«Ero certa volesse una famiglia, invece…»

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Gentile allegro chirurgo, sapesse come è difficile scegliere bene il proprio compagno di vita… Non sono certo la prima a fare un’affermazione del genere, ma lo dico forse con più amarezza rispetto ad altre, dal momento che, quando ho deciso di legarmi a un’altra persona per costruire una famiglia, ho valutato bene se il suo modo di essere e di vivere fosse allineato (o perlomeno compatibile) con il mio. Anzi, ho fatto di più, non mi sono limitata a constatare che tipo di vita volesse, ma gliel’ho anche chiesto, dicendogli che per me la famiglia veniva prima di ogni cosa. Lavorando cinque giorni alla settimana le nostre 8-9 ore quotidiane, avevamo modo di portare a casa i soldi necessari per vivere più che bene, avendo tempo e modo per goderci il nostro rapporto.
Ho creduto a lungo che questo fosse quanto chiedevamo entrambi alla nostra coppia, tanto da fare un figlio insieme a lui e di avere il desiderio di dargli un fratellino o una sorellina a breve. Poco dopo la prima gravidanza, però, ho iniziato a cambiare idea, a sentirmi da sola a combattere contro i mulini a vento. La sua azienda gli ha proposto un incarico più importante, senza dubbio una promozione sia da un punto di vista del ruolo ricoperto che di retribuzione, per la quale però è necessario che, una volta passata la pandemia, lui passi all’estero in media due settimane al mese, stando a volte lontano da casa anche per più di un mese di filato.
E nel frattempo io rimarrò a casa con un figlio di poco più di un anno, a vivere da sola tutto il bello e il brutto di un bambino che cambia di giorno in giorno. Io questi momenti volevo affrontarli insieme, accompagnarlo nei suoi primi passi, sacramentare per i dentini che spuntano non senza creare problemi… Invece mi troverò ad affrontare queste situazioni da sola, con un marito tutto trullo a chiudere trattative in Oriente. Quando mi sono arrabbiata per questa sua decisione (che tra l’altro mi ha comunicato dopo averla presa, senza nemmeno far finta che avessi voce in capitolo), mi ha detto che dovrei sapere bene che non mi può rendere felice se lui non è soddisfatto di quello che è e di ciò che fa, invitandomi a collaborare alla sua realizzazione per poi vedermi ripagato lo sforzo, con lui che mi aiuterà a trovare la mia.
Luisa (Cuneo)