Una serata sull’opera di Padre Serafino Chiesa, che dal Roero alla Bolivia innesca da 35 anni meccanismi di speranza (FOTO)

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Che il Rotary sia una realtà planetaria, è ormai un fatto assodato: ma che, tramite la sua declinazione roerina, possa spingersi sino agli “altri” confini del mondo, è un elemento ancor più peculiare.

Anche perché, a ben vedere, il Club Canale-Roero e quegli antipodi che portano il nome di “Bolivia” hanno un tratto in comune, con 35 anni di una storia tutta da raccontare: quella di Padre Serafino Chiesa, originario proprio di Santo Stefano Roero, e la cui missione in Kami -insieme a tutto il suo straordinario vissuto- è stata al centro di una densa conviviale tenuta presso la Locanda dei Cannubi in Barolo martedì 26 ottobre.

Alla corte del presidente Enrico Conterno c’è stato infatti un ospite d’eccezione: il dottor Giuseppe Galeasso, pneumologo e allergologo, in prima linea sul fronte-Covid nell’ambito dell’Asl Cn2 di Alba-Bra, e che per una sera ha idealmente dismesso gli onorevoli abiti del medico.

Per narrare, appunto: e per tracciare emozioni, immagini e sensibilità attorno a questo “grande” della Sinistra Tanaro, su invito di Conterno e della socia Giovanna Margiaria.
Avvincente, la sua spiegazione: e utile per capire le ragioni di un sacerdote che quasi quattro decenni fa, pur con in pugno una serena carriera d’insegnante nella scuola salesiana di Torino, decise di accettare una sfida coraggiosa. Ossia, sostituire per almeno un anno tale padre Francisco, versante in precarie condizioni di salute: sulle Ande, dove tutto è diverso rispetto alle nostre colline. «In un paese in cui le assemblee di sciopero possono durare anche oltre un anno -ha precisato Galeasso- e dove basta circolare con una macchina sospetta per rischiare il linciaggio della folla. Un paese povero, la Bolivia: il più povero del Sudamerica, che si regge sul prestito di energie dal Venezuela e su complicate risorse minerarie».

Il tungsteno, in particolare: che viaggia parallelo ai binari della guerra. «Ci fanno gli involucri dei proiettili, le corazze dei carri armati: e, ogni volta che nel mondo scoppia un conflitto, il suo presso schizza alle stelle così come i campesinos minatori (la corporazione che fece salire al potere Evo Morales, e poi di fatto lo destituì) salgono sulle alture come Kami. Si può guadagnare molto, dal wulframio: sino a 1.500 dollari al mese, sufficienti per vivere senza lavorare per molti mesi. Ma si può anche morire, nel cercare il raro filone ricco».

Padre Serafino Chiesa arrivò lì allora, facendo i primi anni a piedi: 900mila metri quadrati di aree, da cui si affrancò prima con una moto, e poi costruendo strade con il primo caterpillar ottenuto grazie ad un assegno “piovuto dal cielo”. «Lo fece andando lui per primo, sui mezzi, ove era più rischioso tracciarle».

Ma non solo, in questa terra in cui il sacerdote porta ancora avanti, oggi, la propria opera. «La Comunità conta circa 50 dipendenti, che così hanno di che vivere: ma anche un ospedale oggi gestito dallo Stato, una scuola capace di accompagnare i ragazzi dall’asilo alle superiori, liberandoli dalla schiavitù dell’analfabetismo». E una fattoria, laboratori artigianali, negozi: una radio (dedicata a Don Bosco, affiliata al network “Radio de La Unidad”) che ha il compito di far circolare verità e musica.

Ma, soprattutto, la ricerca di una capacità di autosufficienza che passa per l’energia: quella idroelettrica, a partire dalla prima centrale di Quehata, costruita a partire da un gruppo di componenti trovati in un hangar, destinati alla demolizione. Miracolosamente salvati e portati in Bolivia, laggiù dove hanno trovato una nuova vita: e di vita ne hanno portata, su quel piccolo torrente utilizzato in precedenza solo dai tedeschi, nelle vecchie miniere di stagno.

Da lì si è passati ad un secondo, e poi ad un terzo “salto”: con la creazione della galleria del Chicote Chico, in un moto fatto di Fede, tenacia e dinamite «che è poi l’ideale kit del missionario», come detto da Galeasso tra il serio e il realistico faceto. Energia “vera”: buona essere venduta allo Stato boliviano, per far sì che Kami abbia un qualcosa di molto vicino all’eternità. Un sogno che sta diventando realtà, in quei luoghi: un obiettivo nato dalla spinta di Padre Serafino, roerino doc, capace di innescare un meccanismo di speranza sia a Kami, sia ad ogni suo ritorno nella propria terra.

Paolo Destefanis