Alba: ricordata l’alluvione del 1994 con una corona di fiori nel fiume Tanaro

0
304

Il Comune di Alba anche quest’anno ha ricordato l’alluvione del 1994 e le sue vittime, nove nel territorio comunale albese: Caterina Giobergia, Felicita Bongiovanni, Maria Magliano Sobrino, Riccardo Sobrino, Daniele Vola, Daniela Mascarello, Emiliano Rossano, Carmine Iannone e Maria Di Paola.

A fianco all’Amministrazione comunale – presente con il sindaco Carlo Bo, gli assessori Elisa Boschiazzo ed Emanuele Bolla, i consiglieri Elena Alessandria, Alberto Gatto, e Anna Chiara Cavallotto – hanno partecipato l’onorevole Monica Ciaburro, alcuni parenti delle vittime e i tanti volontari delle associazioni albesi di Protezione civile a partire da Proteggere Insieme, nata dopo l’alluvione e guidata dal presidente Roberto Cerrato, ma anche il Gruppo Alpini di Alba che ha inserito la commemorazione nel calendario delle celebrazioni del centenario in programma questo fine settimana.

I partecipanti si sono riuniti in piazza Risorgimento e, dopo i saluti istituzionali, hanno sfilato in corteo dietro al gonfalone della Città di Alba e ai labari delle associazioni fino al ponte albertino sul Tanaro. Da lì, come ogni anno, hanno lanciato insieme la corona di fiori nel fiume Tanaro.

Anche il Capo della Protezione civile italiana, Fabrizio Curcio, ha voluto essere vicino alla comunità in questa giornata, ricordando in un messaggio “l’importanza delle opere idrogeologiche e dell’accrescimento della cultura di protezione civile, a partire dall’insegnamento nelle scuole”.

Il sindaco di Alba Carlo Bo: “Sono passati 27 anni, ma in ognuno di noi rimane nitido il ricordo e, soprattutto, il dolore per le tante, troppe vittime di un’alluvione devastante che ha colpito tutto il sud del Piemonte con 70 morti, di cui 29 in provincia di Cuneo e 9 ad Alba, 500 feriti e 2500 sfollati. Ma la nostra città seppe rialzarsi, ripartire e ricostruire. Vivemmo il “miracolo Ferrero”, acqua e fango invasero gli stabilimenti, ma centinaia di dipendenti e volontari accorsero a ripulire fango e detriti permettendo di far ripartire la produzione solo dopo due settimane. Da allora molto è stato fatto: dal punto di vista delle opere sono state realizzate arginature e organizzato un sistema continuo e costante di manutenzione, ma soprattutto si è capita l’importanza della prevenzione. Un grazie oggi è doveroso a tutti i volontari presenti per quello che fecero allora e per quello che hanno fatto in questi ultimi due anni di pandemia”.

c.s.