Le veglie peveragnesi in cortile

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Come annunciato nella assemblea annuale della Associazione «Il Ricetto», sono partiti gli incontri organizzati in collaborazione con la «Compagnia del Birùn», i «Gai Saber» e la Biblioteca peveragnese, ossia i quattro inviti ad «ëndà ën vie’ (andare alla veglia), come si faceva una volta, quando alla sera ci si ritrovava – nei cortili d’estate e nelle stalle d’inverno – per fare quattro chiacchiere tra amici e parenti e magari cantarne una, prima di andare a dormire». In tempi ancora «pandemici» l’incontro, tra mascherine e «distanze» risulta molto adatto nella sua versione «estiva», nei «cortili». «Endouma en vie» («Andiamo alla veglia») ha ironico sottotitolo in italiano, frase a «doppio senso»: «Vai a cantare in un altro cortile»…

Son «Quattro incontri per scoprire o riscoprire, per parlare o provare ad imparare il dialetto peveragnese» («Parlare e cantare in peveragnese»). Spiegano gli organizzatori. «Un dialetto che come tutti i dialetti ‘non è altro che una lingua non scritta e che si trasmette oralmente. Se non lo si parla più, muore. Se non si fa un travaso generazionale con lui scompare quel patrimonio di abilità, di cultura e di tradizioni che le generazioni passate ci hanno trasmesso e che ci arricchisce e ci fa crescere con dignità, orgoglio e originalità» (la citazione è di Rita Viglietti, dal sul «Alla ricerca di Birùn – La maschera e il volto»).
Gli incontri sono aperti a tutti e son realizzati nel pieno rispetto della normativa COVID, pertanto i posti sono limitati e su prenotazione (messaggio WhatsApp al numero 328.2410906).

Sempre sulla soglia del «tutto esaurito» («tetto» di trenta posti a disposizione) son stati i primi due incontri, le sere di martedì 27 luglio e 3 agosto, nel cortile di «Gasa Giraudo» (in circonvallazione «di sopra», «Leia», Via Vittorio Veneto 31) e «Da Elena» (Giordanengo), in Via Abate, vicino alla tabaccheria, «Da Val»… L’atmosfera è stata allegra ed amichevole, anche scherzosa, ma senza temere di affrontare discorsi «di spessore», come era da attendersi da persone che da decenni son una delle colonne della vita sociale e culturale peveragnesi.

Il parlar di «Toponimi», nella prima serata, si propone solo come «prologo» ad una grande ed impegnativa ricerca sul territorio, per fissare nomi tradizionali del territorio e capirne, quando possibile, la loro origine (quindi indagando su veri pezzi di storia).
Il discorso, della seconda sera, sugli «Estranoemi», i «Soprannomi», ha illustrato un aspetto tipico della socialità ai piedi della Bisalta, che accomuna Boves con Peveragno, con le tante omonimie che obbligano ad individuare un altro modo di indicare le persone, legato a famiglie, provenienze, episodi particolari della vita personale e famigliare rimasti nella memoria collettiva…

Passato ferragosto, gli appuntamenti torneranno, martedì 31 agosto, al «B&B RaRità» (non velato omaggio alla scomparsa fondatrice del «Birùn», Rita Viglietti), Via della Chiesa 16, con «La vourp e el lou et l’Eretta (La volpe ed il lupo dell’Eretta)… e altre storie peveragnesi». Si potranno assaporare alcuni dei numerosi «cavalli di battaglia» dei «Gai Saber» (come la tradizionale storia del lupo bastonato che porta in spalle la volpe sana). Il 7 settembre si terminerà nel cortile di «Casa Ambrosino» (il «cortile di tutta la Comunità»), in Via Vittorio Bersezio 22, con «Tomaso Cavallo – Dalònh e belesì (lontano e qui)».

cs