«La competenza deve tornare ad essere valore»

Alberto Cirio è stato l’ospite d’onore del Campus di management ed economia di Cuneo dinnanzi a numerose autorità

0
442

Ha esordito dicendo di non aver nulla da insegnare a certi personaggi presenti ad ascoltarlo, poi ha raccontato la sua esperienza da studente e ha dato alcuni consigli ai giovani, su tutti uno: «Studiate e preparatevi, perché la competenza è fondamentale». Alberto Cirio è stato l’ospite d’onore del Campus di management ed economia di Cuneo: giovedì 8 ottobre, il presidente della Regione Piemonte ha tenuto una “lectio magistralis” nell’aula magna della sede cuneese dell’Uni­versità di To­rino, di fronte a circa 50 studenti e ad un altro centinaio di ragazzi e ragazze che hanno seguito la lezione in streaming, da casa. Presente anche una folta rappresentanza di istituzioni e autorità del territorio, a cui il professor Giuseppe Tardivo, fondatore del Campus, ha rivolto un ringraziamento, sottolineando come la loro presenza sia l’ennesima testimonianza del ruolo importante che l’ Università ha guadagnato sul territorio: «È una delle caratteristiche più importanti del Campus, l’elemento che giustifica la nostra presenza. La capacità di operare e sostenere il territorio nel suo processo di sviluppo e valorizzazione è un aspetto fondamentale della no­stra U­niversità, insieme alla competenza e alla qualificazione dei docenti e al carattere internazionale dei corsi, un altro fiore all’occhiello». Tar­divo non ha dimenticato gli studenti, definiti «il nostro orgoglio», prima di lasciare la parola alla coordinatrice del Campus Milena Viassone, che ha parlato con soddisfazione della laurea bilingue attiva dal 2016 in collaborazione con l’Univer­sità di Nizza e della volontà di fare crescere ulteriormente il progetto inserendo una terza lingua. Sulla visita di Cirio ha detto: «È un’ulteriore dimostrazione di quanto le istituzioni del territorio siano vicine al nostro Campus: per i nostri studenti è una grande opportunità, che sapranno co­gliere. Anche attraverso questi incontri vogliamo farli avvicinare al mondo reale, con l’obiettivo di costruire un ponte tra il sapere e il saper fare, la mission che da sempre ci muo­ve». Prima della “lectio ma­gistralis” di Cirio, c’è stato ancora l’intervento del titolare del corso di economia e direzione delle imprese Antonello Monti («Momenti come questo sono essenziali per gli studenti, per andare oltre la formazione teorica e toccare con mano la vicinanza del territorio») e del sindaco di Cuneo e presidente della Pro­vincia Federico Bor­gna, che dopo aver sottolineato l’importanza dell’Univer­si­tà per il nostro territorio, si è rivolto agli studenti: «Stiamo imparando cose nuove nell’ultimo periodo: la pandemia ci ha insegnato che dobbiamo cambiare i nostri paradigmi di relazione, la recente alluvione ci ha invece detto che ognuno di noi deve avere una nuova responsabilità nel rapporto con l’ambiente: sono due a­spetti che dovrete portare avanti anche voi».

Dopo l’apprezzata testimonianza di uno studente fresco di laurea bilingue, Giovanni Albengo De­marchi, la parola è passata all’ospite d’onore della mattinata, il presidente della Re­gione Piemonte Alberto Cirio, che ha subito messo a proprio agio gli studenti raccontando la sua esperienza in Università: «Ho fatto Giuri­sprudenza a Torino. Non sapete che fatica per arrivare a lezione: da casa mia prendevo la corriera per Alba, poi il treno per Torino, quando arrivavo i posti erano tutti occupati e finivo per seguire la lezione seduto per terra, in fondo. Avere l’Uni­versità a Cu­neo è una grande fortuna, in più questo Campus ti prepara al mondo reale, e questa è una co­sa molto importante».

Cirio si è detto quasi imbarazzato nel tenere una lectio di fronte a certe persone «da cui ho tanto da imparare», citando in particolare il cavaliere Amilcare Merlo, fondatore e presidente dell’a­zienda Merlo. Nel suo discorso, il governatore del Piemonte ha parlato di pandemia, di Europa, degli errori della politica italiana e della “riscoperta” della competenza: «Il Covid ci ha insegnato alcune cose: per esempio quanto siamo deboli, o che siamo tutti indispensabili, ma anche che stiamo diventando tutti un po’ più ignoranti e che la competenza è importante. Le nostre menti sono diventate pigre e que­sto lo paghiamo, perché non programmiamo, non investiamo abbastanza nella ricerca, nella medicina, nella scuola. Per essere competenti bisogna sapere, saper fare e saper comunicare bene quello che si fa. Nel no­stro Paese è accaduto che la competenza non sia più un valore, ma sia diventato un limite. Il nostro sistema politico ha commesso un errore secondo me molto grave: non ha premiato la competenza. Adesso ce ne stiamo rendendo conto, l’emergenza Covid ce lo ha detto chiaramente e forse stiamo andando verso una stagione diversa. Ab­biamo capito che bisogna studiare, imparare, conoscere: so che sembra normale, ma oggi nel nostro Paese non lo è». Poi il rapporto con l’Europa. Lui, che è stato europarlamentare a Bru­xelles, ha dato alcuni consigli agli studenti: «Informatevi sulla Comunità Europea, perché l’Eu­ropa è una grande opportunità, se la sappiamo cogliere. L’Eu­ropa è matrigna, ma a volte noi non siamo buoni figli. In Pie­monte abbiamo una sensibilità europea spiccata: e allora vi dico di fare esperienze che vi proiettino nella realtà europea, perché saranno tutte cose che vi serviranno, a prescindere da quello che farete nella vostra vi­ta». Il presidente della Re­gione ha concluso il proprio intervento con un riferimento alla re­spon­sa­bilità sociale delle aziende, un concetto da ampliare, secondo il suo modo di vedere: «Un imprenditore brillante sa che ha dato tanto ad un territorio, ma è anche consapevole di aver ricevuto molto: questo pen­siero è presente nell’imprenditore del­la Granda, che po­ne il proprio profitto a vantaggio di tutti. Ma io dico che questa responsabilità sociale non è solo dell’imprenditore, ma di chiunque ab­bia un ruolo nel proprio territorio ed un legame con esso. Quindi si può estendere a tutti, anche a voi studenti: siate consapevoli della fortuna e del privilegio che avete di far parte della Granda, che non ha solo il nome, ma anche persone davvero grandi».