delle Compagnie Carabinieri di Saluzzo, per presentare sia le attività svolte dal corpo sia per fare un intervento sul bullismo, termine usato soprattutto in ambito scolastico, sebbene non esista una definizione univoca per gli studiosi, quando via internet si parla di cyberbullismo.

Alcuni studenti hanno espresso le loro impressioni.

Scrive Gloria: nella presentazione proiettata “ho notato le immagini dei Simpson: da un lato sono state divertenti e ironiche però mi hanno fatta riflettere molto. Mi sono posta una domanda: Ma se anche un cartone animato contiene un personaggio che si comporta da bullo e quindi viene presentata persino ai più piccoli tale immagine, come possiamo noi, all’età di 15 anni, non capire cosa è bene e cosa invece causa del male agli altri?. Non so rispondere a questa questione; anzi, a parer mio nessuno potrebbe farlo. Semplicemente esistono persone egoiste che non si rendono conto del male e della sofferenza che producono agendo da bulli oppure, ancora più probabile, non se ne interessano, volendo ottenere solo gloria e fama essendo al centro dell’attenzione. E chissà perché, altra questione per me inspiegabile, sono proprio questi ultimi a ricevere più approvazione: sono “a capo” dei gruppi popolari la maggior parte delle volte.

Un’altra cosa che mi ha fatto molto piacere sentire è il fatto che i carabinieri siano molto disponibili, più di quel che mi aspettavo. Ovviamente c’è la possibilità di contattarli in caso ci si trovi in una situazione sgradevole di bullismo, ma ciò che mi ha fatta sorridere è stato sentire che si possono anche fermare per la strada per ascoltare la storia della vittima. Tale affermazione mi ha rincuorata perché mi sono messa nei panni di coloro che in questo momento vivono circostanze simili e penso che mi farebbe molto piacere sapere che ci sono persone disposte ad aiutarmi e starmi vicina.”

Secondo Giulia: “Non è importante il gesto che si compie, bensì è importante lo scopo e se il motivo è quello di sminuire o ferire un’altra persona oppure, più comune tra noi giovani secondo me, per emergere all’interno di un gruppo come “migliori” allora quello può e dev’essere considerato bullismo.”

Conclude Ilary: “Mi ha fatto riflettere sul fatto che anche le persone che assistono alla scena anche loro sono la causa degli atti di bullismo, forse in molti casi se quelle persone sono intervenute non ci sarebbero stati alcuni casi estremi. Purtroppo alcune volte sono stata un’“osservatrice”, subito dopo l’incontro mi sono chiesta se fossi intervenuta in alcuni episodi avrei cambiato qualcosa? Forse sì.”

DR