Cuneo: Open Recruitment, la nuova rete territoriale per il lavoro, fa il punto sulla logistica integrata

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La dozzina di posti di lavoro attualmente scoperti nell’ambito della logistica integrata all’interno dello staff di Vitale Robaldo potrebbero trovare in fretta il loro account. Con 70 prenotazioni, sono stati tutti esauriti gli slot temporali disponibili per i colloqui nei primi due giorni di recruiting, ma quanti fossero interessati ad avere un incontro potranno ottenerlo. Basterà inviare il proprio curriculum vitae all’indirizzo mail [email protected] per essere ricontattati e avere un appuntamento.

Ad assicurarlo sono Stefano Granata, presidente di Cooperjob e presidente di Confcooperative Federsolidarietà, e Andrea Bornelli, presidente della cooperativa Vitale Robaldo, a margine della tavola rotonda che, venerdì 16 ottobre, li ha visti impegnati a presentare la nuova rete territoriale per il lavoro, Open Recruitment, insieme alla vicesindaco di Cuneo con delega alle politiche sociali, Patrizia Manassero, a una serie di stakeholder del territorio.

Nella sala conferenze dell’area di coworking PINGcn- Pensare in Granda, sollecitate dal direttore della redazione cuneese de La Stampa Massimo Mathis, si sono intrecciate le voci di rappresentanti del mondo cooperativo e industriale che hanno sottolineato l’interesse comune a lavorare in sinergia, affinché il tessuto imprenditoriale cuneese possa in toto rafforzarsi, in particolare sotto il profilo dell’export e dei rapporti con il mercato interno, generando ovvie ricadute positive in termini economici e sociali.

«Centrale in questo processo di sviluppo», ha sottolineato Andrea Bornelli, «sarà il settore dei servizi, che già nella Provincia di Cuneo rappresenta il 61,9% delle attività produttive, e in particolare quello della logistica integrata, che garantisce alle aziende una efficace gestione dei flussi di magazzino e un valido monitoraggio della produzione in rapporto alle commesse. Proprio il sistema logistico efficiente esistente, insieme all’eccellente qualità del settore agroalimentare cuneese, hanno fatto sì che, in un periodo complesso come il primo trimestre 2020, l’economia cuneese abbia retto molto meglio di altre, come emerge dal raffronto dei dati riferiti allo stesso periodo del 2019».

Il presidente della Vitale Robaldo, che, all’interno dell’area Ping ha appena aperto una nuova sede, ha proseguito: «Open Recruitment è la prima di una serie di iniziative intersettoriali, per selezionare giovani promettenti e formare, con corsi specifici e gratuiti, professionalità sempre più qualificate, non semplici mulettisti, ma manager logistici che coordinino squadre di lavoro e flussi di merci. In questo processo di sviluppo cuneese la cooperativa Vitale Robaldo aspira al ruolo di collante, trait d’union tra le domande delle aziende e le richieste di lavoro».

Sul ruolo dell’orientamento e della formazione si è soffermato in particolare Stefano Granata, presidente di Cooperjob: «Secondo lo Iulm, le 10 professionalità più richieste oggi 5 anni fa non esistevano. Attiveremo contatti più intensi con le scuole superiori, sollecitando incontri di orientamento e proponendo periodi di stage formativi e alternanza scuola lavoro davvero efficaci per far incontrare domanda e offerta e far sì che, sempre più, i giovani possano esprimere le proprie attitudini nel lavoro, traendone sia soddisfazione economica che personale. Cooperjob – ha ribadito Granata – intende lavorare insieme alle istituzioni, alle imprese e ai sindacati, per trovare soluzioni efficaci per uno sviluppo territoriale e sociale coerente, autentico e sostenibile».

Patrizia Manassero, vicesindaco di Cuneo con delega alle politiche sociali, ha confermato l’impegno della politica cuneese in particolare su due fronti: potenziamento delle infrastrutture viarie e attenzione alle fasce più deboli. «La logistica è una grande opportunità per la Granda, per le sue imprese, ma anche per la sua posizione, che rappresenta il naturale retroporto di Savona-Vado. Il nostro impegno dovrà tendere a organizzare una infrastruttura viaria adatta alle attese e alle necessità. Proseguiremo i progetti di orientamento con Confindustria e con il mondo della cooperazione per agevolare l’acquisizione di competenze nuove che permettano anche alle fasce più deboli, ai giovani in cerca di prima occupazione e a chi deve ricollocarsi, di ottenere opportunità stabili e concrete».

