Cani in aeroporto per fiutare il Covid

Da febbraio lo scalo di Cuneo-Levaldigi, unico in Italia, attiverà questo servizio che annovera tra i suoi partner il Gruppo Bios

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L’Aeroporto di Cu­neo ha dato il via alla nuova iniziativa che prevede l’utilizzo di cani per l’individuazione del Covid-19, promossa da I-Sec Italia Srl, società specializzata nei servizi di sicurezza aeroportuale, in collaborazione con Geac. Il progetto, unico in Italia, si avvale della collaborazione della società finlandese Nose Academy Oy, la “start-up” di ricerca scientifica specializzata nell’addestramento di cani, in grado di rilevare malattie negli esseri umani attraverso l’olfatto. Lo scalo di Cuneo è l’aeroporto pilota del progetto in Italia. È cominciata la fase di addestramento avanzato dei cani, messi a disposizione dall’Associazione Carabinieri e dall’Avs Oslj, A­mici Volontari Soccorso di Milano, che proseguirà nei locali della Maxi­emergenza 118 predisposti dal Dipartimento In­tera­ziendale 118 della Re­gione Piemonte. Tra i partner dell’iniziativa c’è anche il Gruppo Bios di Mondovì, che fornisce i campioni utili all’addestramento.
«L’obiettivo è di attivare il servizio per i passeggeri in arrivo già a partire da febbraio», spiega Anna Milanese, direttore di Cuneo Airport. «Nel dettaglio, il metodo adottato presso l’Aeroporto di Cuneo prevede l’utilizzo di speciali salviette, un mezzo che si è già rivelato essere estremamente funzionale. I risultati sono elaborati secondo il protocollo di ricerca di Ville Pimenoff, ricercatore presso il Karolinska Institut».
«Siamo fieri di introdurre in Italia una metodologia che ha già rivelato un alto potenziale in Finlandia e ci auguriamo che la sua applicazione possa avere un ruolo significativo nella tutela della salute dei viaggiatori e dei cittadini, contribuendo alla ri­presa del settore dell’aviazione civile», ribadisce Barbara Sar­fatti di I-Sec Italia Srl.
«Siamo molto interessati a condividere la partecipazione a questo valido progetto, soprattutto per i risultati finali che potrebbero arrivare da questa sperimentazione», aggiunge infine Mario Raviolo, direttore della Ma­xiemergenza regionale 118. «Potrebbero infatti aprirsi degli scenari futuri molto interessanti ma tuttora inesplorati, non solo in ambito aeroportuale, ma anche in altri settori della scienza medica».
Un programma analogo è già stato condotto con successo da Nose Academy Oy presso l’aeroporto di Helsinki-Vantaa tra settembre e dicembre 2020, con la partecipazione dell’Uni­versità di Helsinki. Su 6.000 campioni esaminati nell’arco di questo periodo, i cani hanno segnalato 35 casi positivi. I primi dati della sperimentazione, molto incoraggianti, dimostrano la precisione dei risultati, circa il 95%, e la capacità dei cani di identificare i soggetti portatori del virus anche cinque giorni prima che manifestino, eventualmente, i sintomi. L’efficacia, la rapidità e la modalità non invasiva di questo strumento di “screening” potrebbero segnare una svolta decisiva per dare nuovo slancio al settore dell’aviazione, messo così a dura prova dalla pandemia di Covid-19.
«L’opportunità di partecipare a questo progetto», conclude An­na Milanese, «è motivo di orgoglio in quanto primi in Italia possiamo applicare un metodo innovativo per contrastare la diffusione del virus. Soprattutto possiamo dare il nostro contribuito alla ripresa in sicurezza del trasporto aereo, offrendo uno “screening” efficace e rapido per tutti i passeggeri che vorranno sottoporsi al test».