2017 – La valanga all’hotel di Rigopiano

Una slavina travolse in pieno un albergo senza lasciare scampo a 29 persone

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Sono le 16,48 del 18 gennaio 2017 quando, al culmine di intere giornate di maltempo su tutto il Centro Italia, una valanga di ampie dimensioni, composta da neve, detriti e alberi, si distacca dalle pendici medio-orientali del Gran Sasso, distruggendo tutto ciò che incontra e, in particolare, trascinando verso valle l’Al­ber­go Rigopiano-Gran Sas­so re­sort, situato nell’omonima frazione del comune di Farindola, in Abruzzo.
Sono passati poco più di tre an­ni dalla tremenda tragedia che provocò 29 morti, il più alto nu­mero di vittime causato da una valanga nel Ventu­ne­simo secolo. La storia del dramma di Rigo­pia­­no è una vicenda complessa, che unisce errori uma­ni e scelte sbagliate alla più totale fatalità. Le forti nevicate avevano generato grandi strati di neve instabile, a cui si sommarono le vibrazioni di assestamento del terreno.
Del resto, la struttura era stata edificata ai piedi di una fascia di montagna che storicamente aveva già vissuto eventi simili.
Questa scelta generò poi in­chieste ancora in corso, anche per accertare eventuali responsabilità umane. Le prime ri­chie­­­ste d’aiuto arrivarono circa 40 minuti dopo il fatto, ma la macchina dei soccorsi si attiva solo dopo le 19,30, in quanto le prime telefonate non vengono considerate attendibili dalla prefettura di Pescara.
I soccorsi partirono così solo in serata e anche in questo caso le fatalità tornarono a essere decisive. Raggiungere la struttura, infatti, risultò quasi impossibile, tanto che le squadre attrezzate per intervenire riuscirono a farsi strada solo nella notte, arrivando sul posto addirittura il mattino del giorno successivo. Ad attenderli c’erano due so­pravvissuti che, per totale volere del destino, erano mo­men­taneamente fuori dalla strut­­tura al momento dell’impatto della valanga.
Complessivamente, gli interventi da parte dei soccorritori durarono quasi una settimana e il bilancio fu drammatico: solo nove, infatti, furono le persone estratte vive, mentre 29, tra ospiti e personale, persero la vita. Alcuni di loro, addirittura, resistettero per più di 40 ore, come si scoprì in seguito, ma i soccorritori non fecero in tempo a raggiungerli.
Si trattò di una tragedia umana e nazionale, i cui strascichi non sono ancora del tutto sopiti. Ad essere afflitto ancora una volta fu il Centro Italia, che in poco più di un decennio ha dovuto fronteggiare due terremoti distruttivi e altre calamità di grande portata.