Rotray e scuole una profiqua collaborazione

Successo per il progetto “5.000 in sicurezza” avviato con il Provveditorato agli studi cuneese

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Punta al raddoppio, in provincia di Cuneo, il progetto “5.000 in sicurezza”, iniziativa con­giunta dei Rotary club “Ca­nale-Roero”, “Alba”, “Bra” e “Sa­vigliano”, condivisa con il Prov­veditorato agli studi della “Gran­da”, che ha finora permesso di donare termoscanner a 327 classi cuneesi. 6.601, per ora, gli studenti delle scuole medie coinvolti: superato l’obiettivo iniziale, si guarda già a quota 10 mila.
Ne avevamo parlato alcune settimane fa, raccontando della conferenza tenutasi a Cuneo, alla presenza del Provveditore Maria Teresa Furci e della consegna dei primi dispositivi di rilevazione. Ora torniamo sull’argomento, in occasione della serata conviviale che si è svolta al ristorante Mira­langhe di Guarene, “casa” del Rotary club roerino presieduto da Carlo Borsalino, editore della Ri­vista IDEA. È intervenuta la professoressa Furci nella veste di ospite d’onore, insieme ai re­sponsabili dei Rotary club di “Savigliano” (Giovanni Battista Testa), “Alba” (Enrico Strada) e “Bra”, il cui presidente in carica, Alberto Bielli, ha delegato alla partecipazione il proprio segretario, Federico Dellarossa, altresì delegato distrettuale rotariano.
Nell’occasione si è fatto il punto della situazione sul rapporto tra l’intero sistema dei Rotary e la scuola: una sorta di gemellaggio che non nasce solo ora, nel periodo caratterizzato dalla pandemia di coronavirus, ma che piuttosto si è evoluto in modo più che virtuoso dopo un cammino in cui i punti di contatto, negli anni, sono stati frequenti .
Così si è espresso Carlo Borsalino: «Crediamo con viva forza in questo progetto e nella bontà del sistema didattico; abbiamo concretizzato la prima parte di questa iniziativa e, a breve, ci ritroveremo con il Provveditore per valutarne l’andamento e dialogare sulla sua evoluzione. È un progetto che senza dubbio prosegue».
Dello stesso avviso Federico Del­larossa: «Quando riusciamo a es­sere protagonisti del territorio e a ottenere risultati come quello le­gato a questo nuovo piano, per il bene dei ragazzi e delle nostre famiglie, ne siamo orgogliosi. Non è un fatto autoreferenziale: vuol dire che facciamo davvero qualcosa di concreto per la nostra società».
Enrico Strada ha sottolineato la valenza della sinergia realizzata dai club rotariani coinvolti, mentre Giovanni Battista Testa ha posto l’accento sulla collaborazione instaurata con lo stesso Provveditore, che ha subito accolto la proposta di questo gruppo di club, il quale, in precedenza, aveva trovato anche l’approvazione e il sostegno da parte del Distretto 2032 e del suo Governatore in carica, Giuseppe Musso.
Il Provveditore Furci ha parlato del progetto “5.000 in sicurezza” al culmine di un “excursus” sui cambiamenti che hanno interessato il mondo della scuola in questi mesi. «Ricordo ancora quella domenica di fine febbraio in cui è iniziato tutto e di quella chiusura che inizialmente pareva breve, protratta poi più e più volte. Mai, prima di allora, si era dovuta affrontare un’emergenza di questa portata: ci si è dovuti armare di nuovi strumenti, per gestire l’inedita situazione, facendo affidamento anche al sistema “famiglia” per la fase educativa».
L’espressione “didattica a distanza”, prima d’ora quasi sconosciuta ai più, è divenuta di dominio comune: «Da lì è venuta fuori l’attività condotta nel tempo da alcune scuole già “smart” presenti nel Cuneese, mentre altri istituti più tradizionali hanno dovuto “correre” per colmare il “gap” tecnologico, investendo in fretta sulla formazione dei docenti». Un fatto obiettivo, come sostiene Furci: «La scuola è stata la prima a chiudere e l’ultima a riaprire, con in mezzo l’importante banco di prova legato agli esami di Stato, che il Ministero dell’istruzione ha fortemente voluto che si svolgessero in presenza. Questo periodo è stato utile per capire debolezze, ma anche punti di forza, dell’intero sistema educativo». Tutto ciò con un approccio molto attivo, nel segno di misure ragionate, come il distanziamento fisico («distanziamento che mai deve essere sociale», ha sottolineato Furci), l’igienizzazione delle mani, la pulizia e la sanificazione degli ambienti. E il controllo della temperatura, appunto.
Come si è attuato questo nuovo modello di scuola? Ha spiegato il Provveditore: «In estate, le forze istituzionali si sono confrontate per capire “cosa fare” per ripartire; questo perché la scuola è “comunità”, parte viva di essa e il mondo “Rotary”, come tutti co­loro che hanno deciso di investire nei nostri ragazzi, lo ha capito bene, con il progetto “5.000 in sicurezza” e con tutti gli altri interventi che verranno ancora messi in campo». Il Provve­di­tore, al nostro giornale, ha inoltre parlato della gestione delle graduatorie provinciali e delle nomine dei supplenti. Una “sfida” che ha coinvolto oltre 16 mila candidati docenti, trovando la quadratura del cerchio in un’altra applicazione del binomio “tecnologia-sicurezza”. «Siamo passati dalle nomine “fisiche” a un nuovo sistema gestito online: alla luce degli assembramenti registrati lo scorso anno, sarebbero stati troppi i rischi per i nostri funzionari, per gli aspiranti docenti, e anche per le loro famiglie e gli stessi alunni, in caso di positività tra gli intervenuti alle sessioni». In poco tempo, quindi, il Provve­ditorato ha dovuto concepire un nuovo metodo, «il quale, per ragioni di trasparenza ed efficacia, doveva garantire ordine ed efficacia tali da poter gestire gli accessi di migliaia e migliaia di persone aventi titolo. Un’esperienza andata, infine, in porto: uno scatto evolutivo che riflette una visione sempre più tecnologica della scuola. Ha richiesto impegno per l’intero nostro staff e ha trovato buone risposte negli stessi candidati, oltre che dell’Itis “Vallauri” di Fossano che ha mes­so a disposizione i propri server e le proprie competenze: anche qui, il bisogno di sicurezza ha trovato risposte positive grazie alla collaborazione di tutti».

Articolo in collaborazione con Marialuisa Tomasi