In riunione con l’ologramma

il covid ha accelerato il processo di digitalizzazione delle comunicazioni, ora orientate verso la “realtà mista”, un’evoluzione di quella “aumentata” che consentirà di videochiamare e partecipare a “meeting” in modo quasi fantascientifico

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In questo periodo di distanziamento sociale forzato abbiamo toccato con mano le lacune tecnologiche che ancora permangono nella nostra società; una sorta di “risveglio” di fronte a mancanze decisamente note, che la pandemia ha contribuito ad accentuare. A percepire più di tutti questo “risveglio” sono stati i colossi del settore, sempre più impegnati a trasformare la nostra realtà in un film di fantascienza. La Microsoft, ad esempio, nella giornata inaugurale del proprio evento digitale “Ignite 2021”, ha presentato il progetto “Mesh” (letteralmente, “maglie” della rete). Si tratta di un sistema per la “realtà mista”, una sorta di realtà aumentata ancora più immersiva, già disponibile per HoloLens 2, il visore di Microsoft in vendita al costo di 3.500 dollari, che prossimamente potrà essere utilizzato impiegando anche altri dispositivi di realtà virtuale, su computer e dispositivi mobili, sia iOS che Android. Per descrivere “Mesh”, i rappresentanti del “gigante di Redmond” hanno dichiarato: «La volontà è permettere alle persone di sentirsi vicine anche quando si trovano in continenti diversi, dando la possibilità di interagire con contenuti 3D o con i propri interlocutori, attraverso specifiche app abilitate, su qualsiasi piattaforma o dispositivo. “Mesh” verrà integrato con Teams e Dynamics 365 e nuove esperienze verranno abilitate dall’ecosistema di partner».

In parole povere è una piattaforma rivoluzionaria che trasforma i partecipanti di una videochiamata in ologrammi, dando così la possibilità non solo di annullare la distanza fisica che li divide e rendere gli incontri più personali, ma anche di percepire i luoghi e gli oggetti in modo più chiaro e tangibile. La necessità di una “realtà” olografica si è presentata in questo particolare momento storico, per facilitare le riunioni virtuali diventate, ormai, parte integrante della nostra quotidianità. La “realtà mista” di “Mesh” permette di ispezionare luoghi da remoto, lavorare a progetti architettonici in team, trasformando gli spazi in tre dimensioni e molto altro. Inizialmente i partecipanti alle conversazioni appariranno come “avatar”, per poi, con la crescita della “community”, “teletrasportarsi” e assumere le sembianze di ologrammi; in questo modo, chiunque utilizzerà il servizio avrà la possibilità di interagire con gli altri in forma 3D.

«“Mesh” collega il mondo fisico e digitale, permettendoci di trascendere i confini tradizionali di spazio e tempo», ha affermato l’ologramma di Alex Kipman, “technical fellow” di Microsoft a “Ignite”, aggiungendo: «È il sogno della “realtà mista”: sentirsi assieme agli altri anche quando non si è con loro». Nella presentazione sono stati coinvolti anche John Hanke (Ceo di Niantic, l’azienda che ha sviluppato il videogioco di realtà aumentata “Pokémon Go”), Guy Laliberté (cofondatore del Cirque du Soleil) e James Cameron, il famoso regista di “Avatar”. “Mesh” potrebbe rappresentare il futuro modo di comunicare, lavorare e viaggiare in rete, ma per ora questo sistema innovativo è riservato solo alle aziende. Niente da fare per gli utenti privati, almeno finché il servizio non sarà più affidabile ed economico. In ogni caso, l’uso di ologrammi e “avatar” per comunicare, che ci hanno tanto appassionato con la saga “Star Wars” o il film “Ready player one”, non è più un sogno.