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«Cucinare bene richiede tempo… come il successo»

Sonia Peronaci, creatrice del sito GialloZafferano, svela nuove ricette: «Una focaccia vi farà sentire più uniti. Il dolce? Amo il bonet»

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Sonia Peronaci? Buon­gior­no, chiamiamo da Alba…
«Conosco bene, un luogo straordinario per la cucina!».

Nel suo nuovo libro di ricette ci sono anche piatti tipici delle Langhe?
«Diciamo che per la “par condicio”, abbiamo pensato a ottanta ricette, dagli antipasti ai dessert, quattro per ogni regione. E così in Piemonte abbiamo scelto la bagna caöda scoperta da me un giorno che fui invitata a una sagra e me ne innamorai. Poi gli agnolotti del plin, il coniglio in civet che andrebbe valorizzato di più, infine il bonet che è un dolce straordinario. Può bastare?».

Direi di sì. Ma partiamo da prima degli antipasti: la sua carriera è esplosa con GialloZafferano. Come è accaduto?
«Un passaggio fon­­damentale anche per la mia vita per­­ché ho creato il sito assieme a mio ma­rito Fran­­ce­sco nel 2006. L’idea era di unire due competenze, la mia per la cucina e la sua per Internet. Ha funzionato. Io, figlia di ristoratori ma decisa a non aprire un ristorante, lui competente anche in materia fiscale. Ci siamo detti, perché no?».

Dal successo alla vendita del sito, è andato tutto come si aspettava?
«All’inizio abbiamo faticato a monetizzare, poi con l’ingresso del gruppo editoriale Banzai abbiamo potuto programmare nuove iniziative e soprattutto con il coinvolgimento dei canali social GialloZafferano è decollato. Nel 2015 è subentrato il gruppo Mondadori e io ho aperto il mio sito Soniaperona­ci.it. Certo, fosse stato per me non avrei mai venduto».

Rimpianti?
«No, avevamo capito che non avremmo potuto fare diversamente, eravamo anche quotati in borsa. In ogni caso da quel momento si è aperta la strada dei social e abbiamo imparato a conoscerla. Non sono mai stata una da vita sociale, io. Adesso invece so che è importante esserci, partecipare. Aspet­tando ovviamente che il Covid ci permetta di riaprire le porte».

Come è il rapporto tra chi si occupa di blog in tema di cucina e i grandi chef del palcoscenico mediatico?
«Ottimo, per quanto ci riguarda abbiamo spesso ospitato eventi con grandi chef, abbiamo cucinato insieme. È sempre stato un confronto utile».

Che cosa significa essere presenti online per promuovere il “food”?
«Significa farlo con continuità utilizzando i diversi canali social, ognuno con le sue caratteristiche. Bisogna esserci per valutare e imparare nuovi linguaggi. Su Instagram o TikTok i ragazzi generano contenuti incredibili, rapidi, senza pause».

Il cosiddetto “lockdown” ha favorito la ricerca delle ricette online da parte delle persone costrette a rimanere per più tempo a casa?
«Sicuramente, lo abbiamo capito fin dall’inizio assistendo alla caccia ai lieviti e alle farine. Per cucinare serve tempo, in questo contesto abbiamo ricevuto maggiori attenzioni. Tenendo conto della situazione, con i miei suggerimenti ho provato a coinvolgere maggiormente i bambini che in generale amano molto la cucina».

Come si definirebbe? Una “blogger”, una chef digitale?

«“Blogger” non è un termine esatto perché tutto è cominciato dal nostro sito web, pensato, strutturato e avviato. Im­prenditrice? Forse è la definizione in cui mi rispecchio di più. Un giorno mi hanno presentato così: imprenditrice digitale, mi è piaciuto. Por­tiamo avanti un lavoro con mille sfaccettature, abbiamo una redazione con dieci persone e siamo sempre in gioco».

Che cosa vede nel prossimo futuro?
«La stessa visione che ci ha ac­compagnato fin dall’inizio, sapendo che nulla si ottiene in poco tempo e senza sacrifici. Conta l’approccio, conta la voglia di trasmettere sempre un’idea di divertimento. A chi ti segue devi sempre dare qualcosa in cambio. Il resto lo fanno la voglia di lavorare, la costanza, un piano da seguire. Altro che colpi di fortuna, il successo si costruisce pezzo dopo pezzo».

Se guarda indietro, invece?
«Rivedo tante soddisfazioni, a partire da GialloZafferano che è diventato un punto di riferimento nel nostro settore. Passando per riconoscimenti come l’“Ambrogino d’oro” che da milanese mi inorgoglisce e che non avrei mai pensato di ricevere. Quando mi avvisarono, dissi: “ma siete sicuri?” E poi ci sono le tante trasmissioni tv e anche la citazione su Forbes che mi ha inserito tra le cento donne più influenti d’Italia. Cose che fanno piacere, anche se sono una che non si accontenta mai».

Torniamo al futuro possibile: il Covid lascerà solo danni?
«Costringerà le aziende a essere più dinamiche. Soprattutto nell’ambito del digitale. Abbiamo visto ad esempio, nel settore della ristorazione, la scelta obbligata e sempre più condivisa di ricorrere al delivery. In assoluto credo che il concetto vincente sia riassunto in un imperativo: diversificare».

Una ricetta ideale in tempi di quarantena?

«Facile e coinvolgente anche per i più piccoli: la focaccia. In Italia ne abbiamo decine e decine di versioni, tutte straordinarie. Mia figlia che studia a Londra l’altro giorno mi ha detto di averla preparata e fatta assaggiare ad amici e amiche, tutti l’hanno apprezzata. E ora ne sforna ogni giorno».

BaNNER
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