«Siamo partiti forte… e non smetteremo di crederci!»

Gianni Ramello, team ower di Go Eleven : «Chaz è un pilota che non molla... E questo per me è il massimo, insieme alla passione e al fondamentale gioco di squadra»

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Siamo a metà del circuito e con Gianni Ramello, team ower di Go Eleven è il momento di un primo bilancio di stagione.

Il circuito di Donington Park non è stato una passeggiata… Cosa pensa sia indispensabile a questo punto del campionato signor Ramello?
«A Donington siamo stati una grande squadra: si è lavorato bene ed abbiamo portato a casa un buon bottino. La pista non è il massimo né per la Ducati né per Chaz, soprattutto dopo l’infortunio di Misano. Temevamo che lui non riuscisse a terminare le gare, aveva molto dolore ed in questo circuito ci sono molte curve a destra, proprio dalla parte della spalla infortunata. Ma il pilota è stato veramente bravo e coriaceo, ha nascosto il dolore forte e ha resistito fino alla fine e soprattutto in gara due, se non avesse perso quasi 7 secondi al primo giro avremmo potuto lottare per la top 5… Comunque il settimo posto è un buon risultato. Non c’è niente di indispensabile, dobbiamo tutti insieme lavorare per vincere, questo è l’unico obiettivo che dobbiamo avere!».

Correrete tra qualche giorno nei Paesi Bassi: cosa si aspetta da Chaz Davies e da tutto il Team Go Eleven nella cattedrale della velocità?
«Mah… come sempre vorremmo tornare a casa con dei grandi risultati, ma le corse sono sempre un’incognita, dietro ogni curva si nasconde sempre un’insidia e fare previsioni alle volte si rivela azzeccato ed altre volte assolutamente no. Non è un circuito molto favorevole alla nostra moto, ma poi capita la pioggia o qualche altro fattore, una scelta di gomme azzeccata e allora puoi fare un bel risultato, oppure arrivare a casa con niente. Non sarebbe male per noi cercare di avere 25-30 punti come bottino, il che significherebbe essere costantemente tra i primi 5… Ma non azzardo previsioni, prendiamola come una ipotesi, anche un po’ per scaramanzia».

Siamo più o meno a metà del campionato: come giudica il livello di competitività tra i piloti nel campionato WorldSBK, e quale è stata la più grande sorpresa della stagione e quale la maggiore “delusione”?

«Il livello ormai è veramente alto: stiamo parlando di gare che si combattono al decimo di secondo e se perdi subito qualche posizione in partenza poi diventa difficilissimo sorpassare. Almeno metà dei piloti sono dei top rider, con grande esperienza e grande facilità nell’ottenere ottimi risultati. Dal mio punto di vista Bassani si sta comportando molto bene, è un rookie, ha fatto ottimi piazzamenti e credo possa solo co­stantemente migliorare. Se parliamo di sorprese in negativo, anche se la mia più che delusione, è una sorta di incognita, è Tito Rabat; mi sembra non abbia ancora ingranato bene fino ad oggi. È un campione mondiale, viene dalla Mo­toGP, ma qui le moto e le gom­me sono diverse e penso che faccia più fatica lui di un Rookie. Le moto Superbike si muovono tanto, per un pilota che salta dalla motoGP non è sempre semplice adattarsi in fretta. Alla fine della stagione tireremo le somme e penso che lui possa migliorare in ogni gara».

Questa prima parte di stagione sta andando secondo le aspettative?

«Più o meno, siamo partiti forte e bene, poi Misano ci ha frenato molto. Abbiamo portato a casa zero punti ed un infortunio. Secondo me non abbiamo lavorato con il nostro standard e anche Chaz non era in bolla. Tanti fattori che sommati hanno generato un risultato negativo. Prendiamo anche questi momenti come un monito: l’importante è tutti iniseme, farne tesoro per crescere ancora di più. Purtroppo ogni tanto ci sono le giornate dove tutto non va per il verso giusto, vero?».

