L’opinione di Ugur Sahin • Ozlem Tureci

«Siamo pronti a portare sul mercato almeno uno dei 15 vaccini anti cancro attualmente in fase di test clinico, il più avanzato è quello contro il melanoma»

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IL FATTO
Si parla ancora tanto di mrna, ovvero della tecnica che ha permesso agli scienziati di elaborare l’antidoto messo in campo contro il coronavirus: quali sono gli sviluppi?

Mettiamo per un attimo da parte le polemiche relative alla gestione del Covid e al cosiddetto green pass per tornare ad approfondire il problema da un punto di vista scientifico.
A questo proposito, la buo­na notizia è che il principio utilizzato per il vaccino anti coronavirus potrebbe non aver ancora espresso il meglio di sé. Nel senso che il suo utilizzo potrebbe presto essere esteso ad altre patologie, soprattutto usato per combattere il cancro.
Negli ambienti scientifici lo si sapeva già, ma la coppia di ricercatori (e coniugi, cofondatori dell’azienda farmaceutica BioN­tech) formata da Ugur Sahin e Ozlem Tureci ha fatto un passo in più, ha annunciato che nei prossimi cinque anni sarà molto probabile «portare sul mercato qualcuno dei quindici vaccini anti cancro attualmente in fase di test clinico; il più avanzato è quello contro il melanoma».
Tutto nasce attorno alla parola magica “mRna”, la tecnologia che ha permesso di elaborare il vaccino con cui attualmente il mon­do sta combattendo la diffusione del coronavirus.
«È la più antica forma di programmazione costruita dalla natura», ha spiegato il professor Sahin, «perché passa alle cellule le istruzioni per produrre le proteine. Abbiamo capito su­bito l’enorme potenziale che c’era nel fornire informazioni codificandole al­l’interno di un mRna, per poi lasciare che il sistema immunitario potesse proteggere il nostro corpo dalle minacce dei virus». La coppia turco-tedesca ha elaborato per prima la formula che il colosso farmaceutico Pfizer ha utilizzato per il suo vaccino.
Ora si guarda al futuro con grande ottimismo: «I prossimi cinque-dieci anni po­trebbero portare a un cambiamento di paradigma in molti dei vaccini esistenti». Si pensa di fronteggiare così anche malattie come malaria, tubercolosi e il virus dell’Hiv. Per non parlare delle malattie ereditarie, quelle rare.
Gli studiosi sostengono che la tecnica mRna permetterà di riprogrammare il sistema immunitario non solo per stimolarlo, ma anche per calmarlo e questo sarà prezioso per la cura delle malattie autoimmuni dove i danni sono causati dall’iperattività del sistema immunitario, ma an­che nella medicina rigenerativa.
Insomma, da un lato sono prospettive entusiasmanti, dall’altro restano i dubbi sollevati da chi prudentemente teme interferenze sul patrimonio genetico. Ma anche in questo caso gli scienziati hanno sottolineato che non esiste un rischio di questo tipo, perché l’mRna non può penetrare nel nucleo cellulare innestandosi quindi nel patrimonio genetico umano: l’organismo elimina subito le proteine prodotte nelle cellule.