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Climate change: i risvolti nell’informativa finanziaria

Il rischio del cambiamento climatico è tra gli elementi da considerare anche nella predisposizione dei bilanci e riguarda ogni operatore economico

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I recenti lavori del G20 e della United Nations Climate Change Conference (COP 26), hanno confermato la centralità acquisita nell’ambito del dibattito geopolitico dalla lotta al cambiamento climatico, ed al contempo il suo carattere di assoluta priorità e rilevanza.
«Medesima connotazione al climate change viene attribuita dall’ecosistema del reporting finanziario, e dai suoi vari attori. Ne sono la dimostrazione, tra l’altro, la proposta di Corporate Sustainability Re-porting Dire­c­tive (CSRD) pubblicata dalla Commissione Europea nell’aprile 2021 – che delinea un profilo di informativa sulla sostenibilità integrata nella Relazione sulla gestione al fine di favorirne l’interconnessione con l’informativa finanziaria ed estende il perimetro di applicazione di tale previsione a tutte le grandi società e a tutte le società quotate sui mercati regolamentati dall’UE – e la creazione dell’International Su­staina­bility Standard Board (ISSB) annunciata il 3 novembre 2021 dall’IFRS Foundation con l’obiettivo di sviluppare una baseline globale di standard di alta qualità sull’informativa legata ai temi di sostenibilità», riporta Massimiliano Semprini, IFRS Centre of Excellence Leader di Deloitte.
A loro volta i regulator individuano le tematiche correlate al climate change tra gli elementi prioritari da considerare nella predisposizione dei bilanci, riconoscendo tale aspetto come la priorità seconda solo agli impatti della pandemia da Covid-19.
«In particolare l’Esma evidenzia, nell’ambito delle Priorities relative ai bilanci 2021, la rilevanza della coerenza dell’informativa climate – related fornita in Relazione sulla gestione, o nel reporting non finanziario, con i criteri di predisposizione del bilancio e con la relativa informativa, contribuendo a tracciare il percorso verso una nuova dimensione in cui i profili finanziari e non finanziari della sostenibilità sono sempre più interconnessi e l’informativa climate-related riveste a sua volta priorità e rilevanza crescenti», sottolinea Mas­si­mi­liano Semprini.
Operando in questo contesto, le imprese, pur trovandosi ad affrontare l’attuale periodo storico caratterizzato dalla situazione pandemica Covid-19, non possono ulteriormente differire la propria consapevolezza dei dirompenti impatti e la crescente urgenza di fronteggiare i temi correlati al climate change, anche in considerazione delle conseguenze che gli stessi potrebbero avere sull’economia reale, sul tessuto industriale, sui mercati finanziari e sui parametri decisionali degli investitori.
«Il cambiamento e la crescente consapevolezza di tutti gli operatori stabiliscono le priorità: è importante che ognuno dia il proprio contributo. In questo quadro di riferimento Deloitte ritiene di dover rivestire un ruolo sociale quale stimolo per la redazione di un’informativa finanziaria che, con riferimento al cambiamento climatico, esprima contenuti qualitativi e quantitativi maggiormente ri­spondenti alle aspettative formulate dai regulator, dagli investitori istituzionali e dagli altri stakeholder dell’ecosistema del reporting finanziario. Tale aspetto appare ancor più rilevante se si comprende che gli impatti del cambiamento climatico riguardano ogni operatore economico e non soltanto le società quotate», ribadisce Franco Chiavazza.
Proprio allo scopo di monitorare la sensibilità e il percorso di crescita dell’informativa finanziaria correlata al cambiamento climatico, Deloitte ha effettuato e pubblicato studi specifici in materia. In particolare nel novembre 2021 è stato pubblicato il Report “Climate change – Il climate change nell’informativa finanziaria redatta dalle società quotate in Italia” (che rappresenta l’aggiornamento di un report equivalente pubblicato nel 2020). L’obiettivo dell’analisi è quello di rilevare lo stato dell’arte dell’informativa finanziaria delle società quotate in Italia con riferimento alla considerazione di aspetti climate-related, attraverso l’analisi dei bilanci 2020. In particolare, sono state analizzate le Relazioni Finanziarie Annuali relative all’esercizio 2020 pubblicate da 220 delle 239 società quotate sul Mercato Tele-matico Azionario (MTA), gestito e regolamentato da Borsa Italiana.
«Il 53% delle relazioni finanziarie del 2020 ha prodotto un’informativa sul clima. Un incremento dell’11% rispetto al 2019: dato significativo che conferma l’accelerazione espo­nenziale dell’attenzione al tema del cambiamento climatico», precisa Ambra Fiorina, senior manager Deloitte che ha lavorato alla redazione del Report.
«Si tratta tuttavia di un primo stadio del percorso evolutivo atteso dall’ecosistema del reporting finanziario, dato che solo in limitati casi tale informativa viene estesa ai riflessi del climate change sul bilancio, ed anche in tali casi l’informativa fornita risulta prevalentemente di carattere qualitativo».
L’analisi ha complessivamente messo in luce una crescente consapevolezza rispetto alla tematica del cambiamento climatico e ai suoi impatti sul bilancio, in continuità con il percorso virtuoso tracciato già con i bilanci 2019. Il livello di dettaglio delle informazioni fornite, però, differisce significativamente: 36 delle 116 relazioni finanziarie annuali che trattano il cambiamento climatico evidenziano una menzione del tema come fattore puramente di contesto e di mercato, non declinato rispetto alla realtà aziendale e al relativo quadro strategico e senza individuazione di rischi e di opportunità correlati. Invece, 80 delle 116 relazioni finanziarie annuali, pari al 36% dell’intero campione, affrontano, seppur con livelli di dettaglio significativamente differenti, il cambiamento climatico quale fattore critico della realtà aziendale, declinando le considerazioni nell’ambito della relativa strategia di gestione e identificando i rischi e le opportunità correlati.
«In generale, è importante sottolineare che se, da un lato, dichiarazioni forti rispetto alle strategie aziendali di decarbonizzazione sono sempre più al centro della comunicazione da parte dei Gruppi, dall’altro, soltanto in alcuni casi tali affermazioni sono coerentemente riflesse nei bilanci», prosegue Franco Chiavazza.
«Per fare concreti passi in avanti nel percorso evolutivo dell’informativa finanziaria bisogna ricercare una sempre maggiore coerenza tra l’informativa fornita sul clima e la comunicazione strategica. Ma non solo: è fondamentale l’elaborazione di bilanci che incorporino, nei criteri di predisposizione, gli impatti legati al cambiamento climatico ed espongano una correlata informativa sempre più analitica e quantitativa, da parte di tutte le società, e non solo dei Gruppi quotati. Il rischio correlato al cambiamento climatico ha infatti carattere di pervasività, e deve conseguentemente essere valutato da ogni operatore economico».

BaNNER
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