Sarà il ricco calendario di appuntamenti o, forse, anche la gioia conseguente al fatto di poter finalmente vivere in presenza un grande evento di portata mondiale. Fatto sta che la 91a Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba è (purtroppo) già ai titoli di coda.
La rassegna che celebra il “tuber magnatum Pico” si concluderà infatti domenica 5 dicembre. Lo farà nel segno di quello che è stata dal 9 ottobre fino a oggi. Ovvero, una manifestazione dinamica, vivace, forte, desiderosa di tornare ad accogliere (e incantare) i turisti di tutto il mondo e di rilanciare un settore pesantemente condizionato dagli effetti della pandemia. Lo ha fatto, come si diceva, con un programma di attività che ha messo al centro gli aspetti chiave attorno ai quali l’evento, nel tempo, si è sviluppato, ossia tutela del tartufo bianco, promozione delle altre eccellenze agroalimentari del territorio e folclore. Tartufo, appunto. Se nella precedente edizione, che purtroppo era stata fermata in corsa proprio dal Covid, il “tuber” più pregiato del globo era stato valorizzato soprattutto partendo dai suoi molteplici utilizzi in cucina, quest’anno il tartufo bianco d’Alba è stato il fulcro per avviare il “nuovo corso” della Fiera. In sostanza, è come se la storica kermesse avesse imboccato una strada mai battuta dalle grandi manifestazioni di respiro mondiale: quella della sostenibilità. E qui ecco “spuntare” il tartufo: tesoro del sottosuolo capace di svilupparsi solo al verificarsi di specifiche condizioni naturali (e, ribadiamo, naturali), il “magnatum Pico” è l’emblema di una natura che reclama maggiore spazio, più attenzione, una sensibilità diversa. Perché questo mondo non è più sostenibile. Lasciando da parte il Covid, sono tanti i campanelli d’allarme. E le manifestazioni, specie quelle di vasta portata, non sono esenti da responsabilità. La Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba lo ha compreso e non si è sottratta dalla sfida, decidendo così di scendere in campo con un obiettivo (e che obiettivo!) in più. Rimanendo in campo sportivo, una delle “azioni” più significative (e applaudite) nella partita “green” è stata quella che ha portato l’ente organizzatore presieduto da Liliana Allena a promuovere un importante momento di riflessione in cui ospiti di primo piano, particolarmente attenti alle tematiche che riguardano la responsabilità in senso lato, hanno rimarcato come il futuro, pure degli eventi, vada programmato partendo dalle “sostenibilità incrociate”.
Una via è stata quella che si descriveva prima, cioè il “ritorno alla natura”; l’altra è quella di rendere l’intero territorio sempre più consapevole del tesoro che si trova a salvaguardare e delle opportunità (enormi) che può ancora esprimere. E anche su questo fronte si può dire che la Fiera abbia fatto da apripista, prima portando la sua presentazione nei vari paesi di Langhe e Roero, poi allestendo l’innovativo polo digitale, il Truffle Hub, presso il Castello di Roddi. E, infine, portando tra le colline Unesco eventi che abbinano la scoperta del territorio all’alta cucina, senza dimenticare le attività esperienziali. Un mix di ingredienti che è risultato particolarmente apprezzato: lo dimostrano i tantissimi “sold out” registrati dai cooking show proposti dai grandi chef in Sala Beppe Fenoglio nel cuore di Alba, i Creative Moments dedicati alle eccellenze delle Città Creative dell’Unesco per la Gastronomia (tra cui Alba, appunto) e anche le cene “itineranti” proposte in scenari da favola come il Teatro Sociale Giorgio Busca, nella “capitale delle Langhe”. Oppure le Cene Insolite, come l’ultima, organizzata al Castello di Perno, nel comune di Monforte d’Alba, che è stata una nuova occasione per far scoprire al pubblico luoghi ricchi di incanto, storia e cultura, unitamente ai sapori più significativi del territorio di Langhe, Monferrato e Roero, partendo ovviamente da colui che è il re di questa zona meravigliosa: “sua maestà” il tartufo bianco d’Alba.
E allora, carichi di queste emozioni, prepariamoci, dal 3 al 5 dicembre, a salutare come si deve la Fiera. Potremo farlo al Mercato Mondiale del Tartufo e tra le eccellenze di AlbaQualità, nel cortile della Maddalena, ai Foodies Moments (con gli chef Enrico Marmo, Christian e Manuel Costardi) e ai Creative Moments (con gli chef Diana Cervera Navarro e Jose Luis Garcia Rincon), ma anche alle tante mostre allestite sotto le torri albesi (a partire da “Burri. La poesia della materia” in Fondazione Ferrero) e senza dimenticarsi delle analisi sensoriali, dei mercati e delle passeggiate “archeologiche” (il programma completo è disponibile su www.fieradeltartufo.org). Ma quando inizia l’edizione numero 92?