Covid, finalmente è disponibile il tampone in pochi minuti

Un duplice vantaggio: le aziende hanno un riscontro immediato, la sanità pubblica può ridurre i costi

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In questi mesi la pandemia di Covid-19 è rallentata, seppur i dati impongano rigore assoluto e massima attenzione nei confronti delle norme di sicurezza personali e collettive. In queste ultime settimane poi, l’attenzione si è rivolta a test rapidi che permettono d’individuare tempestivamente le persone che sono venute in contatto con il virus. Per capire la loro utilità abbiamo chiesto al dottor Marco Aragno, direttore sanitario del centro medico Della Valle di Alba, di illustrare i vantaggi del Test Antigenico rapido.

Di che cosa si tratta?
«È da poco disponibile sul mercato professionale un test rapido per la ricerca del virus che si effettua tramite un tampone naso-faringeo che viene analizzato immediatamente con procedura immunocromatografica e fornisce il risultato in pochi minuti. Il test è già ampiamente utilizzato da molte strutture pubbliche e oggi con successo anche in Veneto e dalla Regione Lazio nelle scuole. Autorizzato dal Ministero della Salute il test antigenico rapido viene anche utilizzato attualmente negli aeroporti e nei porti. La sperimentazione condotta ha dimostrato una sensibilità del 93,3% e una specificità del 99,4%».

Questa novità è stata accolta positivamente dal mercato?

«Certamente. Il test antigenico è stato inserito nei protocolli governativi anche per il controllo degli ingressi in Italia da zone a rischio. È stato inoltre approvato dalla Food and Drug Administration. La più grande potenzialità di questa metodica è legata alla rapidità con la quale si riesce ad ottenere il risultato e di conseguenza a gestirlo nell’ottica di contribuire al tracciamento dei contatti e all’identificazione di positivi asintomatici o paucisintomatici, in un sistema che risulti il più possibile complementare e sinergico con l’attività volta dalle ASL. Questa esigenza diventerà sempre più pressante in relazione all’eventualità (molto probabile) che l’epidemia stagionale di influenza generi molti casi sospetti per Covid-19 o nel caso i valori relativi alla pandemia dovessero tornare ad alzarsi in modo importante, costringendo molte persone all’isolamento in attesa del tampone molecolare, che potrebbe essere ritardato dal sovraccarico delle strutture sanitarie pubbliche. Con queste premesse, mi pare doveroso ribadire che il “tampone rapido” trova particolare indicazione negli ambienti di lavoro, nell’ottica di tutelare, in sinergia con le ASL, una forza lavoro che rischia di trovarsi fortemente ridotta nel breve periodo e i datori di lavoro che in stretta collaborazione con i medici competenti avranno un’arma in più per tutelare la salute dei lavoratori e provare a limitare la diffusione del virus. In caso di positività al tampone rapido, la pressi prevederà la definitiva conferma tramite test molecolare in laboratorio. I risultati negativi dovranno essere in ogni caso combinati con osservazioni cliniche, anamnesi del paziente e informazioni epidemiologiche specifiche».

Quale la sostanziale differenza in termini tecnici rispetto ai classici test?

«Si differenzia da quelli di biologia molecolare perché, anche se il mezzo utilizzato è sempre il tampone nasofaringeo, non ricerca il materiale genetico del virus ma effettua una rilevazione qualitativa dell’antigene, e quindi di un’eventuale infezione, attraverso la ricerca di proteine specifiche del virus».