Réseau Entreprendre Piemonte racconta 5 anni di attività nella Granda

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Foto Alessandro Di Noia

Sono numeri in costante crescita quelli di Réseau Entreprendre Piemonte, la rete solidale di imprenditori senior a supporto di chi desidera trasformare il proprio progetto in una realtà.

Ad elencarli, in un webinar che nel pomeriggio di lunedì 30 novembre ha visto la partecipazione tra il pubblico di una ottantina di stakeholder territoriali, è stato Giovanni Radis, imprenditore torinese del settore IT, presidente di REPiemonte, associazione no profit italiana autonoma, espressione del modello Réseau Entreprendre, nato nel 1985 in Francia da un’idea dell’imprenditore André Mulliez, e oggi diffuso in 11 Paesi del mondo.

Radis, che rappresenta l’Italia nel board di Réseau mondo, ha precisato: «La famiglia Mulliez, che ha fondato Auchan, Leroy Merlin, Decathlon, ha creato questa rete come forma di “restituzione” verso i luoghi che avevano sostenuto i loscusa Sararo progetti imprenditoriali. Anziché effettuare delle donazioni “classiche”, hanno dato vita alla Fondazione Entreprendre che ogni anno continua a supportare Réseau attraverso un contributo di centinaia di migliaia di Euro a sostegno di giovani e delle loro idee imprenditoriali, nella convinzione che creando imprese si possano creare nuovi posti di lavoro.

Nel mondo, 13.000 imprese sono state accompagnate da Réseau dall’idea alla concretezza dell’operatività. I posti di lavoro creati sono stati 130.000; 14.500 imprenditori fanno parte della rete mondiale di Réseau, 9.500 sono i soci, le ore di volontariato offerte dai mentori ai loro assistiti sono state 180.000».

Interessanti anche i numeri di 10 anni di attività in Piemonte, illustrati ancora da Giovanni Radis: «Sono state create 51 imprese, 20 delle quali stanno ultimando il loro percorso di accompagnamento. Oltre 350 i posti di lavoro generati in 16 settori imprenditoriali diversi, grazie all’impegno di 65 associati, che hanno offerto ai giovani 5.600 ore di mentoring”.

I dati forse più significativi si evincono dall’analisi delle attività della sezione Alba-Cuneo che, come ha ricordato Radis, è operativa da soli 5 anni: 16 sono le imprese senior associate, 11 le start up accompagnate, 15 le idee imprenditoriali a cui si è data concretezza professionale, 50 i posti di lavoro creati e oltre 1.000 le ore di volontariato offerte dai soci.

Le testimonianze di PierPaolo Carini (Egea), Giuseppe Miroglio (Miroglio Group), Roberta Rostagno (Comete) e Gianmarco Salvagno (Kelyan) hanno presentato la voce e il ruolo dei soci in REP Alba Cuneo.

Ampio il panorama di riflessioni: PierPaolo Carini si è soffermato sul ruolo che le start up possono avere nello sviluppo di una multiutility, sulla sostenibilità, sulla necessità più che mai attuale di mettere a frutto le proposte generate da start up, nate all’interno della piccola provincia italiana, ma protagoniste della digital innovation.

Mentre il valore della reciprocità, uno dei principi fondamentali di Réseau, è stato ribadito da Giuseppe Miroglio, Roberta Rostagno e Gianmarco Salvagno, che hanno sottolineato come lo scambio di competenze, in questa rete solidale, non sia, come potrebbe parere, “a senso unico”, ma piuttosto un interscambio fecondo, in cui i senior mettono a disposizione dei neoimprenditori l’esperienza acquisita e i junior offrono alle imprese consolidate iniezioni di creatività e soluzioni nuove.

A Lisa Orefice, direttrice di REPiemonte, il compito di illustrare Agribusiness Innovation Lab, il focus che contraddistingue la sezione della Granda dell’associazione: «Territorialità e prossimità sono due principi di Réseau. Nella Granda ci siamo resi conto che molte erano le idee nel campo agricoltura/food&wine/ agritech/turismo. La verticalizzazione della domanda ci ha portato a creare questo progetto specifico di “accellerazione” per progetti imprenditoriali afferenti a questi settori.

Oggi abbiamo due sportelli operativi, uno, a Cuneo, presso Ping-Pensare in Granda e uno ad Alba, presso Apro, e l’obiettivo di creare un distretto di sviluppo tematico, capace di attrarre progettualità e innovazione a vantaggio della collettività e del sistema imprenditoriale locale. Agribusiness Innovation Lab ha generato due “call”, ovvero due momenti di scouting di nuove idee imprenditoriali.

La prima, sostenuta da Fondazione CRC, nel 2018-2019 ha avuto 26 candidature, 14 imprese immesse nel percorso di professionalizzazione e 32 persone fisiche beneficiarie della formazione. La seconda call, sostenuta ancora da Fondazione CRC a cui si è aggiunta Fondazione CRT, che si è chiusa proprio il 30 novembre, conta 25 candidature, un record in un anno complesso come il 2020.

