Zucco e Usmiani nei cuori di Cuneo

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La Questura di Cuneo è stata ufficialmente dedicata a Sergio Zucco, la piazzetta antistante l’e­dificio a Rai­mondo Usmiani. La cerimonia di intitolazione si è svolta alla presenza dei familiari dei due poliziotti e del capo della Polizia Franco Gabrielli.
«Quella di oggi è una bella giornata», ha detto Gabrielli, «quan­do una comunità si riappropria del ri­cordo e della me­moria di due poliziotti si ha il senso compiuto del nostro essere al servizio della gente. Così noi raggiungiamo il senso più alto della nostra esistenza». Il capo della Polizia ha poi analizzato le due figure a cui è sta­ta dedicata la cerimonia. Sergio Zucco, nato a Trinità nel 1953, morì nel settembre del 1979, all’età di 26 anni, in seguito alle gravi ferite riportate durante una sparatoria mentre era impegnato in un servizio antirapina alle Po­ste di Moiola: a colpirlo fu il fuoco amico di un carabiniere, per errore. «Lui ci ricorda che il nostro mestiere è complicato e pericoloso», ha commentato Gabrielli, «è qualcosa di più di un lavoro. Met­tere in conto di poter donare la vi­ta per la propria missione, è uno degli aspetti che più nobilitano il nostro mestiere. Per questo ricordare Sergio significa ricordare ad ognuno di noi il senso della nostra missione».
Il brigadiere Raimondo Us­miani, che prestò servizio a Cu­neo tra il ’43 e il ’45, visse da protagonista le fasi della Re­sistenza, riuscendo a salvare, grazie alle informazioni fornite, molti partigiani e loro familiari. Morì nel 1966. Così su di lui si è espresso Gabrielli: «La sua vicenda ci ricorda che a 75 anni da quella tragedia, il nostro Paese non ha ancora maturato una memoria condivisa. C’è ancora uno strisciante revisionismo che non fa onore a chi in quegli anni ha deciso di fare la scelta giusta e più coraggiosa. Raimondo la fece, mettendo in pericolo la sua stessa vita». Poi il pensiero finale: «Se le memorie di Sergio e Rai­mondo re­steranno solo stanca retorica, allora credo che noi faremmo un grandissimo errore e anche un oltraggio. Le memorie han­no un senso profondo se di­ventano una volta di più carne viva. Se il loro modo di vivere diventerà il nostro modo di vivere, allora li ricorderemo nella maniera giusta. Grazie al questore, ai colleghi e all’amministrazione che han­no voluto questa intitolazione».
Prima di Gabrielli, avevano preso la parola il questore di Cuneo E­manuele Ricifari («Sen­tia­mo molto questo mo­mento, con questo ricordo continuiamo a rispettare il nostro motto “Esserci sempre”») e il sindaco di Cuneo e presidente della Provincia Federico Borgna («Chi come Zucco e U­smiani ha fatto scelte difficili, mettendo a rischio la propria vita per contribuire a farci vivere in un mondo migliore, merita il nostro ricordo»).