“La Granda sfrutterà le emergenze per migliorare ancora le sue potenzialità turistiche”

A crederlo è l’imprenditore Sassone. Migranti: “Quello di Saluzzo è un modello da copiare”. Turismo: “Dal settore dell’accoglienza segnali di ottimismo”

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I turisti stranieri non vedono l’ora di poter tornare in Italia e non solo per l’arte, gli incantevoli paesaggi ed il buon cibo. Il valore aggiunto, da noi, è dato dall’accoglienza, il sorriso, l’ospitalità che ci rende unici. Tutte cose che, purtroppo, si spengono un po’ in questo clima di pandemia, tra restrizioni, mascherine e paure. Però il clima è positivo e nonostante le difficoltà riusciremo ad uscire anche da questa emergenza”.

È un pensiero ottimistico, tipico di chi nelle crisi sa rimboccarsi le maniche e trovare nuove opportunità, quello espresso dall’imprenditore saluzzese Piero Sassone, leader nel settore della ristorazione, con locali in Italia e Londra, nonché una vasta esperienza nell’organizzatore di numerosi eventi a livello internazionale come l’Expo: il prossimo sarà a Dubai, tra ottobre 2021 e marzo 2022.

Grazie all’esperienza maturata in questi ultimi vent’anni”, prosegue Sassone, “posso dire che all’estero ha funzionato meglio la macchina burocratica, che ha portato ad ottenere un sostegno ad aziende e famiglie, in tempi più brevi con contributi più alti. Dal punto di vista della gestione della pandemia, invece, il nostro Paese è stato tra i migliori. E questo grazie soprattutto agli italiani”.

Il settore turistico è però tra i più penalizzati, come vede il futuro?
Non sarà facile riprendersi, molti decideranno di non continuare l’attività ma, anche come ex presidente degli albergatori, devo dire che quella piemontese e cuneese in modo particolare, è una situazione privilegiata rispetto ad altre parti d’Italia e questo anche grazie al tessuto sociale e alle amministrazioni locali”.

Cosa vuol dire?
Certe emergenza, come quella del Coronavirus, vanno gestire a livello centrale, dal governo. Le amministrazioni locali, però, con competenza ed equilibrio possono indirizzare al meglio le disposizioni governative, adattandole al proprio territorio. Non è certo facile, ma direi che in Granda gli amministratori ci sono riusciti, grazie anche alla responsabilità dei cittadini”.

Lei ha molti interessi all’estero, però torna spesso a Saluzzo che, come ben sa, ha un’altra emergenza, ossia quella degli stagionali della frutta.

Anche questa è una criticità che deve essere affrontata in maniera profonda dal governo. È impensabile demandare tutto al sindaco e alla sua giunta ma ciò nonostante sono convinto che in questi anni l’emergenza saluzzese dei migranti è stata affrontata nel migliore dei modi. È necessario trovare la giusta misura tra i cittadini che, giustamente, non vogliono vedere queste persone bivaccare sotto i portici e gli imprenditori agricoli che hanno bisogno di forza lavoro. Partendo dal fatto che accoglienza ed integrazione passano anche dalla possibilità di offrire un’ospitalità dignitosa, credo che ogni imprenditore debba farsi carico delle persone di cui ha bisogno per lavorare. Si tratta di una soluzione giusta e dignitosa”.

Queste sue parole mi fanno pensare che lei voglia tornare ad occuparsi di politica.
“No, anche se quella politica, è stata un’esperienza molto bella. Adesso faccio l’imprenditore e non avrei proprio tempo. Però non posso negare che l’amministrazione saluzzese, pur essendo, politicamente parlando, lontana dalle mie idee, ha affrontato al meglio l’emergenza per il Coronavirus e quella legata agli stagionali. Il sindaco e tutta l’amministrazione sono sempre stati in prima linea, anche se non sono d’accordo che siano i primi cittadini a dover far fronte a questo fenomeno così complesso legato all’immigrazione e a tutto ciò che ne consegue. Però mi lasci dire che i sindaci sono le vere sentinelle che presidiano il territorio, con tutti i rischi che possono esserci”.