«Siamo in debito verso le nuove generazioni»

Il cuneese Francesco Pejrone è anima del progetto Rotary volto a supportare i bambini della Giordania

0
262

Cè un apprezzato professionista cu­neese, il dentista Fran­­cesco “Fran­co” Pejrone, già protagonista di numerose iniziative umanitarie, nella cabina di re­gia targata Rotary che, nei giorni scorsi, ha siglato con la Gior­dania un accordo interpaese dalla significativa va­lenza sociale. Abbiamo colloquiato con lui per saperne di più.

Pejrone, tra Roma e Amman, in linea d’aria, ci sono 2.400 chilometri di distanza. Come nasce questa collaborazione?
«Il Rotary è un’organizzazione internazionale, diffusa in tutto il mondo, anche in Giordania. E io sono il referente del Rotary Inter­na­zio­nale per quanto concerne i rapporti con paesi come Li­bano, Malta, Israele e, ap­punto, Giordania. Alla luce di ciò, ho sempre avuto rapporti con queste realtà. Nel 2020, il Presidente del Ro­ta­ry Club di Amman mi ha evidenziato la necessità di concretizzare un progetto di aiuto che mettesse al centro bambini e ragazzi. Il loro so­dalizio, in­sieme ad altre as­so­ciazioni del luogo, aveva già at­tivato, un paio di anni fa, un centro per ragazzi mutilati o che, co­munque, fuggono da guerre, persecuzioni e non hanno punti di riferimento, ma tale struttura, in cui peraltro operano medici statunitensi, non è più sufficiente per rispondere a tutte le necessità».

A cosa avete pensato, quindi?
«Il Rotary italiano e quelli di San Marino e Malta, in sinergia con quello di Giordania, han­no deciso di costruire, in terra giordana, un centro me­dico ospedaliero per accogliere e seguire i giovani che necessitano di aiuto. Con l’obiettivo di raggiungere questo traguardo, sotto l’egida del Rotary In­ternazionale, è stato siglato, un importante accordo di collaborazione. Si è complimentato pure il Governatore mondiale del Rotary».

Ci parli di questa particolare attenzione nei confronti di bambini e ragazzi…
«Sono loro il futuro. E nonostante ciò, purtroppo, ovunque non sono trattati come dovrebbero. Se oggi vivono queste situazioni negative è perché noi non siamo stati all’altezza dei nostri genitori. Dobbiamo in qualche modo rimediare perché loro non hanno assolutamente colpe».

I passaggi successivi?

«Con buone probabilità, il centro medico, che vorremmo si occupasse anche della formazione dei ragazzi, verrà realizzato nella capitale giordana. Servirà sicuramente qualche anno per edificare e mettere in funzione la struttura. Sarà indispensabile re­perire le risorse necessarie, anche perché intendiamo coinvolgere professionisti medico-sanitari di assoluto livello».

È fiducioso?
«Sì, perché la solidarietà dei Rotary è smisurata, specie quando si tratta di progetti che hanno per beneficiari le nuove generazioni. Da qui in avanti daremo massima visibilità al progetto e al gemellaggio in modo tale da ottenere l’adesione di più Rotary possibili».

È già stato in Giordania?

«Sì e ho in programma un nuovo viaggio a inizio settembre…».

Sono molto “lontani” i nostri due Paesi?

«Mai come in questo momento Italia e Giordania sono vicine. Il Rotary, infatti, ha co­struito un ponte di collaborazione, amicizia e solidarietà tra i due Paesi. Donne e uomini dei Rotary Club di Italia e di Giordania sono le fondamenta di un ponte che si reg­ge, saldamente, sulla condivisione degli ideali di servizio e tolleranza. Le differenze di lingua, tradizioni, cultura non frenano il dialogo e il confronto, perché sono gli obiettivi da raggiungere, i progetti da realizzare a unirli in un’a­zione comune e ambiziosa».

A cosa si riferisce in concreto?
«Promuovere la pace, combattere le malattie, fornire acqua e servizi igienici, proteggere madri, bambini e chi soffre maggiormente, so­ste­nere l’istruzione, sviluppare le economie locali, tutelare l’ambiente. Sono obiettivi mol­­to impegnativi, ma i rotariani di Giordania e Italia han­no fatto la solenne promessa di provarci e hanno, per que­­sto, voluto sottoscrivere un patto di collaborazione…».

I Rotary, in questo senso, so­no tra i sodalizi maggiormente in­­dicati, non crede?

«Lo spirito internazionale del Rotary è lavorare su progetti comuni, scambiare esperienze, creare collaborazioni. Uni­ti siamo una risorsa per il bene di tutti».