Giuliana Cirio, direttrice di Confindustria Cuneo, ha incentrato il suo intervento sul dialogo costruttivo tra gli attori territoriali: «Dobbiamo lavorare su una visione programmatica, in cui le infrastrutture abbiano un ruolo centrale. Dobbiamo rafforzare l’orientamento in modo che la formazione risponda alle richieste delle aziende, affinché si sviluppino le professionalità di cui le imprese hanno bisogno. Col mondo cooperativo dobbiamo trovare una dialettica costruttiva, che permetta di esternalizzare le attività che non rappresentano il core business aziendale. Sarà sempre più importante che industrie e cooperative lavorino insieme per affrontare efficacemente i competitor internazionali»

Irene Bongiovanni ha tracciato il profilo di Confcooperative Piemonte, che esprime 36.000 occupati e 256.000 soci. «Anche noi abbiamo risentito del calo dell’occupazione tra 2009-2015, poi abbiamo conosciuto una risalita, e ora il Covid sta causando problemi anche ai nostri settori.

Ma la trasversalità che rappresentiamo – Confcooperative si dirama nei settori lavoro e servizi, sanità, cultura-turismo- sport, agricoltura, federcasse, abitazione, consumo e utenza (supermercati e cooperative di energia) e Federsolidarietà che rappresenta le cooperative sociali – ci permette di analizzare efficacemente i bisogni e le trasformazioni in atto. In Confcooperative il 66% di occupati sono donne, il 22% dei lavoratori è impegnato nel settore lavoro e servizi; l’agroalimentare cooperativo rappresenta il 40% del settore agroalimentare piemontese.

La cooperazione sociale di inserimento lavorativo ha il 54 % di appartenenti a fasce fragili, che risentono di più del periodo di crisi. Il settore abitazione, impegnato nell’housing sociale e nel cohousing, evidenzia trasformazioni che vanno osservate sul nuovo abitare nelle città e nelle aree interne. Il settore cultura e turismo di Confcooperative ha il 74 per cento di soci under trenta con alta qualifica formativa professionale. Il settore sanitario di Confcooperative garantisce 8.000 posti letto, 1.200 farmacie in rete e una copertura integrativa, attraverso la propria mutua “cooperazione e salute”, che si rivolge a 15.000 persone in Piemonte.

Siamo convinti che la formazione e riqualificazione formativa siano necessari per poter essere pronti a cogliere le nuove professioni di domani. Purtroppo la situazione contingente impone accelerazioni notevoli nella capacità di analisi, di fare proposte e trovare soluzioni, ma riteniamo che fare rete, come con Open Recruitment, tra soggetti imprenditoriali, cooperazione e istituzioni serva a dare le risposte necessarie a interpretare il futuro».

Mentre Paolo Tallone si è soffermato sull’esperienza virtuosa di rete Emera quale risposta a un’economia composta da soggetti ancora fragili, in particolare nei rapporti con l’estero, e i rappresentanti delle sigle sindacali, FAI CISL Cuneo, UILA UIL Cuneo e FLAI CGIL Cuneo, hanno sottolineato l’importanza della tutela dei lavoratori, Massimo Gramondi, dello studio Commercialisti associati Musso, Mariotta, Risoli, Gramondi, si è soffermato sulla necessità, per il Cuneese, di rafforzare «l’innovazione tecnologica e logistica, che saranno fatti decisivi per salvare il tessuto imprenditoriale cuneese di fronte ai competitor internazionali, e per intercettare i grandi flussi di merci, in modo che il Cuneese diventi un centro di smistamento e gestione da e per l’Europa».

A conclusione della tavola rotonda, il dottor Granata ha sottolineato l’importanza del tavolo di concertazione, aperto al Ministero del lavoro, che vede coinvolte imprese cooperative, produttive e soggetti rappresentanti della green economy: «Sono tutte realtà che hanno compreso che se non c’è coinvolgimento del territorio e positiva ricaduta su di esso, il loro successo imprenditoriale non ha percorso. Dobbiamo impegnarci affinché l’Italia premi con la defiscalizzazione le aziende virtuose, che reinvestono sul territorio e generano benessere. Questa è la nostra visione del futuro».

c.s.