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Il Consigliere Marello interroga l’Assessore Caucino sull’offerta di cura per i Disturbi del Comportamento Alimentare

«L’emergenza dilaga e il Piemonte deve migliorare: servono risposte dalla regione».

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Implementare l’offerta di cura in Piemonte per gli adolescenti, e non solo, affetti da Disturbi del Comportamento Alimentare. E’ questo l’obiettivo dell’interrogazione presentata dal Consigliere Maurizio Marello all’assessore al Sociale Chiara Caucino.

In un momento storico in cui disturbi quali anoressia e bulimia si configurano come un’emergenza sempre più grave servono risposte dal comparto socio-sanitario.

«I Disturbi del Comportamento Alimentare sono malattie complesse determinate da condizioni di disagio psicologico ed emotivo che portano, chi ne è affetto, a vivere con una ossessiva attenzione alla propria immagine corporea, al proprio peso e a una eccessiva necessità di stabilire un controllo su di esso», ha spiegato il Consigliere ricordando che dagli anni ‘90 si è assistito ad un aumento vertiginoso dei DCA con una vera e propria “epidemia sociale”.

«L’età di insorgenza dei disturbi si sta abbassando: possiamo vedere bambini di 8-9 anni soffrire di anoressia. L’incidenza dei DCA è assai più evidente sulla popolazione femminile. Nell’anoressia nervosa, il tasso di remissione è del 20-30% dopo 2-4 anni dall’esordio, 70-80% dopo 8 o più anni.Nel 10-20% dei casi si sviluppa una condizione cronica che persiste per l’intera vita».

Per la cura dei disturbi dell’alimentazione è importante rivolgersi a centri specialistici che si occupano specificamente di questi problemi. L’approccio più efficace per il trattamento di tali disturbi è quello multidisciplinare e integrato

Si legge ancora nell’interrogazione: «Il trattamento dei disturbi alimentari prevede quattro livelli di assistenza: l’ambulatorio, il day hospital, il ricovero salva vita e quello in regime residenziale. Non è obbligatorio che il paziente li affronti tutti, ma la loro presenza è necessaria per creare una rete di cura regionale in cui si può passare da un trattamento all’altro senza rischiare di rimanere scoperti. Di solito a mancare sono i livelli più intensivi come i due ricoveri. Il Piemonte in particolare risulta carente per quanto riguarda le strutture deputate alla cura dei casi più acuti: in un report condotto dall’Università di Urbino nel 2018 risultava che la nostra regione contasse in totale 6 strutture in grado di prendere in cura pazienti affetti da Disturbi dell’Alimentazione (tra queste 4 ambulatori di primo livello, 4 Day Hospital per i ricoveri di secondo livello, 3 di terzo livello per ricoveri ospedalieri e 0 di quarto livello ovvero a regime residenziale). A titolo di confronto va detto che la Lombardia annoverava 20 strutture, delle quali 6 di quarto livello, ovvero a regime residenziale e il Veneto 10 strutture, di cui 2 a regime residenziale. Inoltre la nostra regione si è occupata specificatamente di DCA nella Deliberazione della Giunta Regionale datata 5 febbraio 2013 intitolata Percorso diagnostico-terapeutico per le persone con Disturbi del Comportamento Alimentare (Anoressia Nervosa e Bulimia Nervosa), una modifica ed integrazione della D.G.R. n. 96-13749 del 29 marzo 2010: la Dgr oggi risulta vecchia di 8 anni», come puntualizzato ancora dal Consigliere.

«L’assessore Caucino ha recentemente rilasciato dichiarazioni in merito ai Disturbi del Comportamento Alimentare sostenendo che si debba intervenire al più presto», ha concluso il Consigliere Pd, «Ha aggiunto poi che nei prossimi mesi attiverà un corso di formazione regionale per i genitori piemontesi, affinchè siano in grado di offrire modelli educativi atti a contrastare l’aumento di queste diagnosi. Ho dunque interrogato l’assessore per sapere come intenda procedere e quali progetti intenda mettere a punto per migliorare significativamente l’offerta di cura, risultando dai dati che, pur essendo molto importante la formazione di genitori e famiglie nell’azione di prevenzione di tali disturbi, non rappresenti un intervento sufficiente nei casi di DCA già conclamati e più gravi che necessitano di particolari attenzioni e di risposte da parte della nostra regione».

c.s.