I parchi piemontesi al lavoro per sviluppare progettualità comuni: successo dell’incontro al Castello della Manta

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Ieri, giovedì 1° luglio, presidenti e direttori dei dieci Enti di gestione delle Aree protette della Regione Piemonte si sono incontrati al Castello della Manta per ragionare in modo congiunto e organico sul futuro delle aree naturali tutelate del territorio: dieci enti di gestione, 21 parchi gestiti, 135.000 ettari, 43 riserve naturali, 8 aree contigue, 109 siti natura 2000, 200.000 ettari di territorio. Le aree protette della regione sono un sistema che si sviluppa in tutte le zone del territorio regionale, con un forte spirito di coordinamento, e che si è dato l’obiettivo di lavorare ancora di più in favore della promozione del territorio in linea con la sua conservazione.

La riunione, la prima di questo genere a svolgersi in una sede diversa dalla sede regionale e la prima alla quale hanno preso parte in seduta plenaria presidenti e direttori, era stata sollecitata dal vicepresidente regionale Fabio Carosso, assessore ai Parchi, e si è aperta con i suoi saluti in collegamento da Bruxelles, dove si trovava per impegni istituzionali. «L’incontro segna un momento importante per il futuro del nostro lavoro insieme, nella direzione della valorizzazione del territorio attraverso la presenza delle aree naturali protette: la Regione crede molto in questo percorso e continuerà a favorire tutte le occasioni di incontro, di confronto – anche su temi scomodi ma che non si possono trascurare – e di progettazione comune».

A seguito dei saluti dell’assessore i lavori sono stati aperti dal presidente del Parco del Monviso, Dario Miretti, che ha sottolineato come «sia importante sviluppare una sinergia tra tutti i parchi, con la finalità di fare promozione, turismo e coinvolgere il più possibile i territori, stando vicini ai sindaci e ai cittadini e offrendo loro strumenti per una crescita sostenibile. Siamo onorati di avere ospitato questa riunione, che speriamo possa costituire un punto di partenza per procedere con un nuovo passo nei prossimi mesi».

Con la moderazione di Roberto Saini, presidente dell’Ente di gestione delle Aree protette del Po Piemontese, è seguita una presentazione dei principali lavori messi in atto da ciascuno dei dieci enti. Uno dopo l’altro, hanno preso la parola i rappresentanti degli Enti gestori delle aree naturali protette del Monviso, dell’Appennino Piemontese, delle Alpi Marittime, delle Alpi Cozie, dei Parchi reali, del Po Piemontese, del Parco Paleontologico Astigiano, del Ticino,  dell’Alta Valsesia, dell’Ossola.

Si è trattato di un utile momento di condivisione sul quale poi si è costruita la sintesi conclusiva, che ha portato presidenti e direttori a individuare alcuni punti sui quali concentrare l’attenzione in ottica di sviluppare una progettualità unitaria incentrata su uno o due punti chiave. Le linee di indirizzo sono la valorizzazione della ricerca, la didattica, la promozione degli aspetti culturali, la cultura della biodiversità, lo sviluppo dell’escursionismo e del turismo sostenibile in area parco; con l’obiettivo di presentare un programma definito entro la fine dell’estate, ora si lavorerà per concretizzare le idee emerse nella giornata.

Ai lavori hanno preso parte anche Stefania Crotta, responsabile della Direzione Ambiente, Energia e Territorio della Regione Piemonte e Vincenzo Maria Molinari, responsabile del Settore Biodiversità e aree naturali. Crotta ha sottolineato come «ogni parco ha in essere progetti europei e transfrontalieri ma la sfida attuale è attivare un percorso comune tra enti regionali, inserendosi nella strategia dello sviluppo sostenibile che può avere appoggio anche dal ministero competente. Abbiamo chiaro il discorso che il territorio sa essere attrattivo anche se è soggetto a vincoli naturali, e comunicarlo sta diventando sempre più strategico». Molinari ha osservato inoltre come «il trasferimento regionale annuale ai parchi regionali è di circa 20 milioni di euro, su un conto economico regionale complessivo di 20 miliardi circa. Sono soldi spesi bene perché l’indotto che generano sui territori è molto elevato, a dimostrazione di come non vi sia affatto antitesi tra promozione e conservazione dei territorio: la conservazione messa in atto dai parchi è invece propedeutica a promozione e fruizione consapevole. L’Unione Europea chiede agli stati membri di dirigersi verso la transizione ecologica, ma noi nel sistema parchi lavoriamo già da tempo in questa direzione».

Nel pomeriggio, l’incontro è stato allargato ad esponenti dei Comuni del territorio e di enti e associazioni che vi lavorano. Tra di loro, Silvia Rovere – sindaco di Ostana e presidente della Comunità del Parco del Monviso – ha detto con soddisfazione che «riunioni come questa rappresentano una importante opportunità di confronto: i parchi possono essere la voce delle esigenze di un territorio vasto e le comunità del parco sono la sede operativa per far emergere le necessità di crescita; è fondamentale camminare insieme ed essere sulla stessa lunghezza d’onda».

c.s.