Ci vuole fegato ad avere cuore

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Caro allegro chirurgo, è proprio vero che alcuni lati del carattere di una persona, anche se li conosci da tempo, risultano indigesti in eterno. Nel mio caso, ammetto che la cosa sia particolarmente grave perché chi ha un atteggiamento che proprio non mi va a genio è niente meno che il mio fidanzato, il quale continua a fare ciò che faceva anche prima di mettersi con me e che già allora trovavo di poco gusto.

Provo a esemplificare la scena tipo: una sera a cena, casa di amici. Si mangia in tutta serenità, parlando del più e del meno, sino a quando qualcuno (e di solito succede dopo l’aperitivo…) comincia a parlare di sesso. A quel punto, immancabilmente, il mio fidanzato inizia a parlare di sé e delle sue performance, prima con allusioni più o meno velate, poi con descrizioni via via più particolareggiate, naturalmente con me a fianco.

Ecco: già non mi interessa nulla delle prestazioni che fanno sotto le lenzuola gli altri, figurarsi quanto possa farmi piacere sentire descrivere le mie. A volte lascio perdere, cercando di cambiare discorso, altre volte ho cercato di fargli fare una figuraccia per zittirlo. In un caso ho avuto la malaugurata idea di chiedergli dove fossi mentre lui compiva quelle evoluzioni dal momento che non mi ricordavo tanto impeto e lui, invece di tornare sui suoi passi, ha rincarato la dose, descrivendo per filo e per segno cosa stavo facendo io in quella circostanza specifica. Inutile dire che da allora mi sono ben guardata dal rifare la stessa mossa. Ma continuo a dirgli che mi dà fastidio questo suo parlare senza peli sulla lingua della nostra vita privata. Lui risponde che non è mai lui a iniziare quei discorsi e che comunque non c’è nulla di cui vergognarsi. Infatti non c’è da vergognarsi, trovo soltanto inopportuno e necessario andare in giro a fare dei cineforum su come facciamo l’amore.

Luisa (Mondovì)