Misurazione della temperatura a scuola, la Preside del Soleri-Bertoni contro la scelta della Regione: “Mancanza di rispetto”

Alessandra Tugnoli critica aspramente l'ordinanza firmata dal Presidente Alberto Cirio, a pochissimi giorni dall'inizio delle lezioni

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In seguito all’ordinanza firmata nella giornata di ieri, mercoledì 9 settembre, dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, che regolamenta la misurazione della temperatura agli studenti in vista della partenza ufficiale dell’anno scolastico il 14 settembre, la preside dell’istituto saluzzese Soleri-Bertoni, Alessandra Tugnoli, esprime il suo disappunto, vedendo tale decisione, a soli tre giorni dall’inizio della scuola, come una mancanza di rispetto.

“Il Governo–  comunica il Presidente Cirio attraverso i suoi canali social- ha scelto di dare questa responsabilità alle famiglie, ma il Piemonte ritiene che un elemento così delicato e importante non possa essere lasciato alle singole sensibilità. Per questo abbiamo voluto introdurre per le scuole un obbligo di verifica.Perché mandare a scuola un bambino con la febbre mette a rischio lui, gli altri bambini e tutto il personale scolastico. E questo non lo possiamo permettere. Vogliamo che quando i nostri figli sono a scuola siano in un luogo sicuro”.
Ma a questa spiegazione, si oppone Alessandra Tugnoli, che attraverso la sua pagina Facebook espone un lungo pensiero:.
Una gravissima mancanza di rispetto. A tre giorni dall’inizio delle lezioni, dopo tre mesi di intenso lavoro per le scuole per organizzare la ripresa, misurando distanze, acquistando dispositivi, plexiglas e prodotti igienizzanti, senza avere ricevuto né il personale aggiuntivo, né i banchi, né le aule, con un organico tagliato nonostante le promesse e nessuna indicazione sulle nomine dei supplenti, con settimane di studio per realizzare equilibrismi e alchimie per dare agli studenti un servizio accettabile fin dal primo giorno, si introduce un nuovo adempimento, che grava sulle famiglie e sulla scuola.
Decenni di dimensionamenti hanno prodotto scuole enormi, mediamente con 1000 studenti e 150 docenti. Decenni di tagli ai trasporti hanno ridotto le corse di treni e pullman all’osso. Nelle scuole superiori delle aree periferiche non è possibile scaglionare gli ingressi, perché studenti e docenti hanno mezzi pubblici solo per arrivare a scuola alle otto e solo per tornare a casa tra l’una e le due. Misurare la temperatura a scuola a 1000 persone, anche con i termoscanner non ancora pervenuti, richiede due ore (è un calcolo, non un’opinione), lo stesso tempo serve per controllare le autocertificazioni e misurare la temperatura a chi non le ha.
Per le famiglie significa impiegare almeno dieci minuti per ogni figlio per misurare e autocertificare ogni mattina. Per iniziare le lezioni alle otto si dovranno prevedere ingressi per gruppi a partire dalle sei (con accompagnamento a carico delle famiglie) oppure si dovranno far perdere agli studenti le prime due ore di lezione, cioè più di un terzo del tempo scuola. Tutto questo rappresenta una mancanza di rispetto nei confronti delle scuole e delle famiglie, ma soprattutto dei nostri ragazzi. Chi comunicherebbe alla Chrysler, a tre giorni dal lancio della nuova Jeep, che dal giorno successivo le auto dovranno avere tre ruote?”