Le imprese potranno beneficiare di tre mesi di formazione, 2 anni di accompagnamento, un tutor dedicato, un premio declinato in 30 ore di assistenza per ciascun beneficiario, accesso a finanziamenti fino a 200.000 euro e un premio speciale di 5.000 euro, offerto dalla Fondazione Michelin Sviluppo, che dal 2004 ad oggi ha stanziato 2,2 miliardi in contributi a fondo perduto a sostegno dei neoimprenditori, il 40% dei quali dell’area cuneese e torinese».

Quali esempi di start up accompagnate nella prima Agribusiness Innovation Call, Leonardo Raineri, Innovation manager di Miroglio group, ha presentato Bikesquare, DL novel food e Vinooxygen. Un quadro composito, che spazia dai servizi per il cicloturismo esperienziale, curati da Bikesquare di Novello e oggi diffusi in 27 destinazioni in Italia, al pet food prodotto con proteine alternative, derivate dai grilli, dall’albese DLnovel food, fino all’innovativo serbatoio brevettato da due fratelli loazzolesi, un ingegnere e un enologo, fondatori di Vinooxygen, per consentire un processo di vinificazione esclusivamente meccanico, senza travasi e quindi richiedente meno solfiti, meno detergenti e meno acqua.

Giandomenico Genta, presidente di Fondazione CRC, primo sostenitore dell’Agribusiness Innovation Lab, ha ribadito la centralità di agrifood e agritech nell’economia della Granda: «Oltre ai bandi di accompagnamento promossi da Réseau, abbiamo voluto sostenere lo sviluppo di questi settori attraverso il bando Agroalimentare 4.0, i digital ambassador del progetto Smaq, finalizzato allo sviluppo di Strategie e marketing per l’Agroalimentare di qualità, e aderendo a Filiera futura, un’associazione, nata a maggio 2019, che riunisce l’Università di Scienze gastronomiche, 16 Fondazioni bancarie di tutta Italia e Coldiretti nazionale. Siamo convinti che queste azioni siano il propulsore giusto per stimolare quelle spinte qualitative necessarie ai prodotti tipici per emergere nel panorama internazionale».

Daniela Gregnanin, responsabile di Missione Accelerare l’Innovazione di Fondazione Compagnia di San Paolo, che da 10 anni sostiene Réseau Entreprendre Piemonte, ha sottolineato il comune impegno di Réseau e Fondazione Compagnia di San Paolo a favore dello sviluppo e professionalizzazione delle imprese a impatto sociale e ambientale, attraverso il bando Seed, acronimo per Social Enterprises Efficiency & Development, sostenuto da Compagnia di San Paolo, con oltre 2,5 milioni di euro.

«Mi fa molto piacere ricordare», ha affermato Gregnanin, «come Réseau sia partner attivo di Seed e stia accompagnando le imprese selezionate nello sviluppo del loro piano imprenditoriale. In due edizioni del bando, 90 imprese sociali hanno progettato un piano di sviluppo e 40 di loro lo stanno implementando. Vorrei sottolineare l’apprezzamento della Compagnia di San Paolo per un’altra iniziativa di Réseau: Impact plus, che si rivolge a imprese sociali e a start up innovative a carattere sociale.

In questo approccio di filiera, Compagnia di San Paolo coagula gli sforzi di soggetti molto diversi – da Atenei a pubbliche amministrazioni, dagli istituti bancari a società – verso azioni di collaborazione, finalizzate allo sviluppo di ecosistemi territoriali, che siano in grado di supportare processi di leadership collettiva. Ecosistemi dotati di risorse non solo economiche, ma di capitale umano, infrastrutture, piattaforme di dati e di reti, relazioni e processi necessari a nuovi modelli di intervento. Il ruolo di Réseau in questo ecosistema è fondamentale, perché mette a disposizione competenze di molti imprenditori senior attivi in settori diversi, a favore di chi inizia da zero».

Giovanni Radis, a chiosa del webinar, ha anticipato le strategie di Réseau per i prossimi anni: «Vogliamo puntare su un coinvolgimento sempre piú integrato delle startup su due fronti: attraverso la creazione di tavoli di lavoro in cui imprenditori senior e junior potranno mettere in relazione le loro diverse competenze e inserendo sempre più giovani nelle fasi di indirizzamento della strategia futura di REPiemonte.

Nel contesto di tutti i Paesi è in fase di definizione il nuovo modello di RESEAU Entreprendre 2025, in linea con le grandi trasformazioni in corso a livello mondiale; promuovere l’imprenditoria a impatto sociale e proporci come facilitatori, grazie alla collaborazione con le sedi nei diversi Paesi dell’Unione Europea, per accedere a fondi comunitari . Proprio la presenza di Réseau in 11 Nazioni europee pensiamo possa favorire lo scambio di competenze, partnership e opportunità di business “cross border”».

Dando l’appuntamento ai prossimi MEET, il presidente di REPiemonte ha auspicato: «Tutto questo lo potremo fare grazie ai partner istituzionali, ma, soprattutto grazie ai consulenti e ai soci, a quanti già si impegnano a favore del mondo imprenditoriale e a quanti vorranno impegnarsi, mettendo disposizione tempo, competenze, a volte i propri spazi, per creare una hub feconda di idee. Perché in un momento storico e socio economico come quello in cui viviamo, dare valore alle persone e fare rete sarà essenziale per lo sviluppo globale».

c.s.