Pensiero nuovo e libertà creativa nel work design

I nuovi uffici di Molino Chiavazza, progettati dall’architetto Luigi Chiomio sono espressione di razionalità

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Le trasformazioni sono all’ordine del giorno per le imprese che orientano gli investimenti al miglioramento dell’organizzazione e guardano al domani contemplando, tra i vari progetti, anche l’ammodernamento e l’ampliamento degli uffici amministrativi e di rappresentanza. Questo è il caso del Molino Chiavazza, una delle più significative aziende molitorie e uno dei principali produttori nazionali di farine, destinate al consumo finale e professionale, confezionate sia a marchio proprio sia sotto l’insegna delle principali catene distributive, che si è affidata per la riqualificazione di un caseggiato attiguo all’ingresso dello stabilimento all’architetto Lui­gi Chiomio, promotore di una precisa filosofia progettuale che coniuga innovazione e am­biente, emozionalità e ra­zionalità; architettura esplorativa, vissuta e trasmessa.

«In questo lavoro», sottolinea l’architetto Chiomio, «ho avuto carta bianca. In realtà accanto all’azienda esisteva già la struttura di questa palazzina, immaginata anni fa, con quattro appartamenti e poi convertita a causa di nuove esigenze di ampliamento lavorativo, in un’area destinata agli uffici. Sono stato contattato dal signor Luigi Chiavazza e dalla moglie Silvia Giacosa per immaginare, partendo da una struttura già esistente quelli che sono diventati oggi locali operativi. Il primo intervento che ho ritenuto indispensabile è stato la demolizione di una scala in cemento sostituita da una moderna struttura in vetro e acciaio corten che ha caratterizzato anche gli esterni e gli elementi complementari come le aiuole, le finizioni dei marciapiedi, le recinzioni… Questa soluzione ha regalato all’insieme un notevole impatto scenico oltre ad incidere esteticamente sulla personalità dell’edificio che si fregia così di forme progettuali che ben integrano architettura e paesaggio. Per l’interno invece, ho collaborato con Li­nea­uf­ficio di Saluzzo che ha coordinato la correzione acustica e un progetto arredativo in perfetta sintonia con lo stile dell’ambiente da me predisposto. Abbiamo così individuato so­luzioni su misura che riflettono personalità e carattere e nel contempo sanno combinare, comfort e design, nel calore dell’accoglienza, specie per l’area reception, così come praticità della tecnologia negli uffici operativi, caratterizzati da linee essenziali dettate da armadiature contenitive di grande comodità e comode sedute da lavoro».

Anche la scelta delle nuance d’insieme non è stata casuale…
«Esatto. Abbiamo giocato sui toni naturali, prediligendo le sfumature neutre, vicino al sabbia, che ricordano, quasi istintivamente, le farine, la semola, il lievito… È stato in fondo, un modo semplice, ma ritengo efficace per non dimenticare dove siamo e ciò che rappresenta il Molino Chiavazza».

Anche l’illuminazione denota una particolare raffinatezza progettuale?
«Si è trattato di un’idea personale, nata sfruttando particolari profili che nascondono striscie led sullo spigolo delle velette dei controsoffitti. Nella zona reception invece, ho giocato con un sistema di sfondo granulato che riflette la luce in mille sfaccettature dall’effetto molto scenografico».