«Curiamo le relazioni minacciate dal Covid»

Il progetto “WeCare”, con il Consorzio Socio Assistenziale Alba Langhe Roero, entra nel vivo

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Il progetto “WeCare” insegue una sorta di “possibile uto­pia”. Obiettivo è installare ponti al posto dei vuo­ti, legami in sostituzione alla separazione. Pulizie collettive, giochi, assemblee, riflessioni e laboratori, coltivazione di un orto, merende e scambio di servizi: sono solo alcune delle attività in corso. Compatibilmente con le misure restrittive legate al Covid le iniziative mutano forma e si adattano, in una continua dinamicità che “co­­stringe” alla creatività. Nei quartieri di Alba (“Piave” e “Santa Margherita”), in Alta Langa e a Ca­nale ogni giorno queste attività ten­tano di introdurre solidarietà e mutuo sostegno al posto dell’individualismo. Sono le cooperative so­­­­ciali “Alice”, “Progetto Em­maus”, “Cos” e “Terra mia” con il coordinamento del Con­sorzio So­cio Assistenziale Alba, Langhe, Roe­ro a programmare i lavori in­sieme agli abitanti dei quartieri, che partecipano a “WeCare” co­me volontari. In Alta Langa e a Ca­nale, in particolare, l’inverno è di­ventato occasione di resistenza e immaginazione.
“La categoria più in difficoltà è quella degli adolescenti, perché mancano spazi e iniziative in gra­do di coinvolgerli, di valorizzarli”. “Ci sarebbe bisogno di creare attività, non solo d’estate, per aggregare e riunire”. “Pochi giovani torneranno qui, se non per l’estate o quando saranno in pensione”. Vo­ci che emergono dai questio­na­­ri compilati dagli adolescenti partecipanti al progetto “WeCare” in Al­­ta Langa. Un’intervista pensata per comprendere sentimenti e paure, bisogni e risorse di una ge­nerazione sovente non ascoltata.
In Alta Langa l’obiettivo primario attraverso il quale si tenta di diffondere la filosofia di “WeCare”, spiega l’operatore della Coope­ra­tiva Cos Mauro Bertolone, «è l’ingaggio di sentinelle di comunità: per­sone disponibili a vari livelli a mettere a disposizione un po’ del proprio tempo a favore dei concittadini. Il lavoro estivo a contatto con gli adolescenti durante Estate Ragazzi, ma non solo, è servito anche a mappare i bisogni della comunità e ideare, con la prossima fase operativa, iniziative concrete di sostegno alla cittadinanza in qualità di facilitatori».
Il Covid mette in pericolo i progetti, ma questa insidia potrebbe tramutarsi in occasione di coesione so­­ciale. Conclude Bertolone: «Pur­­troppo temo che ci sarà un forte rallentamento di contatti e iniziative, ma non uno stop delle azioni: si cer­cherà di stimolare i ragazzi coinvolti durante l’estate e capire se si potranno attivare reti solidali in aiuto ai soggetti più fragili».
Anche a Canale le logiche comunitarie sono riuscite a installarsi sull’altrimenti drammatica situazione sanitaria e sociale causata dal Covid. Prima del “lockdown” di novembre, nell’ambito di “We­Care”, sono stati organizzati alcuni presidi a cadenza settimanale nel quartiere e, in collaborazione con il Consorzio, è stato allestito un “World Cafè” finalizzato al confronto tra i condòmini e alla rac­colta di bisogni e proposte.
Il “World Cafè” consiste nella crea­zione di un gruppo in cui condividere conversazioni vivaci e co­strut­tive su questioni e temi che riguardano la vita di un’orga­niz­zazione o di una comunità, ed è particolarmente utile per stimolare la creatività e la partecipazione. Racconta Valentina Ambu, operatrice della Cooperativa Ali­ce: «Durante alcuni incontri con persone che hanno accolto la sfida di provare a migliorare la vita del quartiere abbiamo organizzato del­le merende all’aperto, dedicate alla tradizione del Ma­rocco, molto partecipate e in cui erano presenti sei donne e nu­merosi bambini. Abbiamo infine pro­posto una restituzione di quanto emerso durante il “World Cafè”, provando a tradurre i bisogni e le proposte in azioni concrete. In particolare sono emerse tre tematiche: i trasporti scolastici (sop­pressi a causa dell’emergenza sanitaria), le attività e i giochi or­ganizzati per i bambini e la pulizia e la cura degli spazi comuni».
È proprio la pulizia e la cura degli spazi comuni ad aver raccolto maggiori adesioni e stimolato la costruzione di proposte nate dal basso. Perciò, prosegue l’operatrice Giulia Castagno, «con la collaborazione di queste donne ma­rocchine, dei bambini e di una cop­pia di signori italiani abbiamo organizzato momenti di pulizia e sgombero del cortile e degli spazi comuni. L’attività è stata apprezzata dai condòmini, anche se c’è ancora indubbiamente da lavorare. Ci stiamo ora coordinando per calendarizzare i momenti di pulizia affinché diventino una prassi, un momento di condivisione che duri nel tempo». E conclude: «Nel condominio si stanno creando nuove relazioni, all’insegna del progetto che viene inteso come oc­casione di cambiamento del pro­prio ambiente di vita e strumento di creazione di valore».