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«Siamo sempre più vicini al territorio»

Il ruolo e gli obiettivi di Banca di Asti analizzati dal presidente Giorgio Galvagno

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A quasi un anno dalla nomina a presidente di Banca di Asti abbiamo interpellato Giorgio Galvagno, già deputato e primo cittadino del capoluogo astigiano, per fare il punto sulle attività.

Presidente Galvagno, qual è il suo bilancio in Banca di Asti?
«È stato un anno molto particolare, un anno che ci ha segnato come cittadini e come impresa. Infatti, sarà ricordato per la pandemia da Covid-19. Una situazione che ha stravolto le nostre vite e cambiato le nostre abitudini, costringendoci, a vol­te, a rinunce dolorose e perfino impensabili. Nonostante la com­plessità del contesto economico e sociale si sia aggravata a causa della pandemia, alla fine ci siamo scoperti più forti, sia nello spirito che nei numeri».

In che senso?
«Questa imprevista e inattesa situazione di emergenza ci ha infatti consentito di sviluppare con ancor più determinazione la nostra missione di banca, dimostrando che si può continuare a creare valore per i soci e per i clienti dei nostri territori anche in tempi così complicati».

Qual è stato l’impatto con la realtà di Banca d’Asti? Come giudica il team con cui collabora ogni giorno?

«Da un punto di vista personale ho potuto contare su un “management” di alto livello e su una struttura che ha una consolidata tradizione e un forte radicamento nelle realtà in cui opera».

Il bilancio “dei numeri”, invece, cosa dice? Quali risultati sono stati raggiunti negli ultimi dodici mesi?

«Se con il cuore abbiamo sostenuto i territori, con la testa ci siamo chiesti come fare ancora di più per i nostri soci, per i nostri clienti. Hanno apprezzato il nostro impegno gli oltre 9mila nuovi clienti che nel corso di quest’anno hanno scelto le aziende del Gruppo Cassa di Risparmio di Asti, portando il totale dei clienti a 490mila. La loro fiducia ci riempie di orgoglio e ci sprona a far conoscere ancora di più, in tutti i territori, il nostro modo di “fare banca”».

Ce lo descriva questo modello.
«Si tratta di un “modo” che viene apprezzato dagli investi­to­ri, che continuano ad affidarci i loro risparmi. Un chiaro segnale di fiducia nella competenza e nella professionalità dei nostri consulenti finanziari che, grazie all’indipendenza nella selezione dei prodotti, ogni giorno consigliano e operano gli investimenti con l’unico obiettivo del­la ricerca delle migliori “performance”, a vantaggio di chi investe con noi. Le persone che lavorano oggi nel nostro grup­po ban­cario sono 1.852: nel corso dell’anno abbiamo dato il benvenuto a 62 nuovi giovani colleghi. Gli indici di patrimonializzazione comunicano for­za e fiducia e continuano a posizionarci tra le realtà finanziarie più solide e più solvibili, rappresentando l’energia che ci consente di affrontare le incognite del 2021 consapevoli della dinamicità e della solidità di un gruppo che ha fatto della propria indipendenza il valore da cui derivano le scelte per il futuro».

In che misura ha influenzato l’emergenza sanitaria?
«Come dicevo prima, l’emergenza sanitaria, con il carattere globale che ha assunto e che perdura tutt’ora, ci ha obbligato ad affinare sempre di più la no­stra capacità di ascolto e di risposta alle esigenze di famiglie e imprese: le nuove erogazioni di credito alla fine dell’anno sono ammontate a circa 1,4 mi­liardi di euro, per un totale dei prestiti in essere di 7 miliardi di euro. Un risultato importante. Sotto l’aspetto squisitamente sociale, grazie alla generosità del personale e alla sensibilità delle banche del Gruppo che hanno raddoppiato l’importo raccolto, sono stati erogati 2 milioni e 350mila euro per far fronte alle conseguenze sanitarie e sociali della pandemia. È stato fornito un supporto concreto agli ospedali di Asti, Biella e Vercelli, a progetti di carattere sociale, realizzati principalmente con Caritas Italiana e Spec­chio dei Tempi, oltre a iniziative territoriali per favorire la ripartenza delle imprese più deboli».

Avete purtroppo dovuto sospendere anche numerose iniziative sociali e di intrattenimento che solitamente proponete.

«In questo quadro, una rinuncia dolorosa a cui ci hanno costretto le misure anti Covid è stata quella riguardante i tradizionali “Concerti di Natale” (nel 2019 erano stati nove, nda) che quest’anno non si sono potuti tenere. Il dispiacere è grande perché queste, per noi, sono occasioni per incontrare i soci, scambiare gli auguri e condividere i risultati raggiunti, con tutto il calore che solo il contatto umano può assicurare. La Banca ha quindi deciso di utilizzare le risorse che avrebbe impegnato per la manifestazione, donandole alla Caritas. Tali risorse raggiungono due diversi beneficiari: le famiglie e le piccole attività dei territori dove operano le banche del Gruppo Cassa di Risparmio di Asti per aumentare il rendimento degli interventi a beneficio dell’intera collettività».

Le peculiarità che meglio descrivono Banca di Asti.

«Essere un gruppo commerciale moderno, veloce e flessibile, capace di competere con eccellenza sul proprio mercato (famiglie e piccole-medie im­prese), puntando a costruire una relazione duratura con il cliente per realizzare vantaggi economici reciproci. Il Gruppo agisce se­condo princìpi di fedeltà, attenzione, ascolto verso il cliente e il territorio, sviluppo professionale e valorizzazione delle risorse umane interne. È una banca che vuole essere attenta e sensibile alla situazione economica e sociale in cui si trova a operare e ai mutamenti che la caratterizzano, che riceve l’apprezzamento della propria clientela per l’impegno dimostrato nella va­lorizzazione delle risorse locali e delle attività a sostegno dell’economia, che è strettamente legata al territorio di cui si impegna a interpretare nel tempo le esigenze di sviluppo, fornendo sostegno finanziario alla realtà locale».

Come viene percepita la vostra banca da cittadini, imprese e azionisti?
«La nostra banca opera dal 1842 secondo i valori che han­no caratterizzato la sua fondazione, ovvero alimentando il rap­porto di fedeltà instaurato con i clienti, intercettando le necessità del territorio e favorendo la crescita delle proprie risorse. Grande importanza, quindi, è conferita all’esigenza di mantenere alta la propria reputazione attuale e prospettica. Il nostro lavoro è quindi attento ai bisogni dei clienti e alle aspettative della comunità in cui operiamo. La salvaguardia della reputazione del Grup­po, sia nei luoghi di lavoro sia al di fuori di essi, è richiesta ai componenti degli organi aziendali e ai dipendenti mediante una condotta ispirata al principio dell’integrità morale e ai valori dell’onestà, della buona fede, della trasparenza e della riservatezza».

Il rapporto con la vicina provincia di Cuneo è molto forte, come conferma la diffusione dei vostri sportelli. Le prospettive?
«Il rapporto con il territorio e la comunità della provincia di Cuneo, effettivamente, è forte e continuerà ad esserlo secondo il piano strategico che il Gruppo si è dato».

Quali sono gli obiettivi di investimento e crescita?
«La gestione strategica della nostra azienda ci permette di pianificare a lungo termine e, al­lo stesso tempo, ci rende sufficientemente flessibili per adeguarci all’evoluzione economica e sociale del contesto in cui operiamo, sempre alla ricerca di un miglioramento continuo. Lo dimostrano le acquisizioni e l’espansione che il Gruppo ha effettuato negli ultimi anni e che continua a portare avanti con determinazione».

BaNNER
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