Confindustria Cuneo: la sfida da raccogliere del disability manager

Durante un webinar è stato fatto il punto della situazione riguardo alle azioni, anche contro le discriminazioni, da svolgere in azienda nell’àmbito di un impegno sociale che porta benefìci alla produttività

0
641

Secondo un’indagine riguardante circa 200 aziende che hanno applicato prassi di “accomodamento ragionevole” per l’inclusione delle persone con disabilità negli ambienti lavorativi, condotta dall’Università Cattolica di Milano, il 74 per cento di queste imprese ha riscontrato un aumento della produttività e una contemporanea riduzione dell’assenteismo.

I numeri certificano, dunque, che l’impegno a favore di chi è meno fortunato, una condizione che, a seguito di malattia, potrebbe interessare chiunque, non solo ha risvolti sociali fondamentali, ma porta benefìci anche di tipo economico, se si guarda al mondo del lavoro. Insomma, quello che spesso viene definito un peso, un problema che crea solo guai, invece ha le potenzialità per aprire risvolti positivi.

Occorre però affrontare la questione nel modo più appropriato. Confindustria Cuneo ha creato al proprio interno la figura del disability manager, professionista qualificato che si occupa dell’inclusione in azienda degli individui svantaggiati, dalla fase di selezione e di inserimento a quella dello sviluppo professionale e organizzativo.

Al tema l’Associazione datoriale cuneese, che sta per avviare un corso su antidiscriminazione e disability previsto dal 25 maggio al 19 ottobre, ha dedicato un seguito webinar aperto, oltre che agli imprenditori e ai responsabili del personale, agli amministratori pubblici e agli operatori del campo sociosanitario della Granda. Anche questo appuntamento ha confermato la sensibilità di Confindustria Cuneo, all’avanguardia nazionale su tali argomenti, essendo stato il primo seminario on-line dell’associazione tradotto nella Lis (lingua italiana dei segni) grazie all’opera di Anna Di Domizio e di Veronica Conte.

Giuliana Cirio, direttore di Confindustria Cuneo, ha evidenziato come l’istituzione dell’innovativa figura del disability manager sia un “passo oltre” per attraversare la frontiera della cosiddetta normalità, nella consapevolezza che ogni impedimento può essere fonte di miglioramento se affrontato dal lato giusto. Certo, ciò comporta il dover uscire dalla “confort zone” per affrontare il contatto con persone “difficili”, ma i risultati che si possono ottenere giustificano lo sforzo, anche a livello psicologico, da compiere.

Nella nostra provincia, ha rimarcato Giuliana Cirio, la sensibilità su questi argomenti è già forte anche nel mondo imprenditoriale, sebbene, come è naturale, vi siano aziende più avanti di altre nelle buone prassi riguardanti le persone con disabilità. Con le nuove generazioni che si dimostrano sempre più aperte nei confronti dell’accettazione delle “diversità”, al riguardo è lecito coltivare l’ottimismo, ha concluso il Direttore.

Stefania Bergia (Area lavoro e welfare di Confindustria Cuneo) ha illustrato il progetto “WWW-We Want Welfare” che, svoltosi l’anno scorso in collaborazione con Confcommercio della provincia di Cuneo, ha coinvolto il territorio attraverso le Amministrazioni comunali e i servizi socioassistenziali, mappando i servizi presenti per favorire la collaborazione fra pubblico e privato e affrontando il tema del welfare a 360 gradi, senza dimenticare il ruolo delle aziende nell’inclusione.

Matteo Salvagno, referente della Rete regionale antidiscriminazione per Confindustria Cuneo (prima associazione datoriale piemontese a farne parte), ha ribadito come lo scopo di favorire il benessere di tutti i lavoratori, senza distinzioni, abbia risvolti positivi anche del punto di vista aziendale. Antidiscriminazione e inclusione, ha sottolineato, sono due aspetti dello stesso impegno. In questo àmbito, peraltro, non vanno persi di vista neppure i rapporti fra colleghi di lavoro, a volte fonte di difficoltà di ambientamento, così come l’attenzione a quelle piccole soluzioni “logistiche” che possono facilitare l’inclusione.

A Rodolfo Della Mora, presidente della Società italiana disability manager (Sidima), associazione costituita nel 2011, è toccato il compito di presentare il Manifesto del disability manager. In conclusione il relatore ha espresso la ferma convinzione che la creazione di una reale cultura inclusiva sia frutto di un gioco di squadra.

La descrizione della figura del disabilty manager, con l’esplicitazione dell’identità e degli scopi di questa figura professionale, è stata affidata a Mauro Buzzi, presidente della Federazione disability management (Fedman), il quale ha citato la Giornata mondiale della sindrome di Down svoltasi domenica 21 marzo e ha sottolineato come la figura del responsabile dell’inclusione lavorativa sia prevista dal “Job Act”, ma che, malgrado i non pochi anni passati dall’entrata in vigore della legge, non sono stati emanati i relativi decreti attuativi. Alcune Regioni, fra cui il Piemonte, si sono però attivate sul piano normativo nella direzione indicata dalla norma nazionale. In ogni caso, il ruolo determinante delle figure professionali specializzate nell’inclusione lavorativa è evidente e acquisisce man mano un’importanza crescente.

Matilde Leonardi, dirigente medico della Fondazione Irccs-Istituto neurologico Besta di Milano, è intervenuta sul tema “Il disability management come accomodamento ragionevole: ‘Chrodis Workbox’ per inclusione e workability”. Si tratta di un progetto sviluppato a livello internazionale, con la partecipazione di esperti di 21 Paesi, mirato alla prevenzione e, nel contempo, alla formazione dei manager aziendali in merito a problemi assai più diffusi di quanto in genere si creda. Basti pensare che, in media, un dipendente su quattro è affetto da malattie croniche, di diversa gravità, certo, ma comunque presenti e capaci di influenzare in negativo la produttività.

Alessandra Dogliani, disabilty manager di Confindustria Cuneo, la quale ha organizzato e coordinato il webinar, ha illustrato la proposta dell’Associazione datoriale provinciale con le idee e i progetti per le aziende. Sono previsti percorsi personalizzati per il supporto all’inclusione sociolavorativa. Il tutto avviene in stretto rapporto con i soggetti pubblici come i Centri per l’impiego e i Consorzi socioassistenziali e con le associazioni del terzo settore. Si perseguono l’uguaglianza e l’equità perché, ha ricordato la relatrice, ogni situazione è diversa da un’altra e quindi non si possono trattare tutti allo stesso modo.

Il seminario on-line si è concluso con l’appassionata testimonianza aziendale di Claudia Badalì, responsabile risorse umane della Valeo spa di Mondovì, la quale ha detto che l’ambiente di lavoro è fatto di persone e che a esse, in quanto tali, bisogna guardare, tenendo sempre presente che quella della disabilità è una condizione umana che deve trovare attenzione e condivisione anche nell’ambiente professionale. In Valeo questa è una sensibilità molto radicata che, ad esempio, ha portato alla istituzione dell’annuale “Diversity Week” dedicata alla diversità di genere, alla disabilità, alla diversità culturale e alla diversità generazionale. La relatrice ha citato anche il servizio assistenza di fabbrica svolto con i professionisti di Confindustria Cuneo, a disposizione gratuita dei dipendenti due volte al mese, a cui si può accedere senza richiedere permessi o ferie.

c.s.