Lei è team owner di Go Eleven: quale è il segreto per mantenere il gruppo unito?
«Non so, rispondo secondo il mio punto di vista. Ritengo che solo la passione per questo mondo e la voglia di vincere facciano stare unito il Team. Se tutti abbiamo lo stesso desiderio e la stessa motivazione allora siamo davvero una squadra; se siamo qui solo per il portafoglio e non per la passione allora non avremo mai una squadra. Per avere un vero gruppo bisogna saper dare a tutti e condividere i momenti di divertimento, rapportarsi allo stesso livello, non essere presuntuosi e mettere in gioco tanto cuore e disponibilità per tutti… Poi se hai il pilota dalla tua tutto viene meglio. Chaz l’ho visto ben inserito nella squadra sin da subito e questo sarà una spinta ancora più forte per essere uniti!».

In agosto gareggerete nella Repubblica Ceca e in Spagna: quale approccio secondo lei si rivelerà vincente per affrontare questi circuiti?
«Se il tempo è quello che dovrà essere, sicuramente in Spagna il caldo la farà da padrone e quindi potrà condizionare molto i risultati per via delle gomme. Fattore determinate sarà il pilota e la sua ottima preparazione fisica. Per la Repubblica Ceca non so cosa dire, è un circuito per noi nuovo, ho visto il layout del tracciato ed ha addirittura 21 tra curve e curvette. Credo sarà piuttosto impegnativo. Per noi sarà determinante cercare di trovare subito il miglior assetto per spingere fin dai primi turni».

Sembra che quest’anno altre squadre abbiano migliorato le loro prestazioni; la Ducati ha vinto diverse gare… Secondo lei, nella moto, tecnicamente, ci sono aspetti e tecnologie da migliorare?
«Gli avversari hanno fatto grandi passi in avanti e tecnicamente ormai hanno raggiunto compromessi eccezionali su ogni pista. Ora riescono anche a sfruttare al meglio le nuove mescole Pirelli e questo ci ha tolto qualche vantaggio sulle piste più favoreli. Mi sembra che Ducati si sia focalizzata su altre modifiche e forse, a giudicare dalle ultime gare, stiamo perdendo un po’ del nostro punto di forza in rettilineo con la velocità. Nelle piste non troppo vantaggiose, ma con un bel rettilineo, magari, colmavamo il gap che c’era in altre parti del circuito, ora sembra sia più difficile, anzi a volte, quasi impossibile. La moto è tecnologicamente diversa dalle altre e su alcune piste ha meno maneggevolezza e maggiore difficoltà a girare. Certamente su altre piste siamo avvantaggiati… L’ideale sarebbe avere una moto che sia perfetta su tutti i tracciati, sarebbe una soluzione migliore anche per tentare di vincere il campionato che manca da anni alla Ducati. Forse in questo momento la Yamaha è quella che ha fatto maggiori passi da gigante, ma sono sicuro che la nostra casa non starà a guardare. Purtroppo ci sono anche regolamenti che tagliano un po’ le gambe allo sviluppo…».

Come è Chaz nell’approccio alle gare?

«È sicuramente un professionista, bastano pochi turni in pista per capirlo… Sono stato sorpreso e contento nel vederlo in ottima sinergia con la squadra e disponibile a passare con loro molto tempo per ricercare le soluzioni atte a migliorare. Anche a livello umano è un grande personaggio: non è uno che ha molte esigenze e, per noi che siamo una famiglia, vedere che si ferma a mangiare in hospitality con tutta la squadra è un piacere. Lui è davvero un pilota che non molla mai e questo per me è il massimo!».

Un’ultima battuta, abbiamo visto che Chaz è a 99 podi nel WorldSBK, quando e su che circuito arriverà il 100esimo podio?

«Mah azzardiamo….Most? È nuovo per tutti, poi se viene prima meglio ancora!».