Riposa ad Alba il “primo ministro dell’eleganza”

L’addio a Giuseppe Modenese Originario della capitale delle Langhe, ha posto le basi del “made in Italy” nella moda

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Messaggi di cordoglio provenienti da ogni parte d’I­talia (e anche dall’estero) testimoniano l’affetto e la stima da cui era circondato Giuseppe Modenese, creatore del circuito internazionale della mo­da italiana e a cui Milano deve la centralità che ha saputo ritagliarsi a livello nazionale e oltre. Hanno voluto sa­lutare il presidente onorario della Camera nazionale della moda italiana molti nomi noti di quel mondo, e non solo di quello (dal “Ciao Beppe ci mancherai”, firmato Domenico Dolce & Ste­fano Gabbana, due stilisti che Modenese scoprì nel 1985, al sindaco meneghino Beppe Sala che lo ricorda come “cittadino benemerito, già Pre­si­dente della Camera nazionale della Moda italiana, tra i protagonisti dell’affermazione di Milano capitale della moda nel mondo”). Non sono mancate nemmeno le testimonianze di tante persone che hanno lavorato con lui nel corso di una vita professionale lunga e piena di soddisfazioni, i quali ne parlano come di “uomo unico per umanità classe ed eleganza”, “uo­mo di infinita gentilezza ed eleganza e padre visionario della moda italiana”, “gentiluomo, ge­neroso, at­tento e di grande talento”.
Risale agli inizi degli anni ’50 a Firenze, il suo esordio nel mondo del fa­shion, con una sfilata a Palazzo Pitti, grazie alla collaborazione con Giovanni Battista Giorgini. A metà degli anni ’70 Modenese capì che anche per la moda l’unione avrebbe potuto rappresentare un punto di forza e, con l’Associazione industriali dell’abbigliamento, riunì i sarti a Milano, in un padiglione della Fiera, facendo nascere “Milano collezioni”, l’evento che adesso è “La settimana della moda italiana”. È stato il primo a far conoscere il “made in Italy” all’estero, nonché il primo ad avere una rubrica di moda in tv. Grazie a un altro albese, Guido Sacerdote, regista Rai e suo amico, infatti, riuscì a entrare nella redazione di corso Sempione per lavorare sull’unico programma televisivo dell’epoca dedicato alle donne, “Vetrine”, diretto da Elda Lanza. Ha tenuto a battesimo tutti i creatori di moda nostrani. Si occupò anche di bellezza diventando il responsabile della comunicazione di “Estèe Lauder”, conobbe Coco Chanel ormai anziana e un giovanissimo Saint Laurent.
Se tutta la vita professionale del “Primo ministro della moda” ha ruotato intorno a Milano, quella biografica è legata a doppio filo con Alba, città in cui è nato, nel 1929, dove ha riseduto sino a fine degli anni ’70 e dove ora riposano le sue spoglie. Proprio l’Amministrazione comunale del­la capitale delle Langhe nel 2003 decise di insignirlo della Medaglia d’oro “città di Alba”, per essere stato “uno dei grandi artefici dell’affermazione della moda italiana nel mondo con la sua attività di presidente della Camera nazionale della moda”. Nell’ultimo consiglio comunale l’illustre concittadino è stato ricordato con un minuto di silenzio, in apertura di seduta.
Il riconoscimento che la città natale ha voluto assegnargli si aggiunge ai tanti altri ricevuti, per particolari benemerenze, nel corso di 50 anni vissuti da indiscusso protagonista della moda italiana. Nel 1985, dal Pre­sidente del Consiglio dei ministri, ottenne l’onorificenza di Cavaliere, nel 1987 quella di Ufficiale e nel 2002 fu nominato Commendatore. Nel dicembre 1994 ricevette dal Sindaco di Milano “l’ambrogino d’oro”. Nel 1999 il Presidente della Regione Lombardia gli consegnò “La rosa camuna”, la più alta onorificenza della Regione. Nel luglio 2002 gli fu assegnato il premio “La Lupa capitolina” e nel settembre 2002 la commissione che presiede il premio “Chi è chi” scelse l’albese per il riconoscimento alla carriera.