“Ospedale unico si, ma non accettiamo di entrare in battaglie campanilistiche”

Nel corso del consiglio comunale, avuto luogo nella serata di ieri, mercoledì 24 febbraio, si è trattato a lungo il tema ricorrente e attuale, relativo all'ospedale unico, ed alla sua eventuale ubicazione: le parole del sindaco Mauro Calderoni

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Mauro Calderoni, sindaco di Saluzzo (foto di repertorio, tratta dalla pagina FB del primo cittadino)

Nel corso del consiglio comunale, avuto luogo nella serata di ieri, mercoledì 24 febbraio, si è trattato a lungo , il tema ricorrente e attuale, relativo all’ospedale unico, ed alla sua eventuale ubicazione.

Il sindaco Mauro Calderoni, seppur grato a tutte le forze consigliari per le grandi attestazioni di stima, fa un passo indietro: “ Se qualcuno si deve far trovare pronto in questo scenario, è la regione Piemonte. che ha la competenza esclusiva sulla organizzazione della geografia ospedaliera in Piemonte.  Leggo anche con una certa preoccupazione su alcuni giornali saviglianesi, le modalità con cui si sta sviluppando il dibattito in quella comunità. Voglio dire subito con molta chiarezza che noi non accettiamo di essere trascinati in una battaglia di retroguardia su base campanilistico. Saluzzo non si presta a questo tipo di dinamica, ci sediamo al tavolo sovracomunale con spirito sincero e costruttivo e pertanto ribadisco che non è nostro compito dare indicazioni logistiche. Non sono i sindaci che devono stabilire dove si costruiscono gli ospedali. Solo dei tecnici specializzati possono, attraverso uno studio comparativo, indicare qual è il luogo giusto per servire un bacino di 18o mila abitanti, di cui 89 mila stanno ad ovest del Varaita. Spetta però alla Regione e non ai sindaci, individuare la revisione della geografia ospedaliera.  Io aspetto, ma tutti i sindaci dovrebbero aspettare, con una certa impazienza, una revisione della delibera regionale 28 maggio 2018 perché è quel documento lì che è tuttora vigente, prevede la riqualificazione e messa in sicurezza delle tre strutture esistenti. Nel frattempo il Parlamento ha approvato il piano nazionale di ripartenza e resilienza, che dà alcuni criteri molto precisi per la riorganizzazione della rete ospedaliera.  Va quindi bene questo confronto tra sindaci, tra amministratori locali, ma ad un certo punto bisognerà che l’ente preposto dia il calcio d’inizio.