La parte collinare della Granda è evidenziata soprattutto nelle alture delle Langhe, dell’alta Langa e del Roero diventate celebri, perché dalle vigne coltivate su di esse si producono alcuni dei più grandi vini italiani, con una spinta promozionale eccezionale che è valsa l’inserimento nel patrimonio mondiale dell’umanità da parte dell’Unesco. Alba è il cuore nevralgico delle Langhe, circondata da tante unicità come La Morra noto per il suo belvedere, Barolo, nel cui maniero hanno sede l’Enoteca regionale e lo straordinario WiMu progettato da François Confino, Monforte d’Alba, Serralunga: con il castello esempio di fortezza medioevale, Grinzane Cavo­ur, dove si può visitare il castello che ospita l’Enoteca regionale, la prima realizzata in Piemonte, nel 1967. E poi ancora Barbaresco, centro che dà il nome al famoso vino ed è sede dell’E­noteca regionale omonima; Neive, delizioso centro storico sede della Bottega dei quattro vini; Mango, a cavallo delle Valli Belbo e Tanaro, dominato dal seicentesco castello che ospita l’Enoteca regionale del Moscato. Da Alba nel medioevo si diramavano antichi tracciati commerciali che univano i porti liguri con i centri della pianura piemontese, le cosiddette “vie del sale”. Da Benevello si raggiunge Borgomale, e poi Bosia, il paese degli “ancalau” (coloro che o­sano); Cravanzana, Torre Bormida con i terrazzamenti coltivati a vite e Cortemilia, di origine romana, il maggior centro di produzione della tipica nocciola Tonda gentile delle Langhe. Meritano una visita Ber­golo, conosciuto anche come “paese di pietra”; Levice, Prunetto e Mone­siglio, dominati dai rispettivi castelli medioevali, fino ad arrivare a Mombarcaro il “tetto delle Langhe”.
Oltrepassata la frazione Bra­gioli ci si porta sulla statale e si raggiunge Mu­razzano do­ve si produce la toma per poi proseguie verso Bosso­lasco.
Il Roero invece, ubicato alla sinistra del Tanaro, è ben rappresentato da manciate di colline variegate, multiformi e dai marcati contrasti: boschi e coltivi, selvagge rocche e ordinate geometrie. È una zona vocata per il vino merito del­l’Ar­neis, del Neb­biolo e della Favorita. Ma anche per la Barbera, la Bonarda e la varietà locale del Brachetto.
Accanto alla dedizione per la terra, per la vite, il pesco, che su queste colline fiorisce rigoglioso; quindi le pere Madernassa che devono il loro nome alla frazione vicino a Vezza d’Alba, senza però dimenticare le fragole di Sommariva Perno e di Baldissero d’Alba.
Architettonicamente valgono citazione Corneliamo e Piobesi d’Alba, Canale, co­nosciuta per la sua pregiatissima pesca e sede del­l’Enoteca regionale del Roero; Montà, dominata dall’antico castello, circondato da un vecchio parco; Santo Stefano Roero, Mon­teu Roero e Montaldo Roero. E ancora Castellinaldo, arroccato su un colle impervio che vede alla sua sommità svettare il castello che fu dei Malabaila; e Ca­stagnito con le chiese di San Gio­vanni e San Bernardo, Guarene, Ma­gliano Alfieri, Govone, Priocca. Un consiglio? Osservare il paesaggio al tramonto!